E’stato approvato con il 54% dei si’ l’accordo sul rilancio dello stabilimento di Mirafiori. Lo riferiscono fonti sindacali. L’accordo era stato firmato da Fim, Uilm, Fismic e Ugl mentre non hanno firmato l’intesa la Fiom e i Cobas. Hanno votato, secondo gli ultimi conteggi 5.139 persone (il 94,6%).
Sostenitori del ‘no’ hanno bruciato bandiere del fronte del ‘sì’ davanti lo stabilimento. Alle ultime battute dello spoglio del referendum della Fiat di Mirafiori, quando la vittoria del si’ era ormai matematica, lo scrutinio e’ stato momentaneamente sospeso per l’esultanza dei sostenitori del si’ che e’ stata contesta con proteste dal fronte del no.”La vicenda Fiat è uno spartiacque fra quanti vogliono la modernità e quanti si illudono di poter strumentalizzare i lavoratori per tornare al passato”, ha detto
ieri sera il premier Silvio Berlusconi, sicuro della vittoria del ‘sì’ all’accordo. Il ‘no’ è “una strada senza ritorno”, secondo il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi
AIRAUDO (FIOM): ”Bisogna apprezzare il grande coraggio e l’onesta di una grandissima parte dei lavoratori di Mirafiori che hanno detto di no all’accordo”.
ANGELETTI (UIL): Il si’ all’accordo ci fa vedere con piu’ ottimismo il futuro di Mirafiori e dell’industria automobilistica nel nostro Paese.
PALOMBELLA (UILM): ‘Mirafiori vivra’, grazie ai lavoratori.Con l’accordo – ha aggiunto – si realizzeranno nuova produzione, salvaguardia dei livelli occupazionali, ed il possibile aumento degli stessi. La vittoria del si’ al referendum sul futuro dello stabilimento dimostra come il gruppo dirigente dei metalmeccanici della Cgil sia riuscito ad infilarsi in un vicolo cieco, osteggiando fino all’ultimo istante il risultato vincente. Tra le nostre responsabilita’ ci sarà anche quella che i lavoratori non subiscano le conseguenze di questa dissennata scelta”.
CENTRELLA (UGL): ‘Oggi hanno vinto prima di tutto i lavoratori di Mirafiori e li ringraziamo per aver creduto nelle nostre ragioni. La maturita’ e il senso di responsabilita’ hanno salvato decine di migliaia di posti di lavoro e faranno partire finalmente Fabbrica Italia”.
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