“E’ bello essere ancora una volta in piazza”. “C’ero quattro anni fa quando pronunciarono il si a quel devastante mostro che stanno costruendo al Dal Molin: ci sono oggi e ci tornerò domani, nessuno creda che potremo mai rassegnarci”. Sono due delle voci delle oltre 2000 persone che domenica scorsa hanno manifestato a Vicenza per ricordare la data della decisione dell’estensione della base Usa al “Dal Molin”: una pacifica fiaccolata promossa dal Presidio Permanente ha attraversato la città.
Fu proprio il 16 gennaio di quattro anni fa che l’allora presidente del Consiglio, Romano Prodi, dichiarò, da Sofia, che la base si sarebbe fatta. Quella sera, per protesta, alcune centinaia di persone si riversarono sui binari della stazione e posero le prime “tende” di quello che sarebbe divenuto il celebre tendone di ponte del Marchese. Sempre il 16 gennaio, ma nel 2008, una trentina di persone occupò simbolicamente gli uffici della prefettura, l’azione, forse, più eclatante dei No dal Molin.
“Ma – sottolineano i promotori della manifestazione – le donne e gli uomini che sono scesi in piazza in questa nebbiosa serata d’inverno non lo hanno fatto per celebrare una ricorrenza amara, bensì per guardare al domani e al dopodomani; sulle spalle portano l’esperienza di quattro anni di mobilitazione, una cassetta degli attrezzi fatta di conoscenze e iniziative da gettare nella prossima campagna di mobilitazione”.
Dopo l’avvio del cantiere, Vicenza ha subito il dramma dell’alluvione. “Se agli statunitensi non può essere attribuita la responsabilità di aver fatto piovere troppo, di certo si può imputar loro quanto succede grazie al cantiere che hanno voluto a tutti i costi. L’innalzamento della falda, infatti, è il frutto amaro delle palificazioni all’interno del Dal Molin. E la stessa alluvione, che ha colpito anche quartieri in passato mai allagati, è stata così devastante anche per la presenza di quell’ingombrante mostro di cemento e degli argini rialzati per proteggerlo”.
Già in precedenza i comitati “No Dal Molin” avevano denunciato i danni del cantiere statunitense alla falda acquifera presentando anche un esposto alla Procura corredato delle analisi delle fotografie effettuata dal direttore del consorzio idrico di Novoledo, Lorenzo Altissimo.
“La fiaccolata non è stata il momento del ricordo, bensì il punto di partenza di una campagna che chiede verità, giustizia e trasparenza per Vicenza” – ribadiscono i promotori. “La cittadinanza ha il diritto di conoscere, una per una, le cause che hanno portato la città berica a vivere nell’insicurezza dell’alluvione permanente, osservando sotto i ponti l’acqua salire ogni volta che piove; e che vuole sapere quali conseguenze sta subendo il territorio dopo l’avvio del cantiere a stelle e strisce. “Chiediamo verità e trasparenza. Costa venga a riferire alla cittadinanza sul rapporto tra il cantiere della base Usa al Dal Molin e l’alluvione e faccia chiarezza sul futuro del parco della Pace” – ha detto Olol Jackson alla presentazione della fiaccolata.
I vicentini, infatti, hanno dato avvio a una raccolta firme (modulo in .pdf) con la quale chiedono formalmente al Sindaco di Vicenza di convocare un consiglio comunale monotematico che discuta la vicenda del Parco della Pace. “Un spazio che appartiene alla città di diritto, grazie alla sua mobilitazione, ma che è ancora recintato e chiuso. Un grande prato verde che il commissario governativo si era impegnato a sdemanializzare e consegnare ai vicentini, ma sul quale ancora non è stato prodotto alcun atto concreto”. Nel testo della petizione, si invita il sindaco Achille Variati a convocare, durante questo consiglio comunale, Paolo Costa: “che sia il commissario, per una volta, a confrontarsi con la città sui temi che in questi anni sono stati trattati soltanto in conferenze stampa ristrette o attraverso comunicati” – chiedono i manifestanti.
Una prima risposta è arrivata dal sindaco: “Le richieste di verità e trasparenza sono legittime – ha commentato Variati – ed il Presidio Permanente ha diritto di manifestarle secondo le forme che ritiene opportune. Ho già chiesto un tavolo tecnico con il commissario straordinario Paolo Costa, in cui esporrò le nostre analisi. Potrebbe già esserci una data nei prossimi giorni”. Sul Parco della Pace la questione appare però più complessa e le risposte politiche arriveranno, forse, a febbraio.
Tra i tanti vicentini che hanno manifestato vi era anche una delegazione proveniente da Ravenna, dove ha sede la Cooperativa Muratori e Cementisti (Cmc) la cooperativa socia di Legacoop che ha vinto, assieme alla CCC, l’appalto per costruire la base Dal Molin “Una presenza che è stata un piccolo ma prezioso segnale di quei mille fili di solidarietà che legano Vicenza a tante altre comunità e territori. Come quello che ci fa guardare a L’Aquila, dove migliaia di persone provano a ricostruire, a partire dalla propria esperienza quotidiana, una città distrutta dal terremoto; ma, soprattutto, dove i cittadini costruiscono una proposta di legge d’iniziativa popolare per impedire che altri possano subire quanto è avvenuto in questi mesi in Abruzzo” – conclude la nota dei promotori. [GB]
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