Quando s’andava alla Deputazione Abruzzese di Storia Patria (DASP) nella magnifica sede nell’abbazia di Collemaggio, con la vista all’esterno dominante sulla conca aquilana, mentre all’interno s’affacciava sul chiostro, da un lato a pochi metri la Sala Celestiniana con il celebre affresco della Crocifissione di Saturnino Gatti e dall’altro la basilica con le spoglie di Celestino V nello splendido mausoleo di Girolamo da Vicenza, si respirava tutta la storia della prestigiosa istituzione che nel 2010 ha celebrato il suo primo centenario dalla data del Regio Decreto di riconoscimento. Anche se come Società di storia patria negli Abruzzi “Anton Ludovico Antinori” essa affondava le radici al 26 settembre 1888, anno della sua effettiva fondazione all’Aquila. Era tutt’altra cosa, appunto, il contesto architettonico prima che il terremoto del 6 aprile 2009 lo sconquassasse, martoriando la basilica e l’adiacente badia che, oltre alla Deputazione, ospitava un’importante sezione della Biblioteca Provinciale “Salvatore Tommasi” e il Conservatorio Musicale “Alfredo Casella”. Ha quindi dovuto trovare una sistemazione di fortuna, emigrando dalla badia in strutture provvisorie fuori città. L’ha infine trovata, dignitosa, in una struttura dell’area industriale di Paganica-Bazzano rapidamente riadattata per accogliervi l’Archivio di Stato e la stessa Deputazione. E meno male che nella stessa zona industriale c’era una qualche disponibilità di spazi, risultati preziosi e nevralgici per accogliere altre importanti istituzioni, come la Facoltà di Lettere e Filosofia, la Biblioteca Provinciale, la Direzione Regionale dei Beni Culturali, il Tribunale e qualche altro ufficio pubblico, sfrattati dalle sedi nel centro storico dell’Aquila massacrato dal sisma.
Vado con più calma a far visita alla Deputazione, le altre volte passato solo nella bella sala conferenze a piano terra per qualche convegno culturale. Salgo agli uffici, al piano superiore, dove il presidente Walter Capezzali mi accoglie con calorosa cordialità, in ragione del nostro lungo rapporto d’amicizia. Il contesto, come si diceva, è certamente diverso da Collemaggio. Eppure trovo in quelle stanze, dove gli spazi sono necessariamente compressi, un’attività così fervente, quasi frenetica, che davvero mi rincuora. Una straordinaria squadra di giovani sta calando nelle memorie informatiche gli ultimi arrivi di volumi e riviste letterarie, giunti dall’Italia e dall’estero, che vanno a incrementare il crescente patrimonio librario della Deputazione. Ma tra quegli operatori c’è anche chi immagazzina dati d’altra natura: libri, giornali, documenti e la vasta produzione di materiale web che riguardano il terremoto dell’Aquila. Me ne parla, il presidente Capezzali, non senza una punta di soddisfazione, sia per essere ripartita ormai alla grande l’attività ordinaria della Deputazione, sia per la creazione di questa specifica Sezione che, non casualmente, reca l’acronimo SISMAq (Servizio Informativo Sisma Memoria L’Aquila), destinata a raccogliere e conservare, per il presente e per il futuro, la più vasta ed articolata memoria documentaria e scientifica sul terremoto dell’Aquila, a servizio di ricercatori e studiosi nei prossimi decenni. Tutto è ora possibile dall’attivazione del nuovo portale (www.poloserviziculturaliabruzzo.it), che amplia notevolmente le potenzialità degli archivi della Deputazione, bibliografici e video-fotografici, realizzato sopra tutto grazie al generoso sostegno della Fondazione della Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila, per la convinta adesione del presidente, Roberto Marotta, e dell’intero Consiglio di Amministrazione.
Con tale investimento informatico la Deputazione ha fatto un notevole salto di qualità al servizio della cultura nazionale e internazionale, potendo offrire a ricercatori e studiosi sistemi rapidi ed efficaci di ricerca all’interno del notevole patrimonio documentario della DASP. Ne è ben consapevole, il presidente Capezzali, egli che, dirigente per molti anni dei Servizi Culturali della Provincia dell’Aquila, giornalista e scrittore, docente universitario, insigne cultore di storia e letteratura abruzzese, ha sempre preferito definirsi semplicemente “bibliotecario” a motivo della sua lunga consuetudine con la prestigiosa “Tommasiana”, la Biblioteca Provinciale dove per anni ha operato e che ha diretto fino al giorno del pensionamento. Capezzali del nuovo portale è davvero fiero, per lo sviluppo che può offrire alle attività e per l’efficienza d’un servizio che porta la garanzia sul piano scientifico e funzionale della Deputazione, la principale istituzione storica d’Abruzzo e tra le più attive in Italia nel novero delle istituzioni riconosciute dal Ministero dei Beni Culturali. Ma veniamo alla sezione SISMAq. L’esplosione d’attenzione, a livello mondiale, verso il disastroso evento sismico che alle 3:32 del 6 aprile 2009 ha pesantemente colpito la città dell’Aquila ed il suo territorio, ha prodotto un’enorme quantità di documentazione d’ogni genere. Sin dai primissimi giorni, in un’emergenza resa carica di dolore dalla conta delle vittime e dei feriti, delle distruzioni e dei danni, è apparsa chiara la necessità di “fare memoria” di quanto accaduto. Una memoria che si è inevitabilmente differenziata in un vasto compendio di aspetti, tale e tanta è stata la quantità di voci, opinioni, immagini, testimonianze, progetti, riflessioni, denunce, polemiche, realizzazioni, aiuti, sopraluoghi, pronunciamenti, iniziative, produzioni di libri e di documenti filmati.
La Deputazione Abruzzese di Storia Patria ha dunque subito coagulato attorno al progetto di un Polo di Servizi Culturali l’interesse e la partecipazione di Istituzioni e di organismi locali e nazionali, cogliendo la necessità di operare al meglio nel rendere facilmente fruibile la maggior parte delle produzioni informative e documentarie sul grave evento che ha ferito L’Aquila e l’Abruzzo interno. Al tempo stesso offrendo la migliore garanzia, consolidata nella qualità culturale dell’ente, che tutta la mole di materiale raccolto viene conservato nel tempo e reso disponibile. Era prevedibile, sin dai primi riscontri, che l’impresa sarebbe stata particolarmente impegnativa, ma l’interesse e la collaborazione suscitati in centinaia di mezzi d’informazione – dai quotidiani alle riviste ai siti web – se da un lato ha dilatato ancor più le dimensioni del progetto, dall’altro ha incoraggiato la Deputazione a proseguire. Il progetto SISMAq è infatti concepito come base dati in costante evoluzione, con progressiva acquisizione di testi, immagini, filmati, informazioni bibliografiche, collegamenti, ed è destinato a costituire una delle più importanti banche dati nel settore, in Abruzzo ma anche in Italia. Giova richiamare il fatto che, per disponibilità già assicurate, andranno ad arricchire il patrimonio documentario del portale gli archivi dei Vigili del Fuoco, della Rai e della Guardia di Finanza, come pure le dotazioni fotografiche e filmiche di diversi operatori privati. Questa enorme mole di documentazione, al tempo stesso biblioteca materiale e virtuale, è messa progressivamente nella libera e gratuita disponibilità di ricercatori e studiosi per esigenze di ricerca e di studenti per le loro tesi di laurea. La prima database aggiunta di recente accoglie materiali bibliografici e documentari sull’Abruzzo, nella generalità degli argomenti riguardanti la nostra regione. Numerose altre database sono peraltro in allestimento su campi specifici, come l’ambiente nella sua più vasta eccezione, dalla geologia, alla flora e alla fauna, dalla storia antropica a quella artistica, e via dicendo.
Ora che ci siamo, pare doveroso richiamare il profilo della Deputazione di Storia Patria negli Abruzzi – questa la denominazione nel regio decreto di riconoscimento del 1910 – con un breve excursus sul secolo e più d’attività di una delle più prestigiose istituzioni storiche italiane, il cui fine statutario è la ricerca delle fonti, l’illustrazione e la ricostruzione della storia d’Abruzzo. Sin dalla fondazione come Società di Storia Patria, nel 1888, ne è socio onorario il ministro della Pubblica Istruzione, Paolo Boselli, che la rappresenterà in più d’una manifestazione culturale internazionale, mentre tra gli associati si trovano figure di rilievo nel mondo della cultura storica, tra le quali: Theodor Mommsen – storico, giurista, numismatico ed epigrafista tedesco (1817-1903) – autore di un corpus notevole di scritti tra cui una “Storia di Roma” che nel 1902 gli valse il premio Nobel per la Letteratura e la cittadinanza onoraria di Roma. Mommsen, padre dell’epigrafia moderna, la scienza delle iscrizioni su pietra e legno, diede un nuovo ordine allo studio della storia romana. Importanti le sue ricerche epigrafiche ed il contributo reso alla storia dell’antico Abruzzo; Ferdinand Gregorovius, scrittore e storico tedesco (1821-1891), famoso per i suoi studi sulla Roma medioevale per la quale scrisse un’importante opera storica, molto noto anche per i suoi resoconti di viaggio in Italia, compiuti in più di vent’anni di permanenza, descritti in cinque volumi nei quali riporta impressioni, curiosità, illustra località visitate e personaggi incontrati. Numerosi i viaggi ed i riferimenti sull’Abruzzo; Raffaele Cappelli (1848-1921), nato a San Demetrio ne’ Vestini da una delle più importanti famiglie dell’aquilano, i marchesi Cappelli. Giurista, diplomatico a Londra, Vienna e Berlino, parlamentare dal 1878 al 1919, ministro degli Esteri nel quinto Governo Di Rudinì, più volte vice presidente della Camera poi senatore. Fu anche presidente della Società italiana degli Agricoltori. Famosa una varietà di frumento che prese il suo nome, il cui seme fu selezionato nelle sue tenute agricole; Giovanni Pansa (1865-1929), nato a Sulmona, laureato in legge ma per una vita intera storico, numismatico, filologo e studioso delle tradizioni abruzzesi, per le quali discipline ha lasciato una ponderosa serie di scritti. Altri soci illustri, negli anni della fondazione, sono Alessandro d’Ancona, Francesco Savini, Giuseppe Rivera, Antonio De Nino ed altri.
Negli anni successivi alla fondazione molti altri nomi illustri entrano man mano nella Deputazione, operandovi fattivamente: Benedetto Croce (Pescasseroli 1866 – Napoli 1952), la figura più importante della cultura europea nella prima metà del Novecento, filosofo, storico e scrittore. Politico di vaglia, principale ideologo del liberalismo italiano nel secolo scorso, fu senatore e ministro della Pubblica Istruzione nell’ultimo Governo Giolitti. Antifascista, alla caduta del regime fu ministro nel Governo Badoglio e, nell’Italia repubblicana, deputato alla Costituente. Della Deputazione Benedetto Croce fu presidente onorario, rappresentandola in seno all’Istituto Storico Italiano, anche se fu costretto ad allontanarsene a seguito del suo rifiuto all’obbligo del giuramento di fedeltà, imposto dal regime fascista ai deputati delle Deputazioni di Storia Patria; Vincenzo de Bartholomaeis (Carapelle Calvisio 1867 – Milano 1953), filologo, docente di storia delle letterature neolatine nelle università di Genova e Bologna, accademico dei Lincei. La maggior parte dei suoi studi ha riguardato la letteratura italiana del Medioevo, notevoli i suoi scritti; Giuseppe De Blasiis (Sulmona 1832 – Napoli 1914), studioso di Dante, storico, membro di numerose Accademie (Archeologia, Lincei, ecc.), con una corposa produzione di opere; quindi altre figure di rilievo aderiscono, come Filippo Masci, Nunzio Federigo Faraglia, Giulio de Petra, Vincenzo Balzano, Gennaro Finamore, Vincenzo Federici, Enrico Carusi, Luigi Serra ed Ernesto Monaci, il quale ultimo scoprirà a Napoli il “Laudario Aquilano” e “La leggenda di Santa Caterina” di Buccio di Ranallo.
Nel 1914 aderiscono: Gioacchino Volpe (Paganica 1876 – Santarcangelo di Romagna 1971), il più grande storico italiano del Medioevo, docente universitario, segretario generale dell’Accademia d’Italia e accademico dei Lincei, parlamentare durante il regime fascista. Gioacchino Volpe sarà presidente della Deputazione per otto anni, dal 1936 al 1944; Francesco Filomusi Guelfi, di Tocco Casauria (1842-1917), giurista e filosofo del diritto, autore della “Enciclopedia Giuridica”, manuale di cui furono pubblicate ben sette edizioni, senatore del Regno. Negli anni successivi alla fine della prima guerra mondiale alla DASP aderisce Giovanni Gentile (Castelvetrano 1875 – Firenze 1944), filosofo e pedagogo, amico di Croce. Docente universitario a Palermo, Pisa e Roma, senatore, aderì al fascismo diventandone l’ideologo, redigendo nel 1925 il Manifesto degli intellettuali del Fascismo, motivo della rottura con Croce, che rispose con un contro manifesto. Fu ministro della Pubblica Istruzione, promotore della riforma che porta il suo nome. Negli ultimi anni del regime tentò di mettersi al di sopra delle parti (Discorso agli Italiani, 1943), ma venne ucciso dai partigiani a Firenze il 15 aprile 1944. In quegli anni del primo dopoguerra aderiscono inoltre Mauro Inguagnez, Francesco d’Ovidio, P. Aniceto Chiappini, che tanta parte della sua attività di studioso dedicherà alla Deputazione, Ettore Pais, Nicola Barone, Enrico Abbate, Antonio Panella, Francesco Torraca, , Roberto Cessi, Roberto Almagià, Riccardo Filangieri de Candida, Gennaro Monti, Vincenzo Costanzi, Leopoldo Cassese, Amedeo Maiuri, Ugo Rellini, Ruggero Moscati. Dopo il secondo conflitto mondiale la Deputazione riprende vita ed attività grazie ad alcuni benemeriti membri, e segnatamente Luigi Rivera, Ugo Speranza, P. Aniceto Chiappini e Gaetano Sabatini, quest’ultimo medico di Pescocostanzo (1868-1964), intellettuale e studioso di varie discipline, cui si deve il recupero del Chonicon Vulturnensis, autore di oltre 50 opere. Per loro merito la Deputazione abruzzese riprese con vigore a svolgere fino all’attualità la sua insostituibile funzione di promozione culturale, con una sempre più vigile e vivace attenzione all’affinamento delle metodologie, per l’opportuno adeguamento della cultura storiografica regionale ai metodi rigorosi degli istituti culturali nazionali.
Notevoli le personalità che si sono succedute alla guida della Deputazione, dalla fondazione ai giorni nostri. Questa la sequenza dei presidenti: Giulio Dragonetti, Giuseppe Rivera, Alfonso Cappelli, Cesare Rivera, Gioacchino Volpe, Cesare Rivera (commissario), Enrico Carusi (commissario), Luigi Rivera, Vincenzo Rivera (il fondatore dell’Università dell’Aquila), Domenico Savini, Pasquale Santucci, Gabriele Sartorelli, Alessandro Clementi, Francesco Sabatini (già presidente dell’Accademia della Crusca) e, dal 1994, Walter Capezzali. Attualmente il patrimonio librario della Deputazione vanta 25 mila titoli, con alcune pregiate rarità, 37 cinquecentine, vari codici e numerosi carteggi di illustri personalità e studiosi abruzzesi e molisani. Copiosa anche la produzione libraria direttamente edita dalla Deputazione, in aggiunta al Bollettino. E d’altronde non poteva essere altrimenti, sia in ragione della prestigiosa tradizione, sia dall’impegno morale e culturale già insito nell’avere, all’atto della fondazione, intestato l’istituzione ad Anton Ludovico Antinori (L’Aquila, 1704-1778) – epigrafista e storico, religioso nell’ordine dei Padri Filippini poi arcivescovo – cui si deve il merito, egli collaboratore del Muratori, d’aver fortemente contribuito alla nascita della moderna storiografia, correggendo il carattere agiografico dei secoli precedenti, con il ricorso alla rigorosa analisi delle fonti e dell’esegesi dei documenti storici. Monumentale il corpus dei suoi scritti, editi prima e dopo la sua morte, come gli “Annali degli Abruzzi” manoscritti in 24 volumi, conservati nella Biblioteca Provinciale dell’Aquila “Salvatore Tommasi” e pubblicati in edizione anastatica tra il 1971 e il 1980. Questa, in sintesi, la storia della Deputazione Abruzzese, istituzione storica tra le più prestigiose in Italia.
Goffredo Palmerini
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