Il Pentagono ha fatto capire di essere pronto, nel caso in cui fosse necessario, ad un intervento militare in Libia, precisando tuttavia che in ambito Nato “non c’é consenso per fare ricorso alla forza”. Gli Usa si preparano ‘per ogni evenienza’ – come hanno sottolineato sia il portavoce della Casa Bianca, JayCarney, sia il segretario di Stato, Hillary Clinton – e per questo inviano due navi da guerra attraverso il canale di Suez. E intanto, nonostante le pressioni di Usa e Gran Bretagna, l’ipotesi di stabilire una no-fly zone sulla Libia rimane al momento lontana perché sia la Nato sia numerosi Paesi del Consiglio di Sicurezza, e tra questi anche Francia e Russia che hanno diritto di veto, giudicano indispensabile una nuova risoluzione ad hoc.
Una missione italiana a Tunisi per arginare l’esodo verso lecoste italiane, intervenendo lì dove si sono concentrati la maggior parte dei profughi in fuga dalla Libia. Con l’auspicio che anche gli altri paesi imitino l’Italia, visto che l’Unhcr parla di un flusso di 12-15mila persone al giorno che passano i lconfine con la Tunisia. Il vertice-lampo riunito a palazzo Chigiper affrontare l’emergenza Libia ha deciso di puntare sugli aiuti umanitari che daranno assistenza a 10mila profughi, tra i quali moltissime donne e bambini. L’idea è quella di intervenire con alcuni milioni di euro per aiutare Tunisi a gestire l’ondata in arrivo.
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