Alta la tensione in Libia. Secondo fonti Usa le truppe fedeli al rais sarebbero solo 160 chilometri dalla citta’ simbolo della ribellione. Consiglio sicurezza decide su ‘no fly zone’; Lega Araba conferma partecipazione militare per rispetto del divieto di sorvolo se la risoluzione verra’ approvata.
Frattini: altamente improbabile che Gheddafi resti al potere. Ministro del petrolio libico conferma contratti con l’Eni: ‘Scaroni e’ un amico, porte aperte all’Italia”.
Il governo di Tripoli ha mandato un aut-aut: “Se attaccati a rischio tutto il Mediterraneo”. Dagli Usa, invece, cresce la paura: “Se Gheddafi dovesse riprendere il potere, temiamo nuovo terrorismo”.
Il comando degli insorti libici a Bengasi ha lanciato un appello radio ai ribelli affinché raggiungano le loro postazioni per difendere la città dall’offensiva finale annunciata da Gheddafi. “Lo stato maggiore dell’esercito libero libico fa appello ai riservisti perché raggiungano il più presto possibile le loro postazioni d’artiglieria e di lanciamissili”, dice il comunicato, trasmesso dalla radio della Rivoluzione del 17 febbraio.
Forti esplosioni sono state udite nella città libica di Bangasi, seguiti dai tiri della contraerea.
Forti esplosioni sono state udite nella città libica di Bangasi, seguiti dai tiri della contraerea.
La risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che autorizza l’istituzione di una no-fly zone sulla Libia con il ricorso all’uso della forza sembra destinata a passare con l’astensione di Cina, Russia, Brasile, India e Germania. Lo riferisce la rete britannica SkyNews citando fonti del Palazzo di Vetro.
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