Brazzaville/Kinshasa – Medici Senza Frontiere (MSF) richiede protezione per i rifugiati che, a seguito delle violenze scoppiate nella provincia dell’Equateur (Repubblica Democratica del Congo, RDC) si trovano adesso nella Repubblica del Congo (Congo Brazzaville) e nella Repubblica Centrafricana. La situazione nella zona del conflitto rimane incerta, e gli sfollati non hanno ancora accesso all’assistenza umanitaria, nonostante la vastità dei bisogniMSF stima che le violenze abbiano provocato la morte di circa 1.500 persone nella provincia dell’Equateur (RDC) nei sette giorni compresi tra il 28 ottobre e il 3 novembre 2009. Tra il 17 e il 21 dicembre, il centro di ricerca epidemiologica di MSF Epicentre, ha fatto un’inchiesta di mortalità retrospettiva su 5.798 rifugiati nel distretto di Bétou, nella Repubblica del Congo (Congo Brazzaville) provenienti dalla provincia dell’Equateur. Da questo esame è emerso che su una popolazione di 40.500 persone, 1.700 hanno perso la vita a causa delle violenze scoppiate in un periodo di 50 giorni (tra il 28 ottobre e il 17 dicembre). Le vittime principali sono stati uomini di età superiore ai 15 anni.
Queste persone sono state vittime di violenze scoppiate durante un attacco alla città di Dongo, nella provincia dell’Equateur (RDC). Secondo quanto riferito dai rifugiati allo staff di Medici Senza Frontiere sul terreno, il 28 ottobre 2009 centinaia di uomini armati, membri di una delle comunità della provincia dell’Equateur, hanno attaccato gli abitanti della città di Dongo.
Nonostante la gravità degli eventi, i rifugiati rimangono ancora privi di protezione. Le autorità della RDC stanno incoraggiando circa 120mila rifugiati attualmente nella Repubblica del Congo e nella Repubblica Centrafricana a tornare nei propri villaggi, nonostante i rifugiati stessi ritengano che la loro sicurezza non sia lì garantita. L’8 gennaio, MSF ha incontrato l’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati a Ginevra per sottolineare la necessità di garantire protezione ai rifugiati: registrazione, diritto di asilo e non refoulement.
Nella provincia dell’Equateur il conflitto tra gruppi armati e forze di polizia e forze militari sembra continuare. Una parte della popolazione è fuggita dai combattimenti, un’altra temendo per la propria incolumità in seguito all’avanzamento della linea del fronte. A tutt’oggi alcune aree rimangono inaccessibili. Numerose valutazioni hanno registrato l’urgente necessità di aiuto per i 50mila / 60mila sfollati nella provincia dell’Equateur. Dal 30 dicembre 2009 MSF lavora nelle città di Bomboma, nel distretto sanitario di Kungu, e Makengo, nel distretto sanitario di Bonkonzi, dove si sono rifugiate più di 40mila persone.
MSF ha rinforzato le proprie attività nella Repubblica del Congo e nella Repubblica Centrale dell’Africa man mano che giungevano gli sfollati dalla Repubblica Democratica del Congo. Dal 23 novembre le equipe di MSF hanno effettuato oltre 8.600 visite mediche e hanno allestito cliniche in 16 siti lungo il fiume di Oubangui.
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