Un gol per l’Italia. E che sia decisivo. Più che una promessa sembra uno spot, ma a Giampaolo Pazzini di questi tempi riesce un po’ tutto. Anche di sfatare la maledizione azzurra, solo una volta in rete, all’esordio. “Ma é il momento migliore della mia carriera, mi riescono gol pesanti: per questo voglio segnare, ed essere decisivo”, dice. Fanno esatti due anni, da quella volta in Montenegro in cui il centravanti andò in rete con la maglia dell’Italia, poi in altre 14 presenze senza più smuovere lo score personale. “La pressione? E’ quella della partita, non quella personale”, dice ‘Pazzo’, alla vigilia di Slovenia-Italia. “E’ la seconda del girone contro la prima, e perciò è decisiva”, ammette dallo spogliatoio dello stadio Stozice, dove domani gli azzurri incroceranno una nazionale giovane e tecnicamente più forte, a detta di Prandelli. La misura di una distanza impensabile fino a qualche anno fa – gli sloveni avanti rispetto agli azzurri – sta in fondo anche nei numeri di Pazzini: lui è uno dei cavalli su cui puntare, nella formazione messa in piedi da Prandelli, eppure deve fare i conti con questo digiuno oramai troppo lungo. Ma c’é l’intesa con Cassano, per due anni compagno di scorribande calcistiche alla Samp e ora prossimo avversario al derby scudetto di Milano, a rincuorare il centravanti. “Con lui l’intesa è perfetta, mi sono sempre trovato benissimo e conto di proseguire anche domani”, dice Pazzini, cui toccherà il numero 7 sulle spalle (ma per ‘ufficializzare’ i numeri si dovrà attendere domani: l’Uefa vuole una lista di 23, l’Italia ha 24 giocatori al seguito). “Non ho visto Antonio giù di corda – si affretta poi ad aggiungere il suo compagno d’attacco – E’ quello di sempre. Se l’assist per il gol che mi aspetto arriva da lui, tanto meglio. Ma da chiunque arrivi…Basta che sia il gol della vittoria”. A garanzia dell’intesa, ci sono gli anni doriani. “Per due anni ci siamo divertiti moltissimo, insieme – ricorda Pazzini – Spero di continuare domani. Poi al derby penseremo. Sì, in questi giorni di ritiro in nazionale qualche battuta ce la siamo fatta, ma ora non ci pensiamo più: per Milan-Inter ci sarà tempo”. Distanti, anzi distantissimi da quella sfida scudetto del 2 aprile ci saranno anche gli juventini: altro paradosso dell’Italia disegnata da Prandelli, saranno l’ossatura – specie difensiva – della squadra, nonostante il periodo nero in campionato. “E’ un punto da cui ripartire – prova a sostenere Chiellini – Ma attenti alla Slovenia: l’esplosione dei talenti del Palermo dimostra quanti progressi abbia fatto il calcio sloveno. E se non gioca Ilicic, figurarsi quanto sono forti quelli che vanno in campo”. Della Slovenia Chiellini ha un buon ricordo, un 3-0 con l’Under nel quale segnò di testa. “Mi porta fortuna, spero si ripeta”, dice il difensore. Aquilani è pronto a ritrovare la strada giusta in azzurro: “Nella Juve gioco in posizione diversa – dice il centrocampista – ma posso anche fare l’interno con un centrocampista centrale”.
Francesco Grant
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