Senza leader veri ma etica, priva di sostegno popolare e però prima in classifica: la nazionale di Cesare Prandelli nel suo percorso tratteggiato di chiaroscuri si trova davanti domani l’ostacolo maggiore verso la fase finale dell’europeo. A Lubiana gli azzurri, che vantano come fiore all’occhiello un rimpiazzo del Milan, sebbene rinomato come Antonio Cassano, affrontano la Slovenia, forza emergente del calcio continentale e seconda in classifica del girone eliminatorio, staccata di tre punti dagli azzurri. Persino ovvio che nelle piccola repubblica frutto della frantumazione del sogno panjugoslavo di Tito sperino in un aggancio, risultato inopinato fino a qualche tempo fa. E se c’é il dubbio che gli ultrà locali stiano pianificando l’ ennesima replica di una folle notte di incidenti, l’ultimo caso è quello dei ‘cugini’ serbi a Genova ma brutti precedenti tra sloveni e italiani nelle sfide degli ultimi anni non mancano (“c’é da stare attenti – ammonisce il responsabile per il Viminale della sicurezza degli azzurri, Roberto Massucci – ma non da essere preoccupati, i tifosi di Ultrà Italia saranno tra 100 e 150, le autorità slovene dicono che i loro sostenitori sono tranquilli…”), certo per ora è solo l’assalto degli uomini di Kek alla porta di Buffon. Che però avrà davanti in difesa Maggio, Bonucci, Chiellini e Balzaretti, e soprattutto un centrocampo con Aquilani, Thiago Motta e Montolivo dietro Mauri, Cassano e Pazzini. Insomma, per fronteggiare i talenti sloveni ci sarà una squadra degregoriana votata al “coraggio, altruismo e fantasia”, che Prandelli cita in ordine di spartito. “Vedo una gara molto difficile – spiega il ct alla vigilia – loro sono formazione che ha grande entusiasmo ma anche organizzazione di gioco: esterni abili e due punte interessanti, é una nazione piccola che merita i complimenti per quello che sta facendo nel calcio e non mi interessa se i loro giocatori vengono a crescere da noi. Noi però abbiamo la tensione giusta, la voglia di confrontarsi che la scuola italiana deve avere. Dobbiamo cercare di continuare a proporre questo modo di giocare, in casa e fuori, secondo me porta risultati: siamo una formazione che affronta un avversario molto tecnico e vuole comunque fare la partita”. Messa così, sembra che i favoriti siano loro, che pure in classifica inseguono. “E infatti è una gara determinante. Ma noi non guardiamo la classifica: come movimento siamo ‘preoccupati’ dobbiamo ricostruire le basi del nostro calcio, detto che dobbiamo ripartire dal settore giovanile ma i risultati non arrivano in sei mesi o in un anno. Come Italia tuttavia abbiamo l’obbligo di essere sempre competitivi: d’altronde può capitare che una squadra dotata di grandissima talento possa essere messa in difficoltà da gruppo ricco di fantasia. Certo non pretendo di rivaleggiare con gli sloveni sul possesso di palla”. Neanche gli sloveni (nella cui formazione tra l’altro domani potrebbe esserci anche un solo giocatore del campionato italiano, Handanovic) fossero il Brasile d’Europa. Eppure gli azzurri hanno Cassano…”Che non è nervoso, – spiega Prandelli – sente solo la gara. Non deve strafare, deve dare qualcosa di più nell’uno contro uno. In coppia con Pazzini? Mi aspetto i movimenti che fino a qualche mese fa applicavano con successo. Che Italia voglio? Mi auguro una squadra che pressi ordinata e riparta. Non siamo favoriti? Possiamo fare una partita importante”. E magari vincere, che significherebbe allungo forse decisivo nella classifica del girone di qualificazione. Il ct sospira. E aggiunge con un misto di ironia e orgoglio: “Ho letto articoli secondo i quali lo score del possesso palla alla fine sarà dell’ 80 per cento a loro e del 20 a noi, mah: poi forse finisce in altra maniera”. Ricorda lo stimolo dei 150 anni dell’Unità d’Italia (“Sicuramente rappresentiamo con dignità e orgoglio il paese, per la ricorrenza è importante il nostro comportamento anche al di là del risultato”). A proposito di orgoglio: gli chiedono se non si senta sminuito a guidare un’Italia di serie B, replica concreto e intellettualmente onesto. “No, sono fortunato perche essere ct è sempre un grande onore, se poi ci considerano di serie B ci sono sempre le promozioni, presto saremo di nuovo in A. Scherzo, eh”. Ma non scherza affatto, ci crede. Anche perché “se uno come Buffon, che in passato ha scelto davvero la serie B, punta su questo gruppo significa che sa che può rivincere”.
Piercarlo Presutti
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