Lampedusa vuota con 5 tendopoli, navi in rada davanti all’isola. No accordo con Tunisia

Cinque tendopoli per svuotare Lampedusa, navi in rada davanti all’isola per accogliere subito eventuali nuovi arrivi e portarli via, si continua a cercare l’accordo con la Tunisia perché accetti quote consistenti di rimpatri, ma finora senza risultati concreti. Questo il quadro dell’emergenza immigrazione alla vigilia della riunione del Consiglio dei ministri dedicato al tema. Mentre […]

Cinque tendopoli per svuotare Lampedusa, navi in rada davanti all’isola per accogliere subito eventuali nuovi arrivi e portarli via, si continua a cercare l’accordo con la Tunisia perché accetti quote consistenti di rimpatri, ma finora senza risultati concreti. Questo il quadro dell’emergenza immigrazione alla vigilia della riunione del Consiglio dei ministri dedicato al tema. Mentre il premier Berlusconi era a Lampedusa per annunciare che “in 48-60 ore Lampedusa sarà abitata solo dai lampedusani”, al Viminale si lavorava febbrilmente ad una soluzione. Quella più a portata di mano si è rivelata l’allestimento di nuove tendopoli, con il raddoppio di quella di Manduria (da 1.500 a 3.000 posti) e l’accelerazione della realizzazione di quelle di Trapani (800 posti), Caltanissetta (500), Potenza (500) e Pisa (500). Nel giro di 48 ore dovrebbero essere pronte. Per questo motivo sono state chieste alla Protezione civile altre mille tende, per complessivi 6-8mila posti. In serata sono cominciate le operazioni di imbarco sulle prime tre delle sei navi (se ne sta cercando una settima) che dovranno portare i migranti verso i campi. In 1.450 sono saliti sulla nave Excelsior della Grimaldi diretta a Taranto; da lì verranno poi portati a Manduria. Seguiranno poi le altre navi che faranno rotta verso le altre strutture in allestimento. La strada dei nuovi Cie non è però piaciuta a Regioni ed enti locali che hanno protestato con il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, nel corso della Conferenza unificata straordinaria convocata in serata a Palazzo Chigi. Motivo del contendere le tendopoli che il Viminale sta allestendo in tutta fretta contro il parere delle autonomie locali e – hanno protestato diversi governatori – individuate tutte al Sud, con la sola eccezione di quella di Pisa. Alla fine è stato trovato un accordo, ha spiegato il presidente della Conferenze delle Regioni Vasco Errani, “con cui il Governo si impegna a collocare i Cie equamente su tutto il territorio nazionale, tenendo conto anche del fatto che alcune Regioni ospitano già queste strutture”. A chi chiedeva un coinvolgimento di Regioni ed enti locali nella scelte dei siti per la tendopoli, Maroni ha risposto che la gestione dei migranti clandestini è di competenza del Viminale, mentre per i profughi è giusto che siano le Regioni ad individuare i siti. Ma, ha obiettato il vicepresidente dell’Anci, Flavio Zanonato, “oggi il Governo ha fato solo chiacchiere e propaganda parlando di un’emergenza che non c’é, quella dei profughi, mentre ha taciuto su quella reale, i migranti arrivati a Lampedusa”. La Tunisia ha promesso che non ci saranno più partenze, ha annunciato il premier, ma se dovessero arrivare altri migranti a Lampedusa, la strategia è quella di imbarcarli subito dalle banchine del porto su navi con destinazione i centri in via di allestimento. Più complicato sembra invece strappare un accordo con Tunisi sui rimpatri. Negoziati sono in corso, ma finora non ci sono stati impegni concreti da parte delle autorità del Paese nordafricano, poco propense a riprendersi le migliaia di connazionali fuoriusciti. E Berlusconi ha spiegato che l’Italia ha addirittura comprato pescherecci tunisini per evitare che venissero usati per le traversate verso Lampedusa.

Massimo Nesticò

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