Si aprirà domani il processo a carico di tre imputatati per il filone della maxi-inchiesta della procura della Repubblica dell’Aquila relativo ai crolli del terremoto del 6 aprile 2009 in via generale Francesco Rossi, dove morirono 17 persone. Dopo il rinvio a giudizio accordato su richiesta del pm Fabio Picuti dal gup Marco Billi, alla sbarra andranno tre imputati per omicidio colposo, disastro colposo, lesioni colpose e crollo di costruzioni. Si tratta dei fratelli ingegneri Diego De Angelis, che è stato progettista, direttore dei lavori di ampliamento e amministratore del condominio, e che nel crollo ha perso la figlia Jenny, e Davide De Angelis, collaudatore, oltre al titolare dell’impresa che ha eseguito i lavori, Angelo Esposito. Per gli investigatori non ci sono stati errori nella costruzione, piuttosto si pone l’accento su illeciti che sarebbero stati commessi durante una ristrutturazione, avvenuta nel 2000. In particolare, il tetto sarebbe stato appesantito con l’utilizzo del cemento armato; operazione che, per l’accusa, ha aumentato il peso e quindi causato il crollo nel sisma delle 3.32. Contestate anche mancate misurazioni statiche e collaudi. Dalle analisi del consulente del pm Picuti, è emerso anche che l’edificio negli anni Cinquanta era stato costruito sui resti di uno ancora più antico, e usando una malta di qualità pessima.
Foto: Manuel Romano
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