A Firenze i disegni di Michelangelo e Leonardo per la prima volta a confronto, a Venezia tre capolavori di Veronese appena restaurati, ad Arezzo gli stendardi mai visti del Vasari sono le mostre più importanti che si aprono in questo week end di Pasqua. Leonardo e Michelangelo a confronto alla Casa Buonarroti di Firenze per la mostra La scuola del mondo, allestita fino all’1 agosto. La rassegna, che raccoglie 22 disegni realizzati dai due geni dell’arte, prende le mosse da alcuni progetti eseguiti da Leonardo e da Michelangelo per gli affreschi sul tema della Battaglia di Anghiari e della Battaglia di Cascina che i due artisti dovevano dipingere, a gara, nella Sala del Maggior Consiglio, oggi Salone dei Cinquecento, in Palazzo Vecchio. Le due opere non vennero portate a termine, ma gli studi preparatori furono importanti e ammiratissimi, tanto da essere definiti da Benvenuto Cellini la ‘scuola del mondo’. Dalla Biblioteca Ambrosiana sono giunti dieci autografi di Leonardo, scelti in modo da rappresentare quasi tutte le tecniche grafiche da lui adottate nel corso della carriera: dai disegni più antichi tracciati a punta d’argento, a quelli a penna e inchiostro, a quelli a matita nera e rossa, fino ai gessetti colorati. I disegni di Michelangelo della Casa Buonarroti sono stati scelti (a cominciare da uno dei capolavori della Collezione, il celebre Nudo di schiena riferibile alla Battaglia di Cascina), anche con lo scopo di mettere in evidenza alcuni momenti salienti della biografia del maestro.
VENEZIA – Tre capolavori di Paolo Veronese (1528-1588) sono in mostra fino al 24 luglio a Palazzo Grimani. Si tratta de Le Storie di Ester rivelate, provenienti dal soffitto della chiesa di San Sebastiano, di recente sottoposte a un lungo e complesso intervento di restauro. Le tre tele monumentali raffigurano scene del Vecchio Testamento, tratte dal Libro di Ester: il ‘Ripudio di Vasti’, l”Ester incoronata da Assuerò e il ‘Trionfo di Mardocheo’. Veronese intervenne sul soffitto di San Sebastiano tra la fine del 1555 e l’ottobre del 1556 su commissione del prelato Bernardo Torlioni. Il restauro delle tele, durato dal 2008 al 2010, ha restituito ai dipinti lo splendore cromatico e compositivo: la mostra è l’occasione per vedere da vicino questi capolavori che poi torneranno definitivamente nella sede originaria sul soffitto della chiesa di San Sebastiano, a dodici metri di altezza.
AREZZO – Celebratissimo autore delle Vite, pietra miliare della storiografia artistica, architetto nei cantieri degli Uffizi e di Palazzo Vecchio, conteso maestro dell’effimero e di teatrali cicli pittorici, Giorgio Vasari viene ricordato ad Arezzo, sua città natale, con una mostra molto particolare, incentrata sulla sua produzione di stendardi, mai esposta prima. Fino al 30 dicembre, negli spazi del Palazzo Vescovile, ‘Giorgio Vasari. Santo e’ bellò propone anche opere come il Cristo nell’orto, conservata nella clausura di Camaldoli e per questo motivo praticamente mai vista e tutta da scoprire, nonché altri dipinti coevi. Organizzata nell’ambito delle manifestazioni per il quinto centenario della nascita, la rassegna aretina punta a offrire un aspetto praticamente sconosciuto dell’attività del Vasari, cui si dedicò a più riprese dal 1549 al 1573 su commissione delle Confraternite cittadine. Dando vita a opere da cui emergono la freschezza e l’immediatezza di un Vasari pittore intimo, religioso, in grado di superare la magniloquenza dei cicli pittorici libero dalle costrizioni del potere.
Nicoletta Castagni
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