Un decreto legge sull’acqua per stabilire “le regole del gioco” attraverso l’istituzione di un’Autorità. Ad annunciarlo il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia. Il provvedimento arriva a 50 giorni dal referendum del 12 e 13 giugno. E per la consultazione popolare si prospetta il pericolo di un nuovo rischio stop dopo quello sul nucleare, con la decisione del Governo di fermare il piano di rilancio dell’energia dell’atomo. Il provvedimento sull’acqua dovrebbe essere approvato entro metà maggio e, secondo quanto si è potuto apprendere, garantisce la non privatizzazione del settore e gli investimenti. L’opposizione, con il senatore del Pd, Giuseppe Lumia grida al “sabotaggio”. Il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, parla di “deriva golpista” volta “a vanificare i quesiti referendari per garantire al premier il flop del voto sul legittimo impedimento”. Il capogruppo dell’Italia dei Valori, Felice Belisario, parla di vero tentativo di golpe mentre per Nichi Vendola e Paolo Cento, presidente e responsabile campagne referendarie di Sinistra Ecologia Libertà si tratta di un “tentativo di furto di democrazia sotto la spinta di lobby affaristiche”. Mario Staderini, segretario dei radicali parla di inutili leggine da azzeccagarbugli, in palese violazione della legge, e si dice certo che i 4 referendum si faranno. Da parte sua il Fli ribadisce il no al referendum. “Non vorremmo che il Governo – dice il responsabile ambiente, Piercamillo Falsca – sacrifichi la liberalizzazione dei servizi idrici, sancita dal decreto Ronchi”. Per quanto riguarda l’iniziativa del Governo, Saglia spiega che “le liberalizzazioni, come accaduto per l’energia elettrica ed il gas, devono essere regolate quindi ci vuole un’ Autorità terza rispetto al governo che stabilisca le regole del gioco. Penso che l’unica modalità possibile sia l’ inserimento di una proposta di modifica all’interno dei provvedimenti, sotto forma di decreto, che il Consiglio dei ministri sta per varare”. Il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, nei giorni scorsi aveva parlato di “approfondimento legislativo” in riferimento, è stato poi sottolineato, all’efficienza della rete idrica senza entrare nello specifico del Referendum. Si è appreso inoltre, che già da tempo il ministero dell’Ambiente ha depositato a Palazzo Chigi un testo per l’istituzione di un’Autorità autonoma di controllo, data la specificità del settore, per il controllo del sistema idrico. I due punti centrali della ‘guerra’ dell’acqua riguardano la questione ‘privatizzazione’ (art.23-bis del dl Ronchi che introduce la modalità competitiva di affidamento) e il nodo tariffe (fondate sui consumi). In tal senso Federutility lancia l’Sos per investimenti annuali pari a 4 miliardi di euro di cui 2,7 già in cantiere in caso si torni alla fiscalità generale con l’abrogazione della norma che prevede la remunerazione del capitale investito. In campo il Comitato Referendario 2 Sì per l’acqua bene comune. “I referendum sull’acqua ci saranno – ha detto Paolo Carsetti del Comitato – perché siano cancellati vanno abrogate le norme oggetto dei quesiti. Un’Authority non controllerebbe nulla perché non c’é mercato in quanto la risorsa è monopolio naturale”. ” I referendum sono stati richiesti da un milione e 400 mila cittadini. Ora devono andare a votare”. Dall’altra parte il Comitato per il no ai referendum sull’acqua ‘AquaLiberAtutti’, per il quale il servizio idrico integrato merita una legislazione migliore di quella attuale, in particolare nel settore del controllo e della regolazione, da sostenere con una iniziativa bipartisan.
Elisabetta Guidobaldi
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