Per la prima volta grazie a due incontri consecutivi ai quali hanno partecipato tutti, Politica e “Parti in causa”, ci siamo intesi. Per un motivo: si è appalesato che dobbiamo esserci ed esserci tutti, seduti intorno a un tavolo a guardarci negli occhi.
Senza le veline e i veleni lanciati a mezzo stampa e lettere al protocollo.
Gli incontri del 29 marzo e del 21 aprile infatti, e proprio per questo, sono stati i primi ad essere proficui: il Commissario ha normato sui 17 punti critici, il Sindaco si è trovato sotto gli occhi i problemi di ordine pratico sui quali ci si accapigliava.
Per questo un plauso ad entrambi.
Ora, bisogna alzare il livello del dibattito e abbassare i toni del confronto.
In ordine al primo, va compreso che:
– siamo nel cantiere più grande d’Europa: di lavoro ce n’è talmente tanto da bastare per L’Aquila e forse per gli edili del Paese intero. Dunque ben vengano anche le grandi imprese: dispongono di cospicui mezzi di cui noi non siamo dotati, portano valore aggiunto in termini di capitale, di innovazione, di idee, di organizzazione ed esperienza. Dobbiamo solo essere in grado di governare Noi stessi la Nostra rinascita: diversamente ci condanneremo da soli ad un’autoesclusione
– tenere l’Università fuori dalla ricostruzione significa privarci di una risorsa importante: rappresenta non solo un enorme patrimonio di conoscenza ma anche una forza economica aggiuntiva a quella stanziata dai fondi dello Stato: infatti, porta lavoro già pagato con denaro pubblico che, per questo, non richiede un ulteriore sforzo di investimento privato
– avvalerci anche di professionalità esterne: il mondo è pieno di sapere specifico, rinunciarci in nome di una falsa valorizzazione delle intelligenze figlie del territorio significa solo scegliere l’autoreferenzialità, cioè il provincialismo montanaro che da tanto avvita L’Aquila su se stessa. E’ desiderio comune coniugare l’antico con il moderno: ci vuole un confronto globale
In ordine al secondo, va detto che:
– ci aspetta un anno di campagna elettorale per il rinnovo delle cariche comunali: ingaggiare un “guerra tra poveri” impoverisce tutti e rischiamo di fare la fine dei capponi di Renzo
– va stabilito un calendario di incontri per i tavoli tecnici: qui deve sedere un rappresentante competente per ogni “Parte”. Una riunione a settimana è necessaria per individuare i problemi pratici, suggerire ciascuno per la propria parte la soluzione e subito procedere alla determinazione
– vanno stabiliti tempi di esecuzione delle determinazioni assunte nonché le sanzioni per l’inosservanza
Le parti politiche non devono mancare mai: che non si senta più dire da un politico, a due anni di distanza, “ma a questo punto siamo?”
Concludendo, siamo di fronte alla scelta: ricostruire non la 6° ma la 2° città culturale d’Italia o scomparire financo dalla carta geografica dei capoluoghi.
Alessandra Rossi
Vicepresidente e Delegato alla Ricostruzione
Confindustria L’Aquila
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