I grandi, da Galliani ad Agnelli, si sono affacciati in via Rosellini, così tanto per “fare una girata”. Zamparini, presidente del Palermo che grande non è, si è fatto vedere “perché sono il nonno e aspetto sempre che venga fuori del buon senso laddove né commercialisti né avvocati possono risolvere problemi che sono dei presidenti”. Tutti gli altri, da Lotito in poi, hanno preferito attendere per vedere se le castagne dal fuoco alla nuova Lega di A può toglierle domani la Corte di Giustizia Federale. E allora tutto rinviato al 16 maggio, sul filo di lana della stagione sportiva. Si aspetta – come a questo punto è ragionevole che sia – che la Corte, a Roma, esamini il ricorso di Juventus, Milan, Inter, Roma e Napoli avverso alla delibera dell’assemblea del 22 aprile scorso quando 15 contro 5 avevano deciso di affidare al Consiglio di Lega l’attuazione di una delibera che identificava Doxa, Crespi e Sport und Markt come le tre società demoscopiche che devono realizzare la ‘conta dei sostenitori’ prevista dalla legge per dividere 200 milioni di euro di diritti tv. Quella di oggi è stata quindi una tappa interlocutoria della vicenda che vede spaccata in due la nuova lega di A, nata a luglio e già in gravi difficoltà. E potrebbe essere un finale amaro per il presidente uscente Maurizio Beretta che lascia una Lega assente da mesi dal Consiglio Federale, insoddisfatta sulla legge per gli stadi, che ha subito le perdite economiche e di immagine del fallimento di Dahlia tv e adesso anche spaccata in due. “Direi che si sta discutendo di cose molto concrete – afferma Beretta -. Credo si debba ricercare adesso un momento di sintesi dopo un confronto anche aspro”. E per il 16 maggio le ipotesi sono sostanzialmente due: o, come chiedono le big, si torna a discutere di criteri e si rifanno daccapo le designazioni delle società demoscopiche, oppure hanno ragione Lotito e company e allora si va avanti con Crespi, Doxa e Sport und Markt. In ogni caso la Lega di A resterebbe divisa, quantomeno non pacificata, senza idea per il prossimo presidente né per la data dell’assemblea elettiva. A meno di un miracolo, il primo anno di vita della Lega di A, non potrebbe certo definirsi positivo.
Club di serie A divisi, assemblea slitta al 16 maggio
I grandi, da Galliani ad Agnelli, si sono affacciati in via Rosellini, così tanto per “fare una girata”. Zamparini, presidente del Palermo che grande non è, si è fatto vedere “perché sono il nonno e aspetto sempre che venga fuori del buon senso laddove né commercialisti né avvocati possono risolvere problemi che sono dei presidenti”. […]
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