“Barbara Furfari ci parla di tradizione e di femminilità dal glamour retrò descrivendo le emozioni e i sentimenti che le appartengono con un’eleganza e una raffinatezza che partono dal cuore per essere trasposte con tocco meravigliosamente leggero. Creazioni che prendono vita nella sua fertile immaginazione e raccontano del suo amore per la danza”.
Così il critico d’arte Giorgia Cassini presenta Histoire romantique, la personale della pittrice ligure Barbara Furfari con cui prosegue la fortunata ed apprezzata stagione espositiva primaverile del Nyala Suite Hotel di Sanremo (via Solaro, 134)
L’esposizione verrà inaugurata domani pomeriggio (sabato 7 maggio), alle ore 18, nelle Sale D’Arte alla presenza dell’artista, della dottoressa Cassini e di Igor Varnero (Nyala Suite Hotel).
Tele, acquerelli e lastre da incisione ci condurranno in atmosfere incantate e bon ton, tra figure e ritratti dal sapore antico, risultati della personalità romantica e sognatrice di Barbara Furfari.
Fin da bambina l’artista, nata ad Albenga nel 1971 dove vive e lavora, evidenzia una spiccata sensibilità per il mondo dell’arte (compresa la danza) ed i primi lavori sono raffigurazioni di mosaici e figure costruiti con linee geometriche ben studiate, principalmente di colore bianco e azzurro. Il suo percorso artistico prosegue con lo studio della danza classica e con l’iscrizione ad una scuola di pittura di Albenga. Studia con i migliori maestri di pittura ad olio, acquerello ed incisione (antica tecnica di stampa tramandata fino a noi dal XV secolo), acquisendo padronanza delle varie tecniche pittoriche e del disegno dal vero, compreso il nudo. Da qui il passaggio dall’informale al figurativo. Il suo percorso è un continuo studio, finalizzato alla creazione di un proprio stile che le consenta di far emergere pienamente la sua personalità. Ha partecipato a numerose rassegne e concorsi ottenendo premi, consensi della critica e di pubblico, pubblicazioni su giornali, riviste d’arte e libri.
“Meritorie di particolare attenzione – continua la dottoressa Cassini, ideatrice e curatrice della mostra – sono le incisioni che testimoniano l’attenzione per il tempo e la memoria presentandosi come onirici tableaux vivants. La lastra è utilizzata con funzione di supporto e registrazione delle azioni entro atmosfere che recuperano il tempo perduto utilizzando il lessico antico per raccontare il nuovo: i pizzi macramé sono segno di bravura, le punte delle ballerine sono etereo strumento di elevazione. Autorevolezza tecnica e ottima sensibilità poetica raccontata ricamando sopra lastre o carta da carboncino un intreccio di pizzi sangallo, crochet e valenciennes vero e proprio intarsio in cui il gioco sottile delle ombre e delle luci dà al bianco e nero tutto il suo valore poetico”.
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