In Italia sono oltre 700mila i giovani non impegnati nello studio, nel lavoro e nemmeno nella ricerca di una qualche occupazione: un universo composito di ragazzi dai 15 ai 24 anni che corrisponde al 12%, valore nettamente superiore rispetto alla media europea del 3,4%. Il Censis, che ha presentato questi dati nel corso dell’audizione dello scorso 17 maggio presso la Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, li ha definiti “giovani inattivi”. Eppure nel mondo del volontariato, le esperienze che circolano raccontano una gioventù viva, attiva, presente e sempre più impegnata in attività solidali.
Una testimonianza di cittadinanza attiva, che motiva anche l’ultimo disegno di legge costituzionale proposto, come prima firmataria, dal Ministro Meloni, per l’abbassamento dell’età di accesso alle cariche politiche (18 anni per diventare deputato e 25 per la carica di senatore). I numeri della ricerca “Quando i giovani partecipano” diffusi da CSVnet, il Coordinamento nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato, nell’ambito del progetto dedicato ai giovani volontari “Dammi Spazio”, parlano infatti di un aumento dal 6,3% al 7,3% dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni che fanno volontariato (periodo di riferimento 1999 – 2010).
Secondo Andrea Salvini, docente di Sociologia presso l’Università di Pisa, che ha elaborato i dati dell’indagine multiscopo dell’Istat “Aspetti della vita quotidiana” diffusi da CSVnet, cresce poi anche la fetta di giovani 18 e 19enni (dall’8,4% all’11,8%) che scelgono di impegnarsi in attività di volontariato all’interno di associazioni. Positive anche le ragioni che spingono ragazzi e ragazze a partecipare attivamente a progetti, azioni e iniziative di solidarietà. I questionari che sono stati sottoposti al campione della ricerca proponevano infatti una serie di possibili motivazioni tra cui scegliere; quelle che hanno ricevuto il maggior numero di preferenze sono: il bisogno di sentirsi parte di un gruppo (21%), solidarietà verso gli altri (16%), il desiderio d’espressione di sé e di autorealizzazione (13%) e infine la voglia di impegnare il proprio tempo in modo alternativo (13%).
“Le esperienze di volontariato trasmettono valori importanti – commenta Roberto Museo, direttore di CSVnet. “In un momento di forte crisi sociale come questo, il mondo della politica deve considerare il volontariato una priorità, come luogo di sperimentazione e di stimolo per la crescita di nuovi cittadini solidali”.
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