Nel salotto di Porta a Porta, con l’ossequioso Bruno Vespa, che si scusa per la gaffe di martedì. circa le dichiarazioni, semplicemente invertite, della moglie di Pisapia (non rivolte al marito, bensì al capo del governo), Berlusconi tenta il salvataggio in extremis per Moratti e Lettieri, dice che il governo è solido e che, se alcune riforme non sono state rializzate nei primi due anni, si deve alla quinta colonna poi confluita nel Fli, che ha fatto opposizione ed ostruzionismo. Le riforme si faranno, dice convinto il Cavaliere, nei prossimi due anni e risponde seccato al fuoco di fila di Massimo Franco e Stefano Folli che, comunque, argomentano l’abbandono da parte della’elettorato moderato, che sembra orientarsi verso il non voto o altri lidi. Afferma, Berlusconi, che il Pdl resta saldamente partito di maggioranza relativa e che, considerando l’Europa, è anche il partito di governo che tenuta migliore. Parla ancora di giornalisti avversi per partito preso e che fraintendono le sue parole ed i suoi ragionamenti ed ha modo di paragonarsi a Leonardo, cioè ad un vero e proprio genio universale. Vespa gli confeziona anche un servizio per smentire la lettura dei giornali sugli ultimi, allarmanti dati ISTAT e sostenere che in Italia non si va meno bene che in Germania, senza però dire che quella è una locomotiva in piena corsa, noi solo un vagone fermo su un binario morto e proprio dalla scesa in campo di Berlusconi. Siccome qualcuno gli chiede se è vero quanto riportato da la stampa (anche con lui solidale), secondo cui, durante la riunione dell’ufficio di presidenza del Pdl, avrebbe detto: “molto del risultato che si è ottenuto alle elezioni amministrative è dipeso dalla scelta dei candidati”, smentisce recisamente, tesse e cantale lodi dirigenziali e amministrative di Moratti e Lettieri e pugnala i due avversari, definendoli praticamente degli incapaci demagoghi. Il premier puntualizza anche che non si doveva caricare di significato politico il voto amministrativo, ma dimentica di ricordare che a dargli quel significato è stato anzitutto lui. Ma, come scrive il solidale Tempo, più delle smentite conta l’agenda del capo del governo, che oggi e domani sarà al G8 di Deuville e dunque non parteciperà al rush finale della campagna elettorale. E seguirà lo spoglio a distanza, visto che a inizio settimana sarà in Romania per un vertice bilaterale. Insomma il Cavaliere, senza dare l’impressione di una ritirata, pur sostenendo a destra e manca (Giornale, Libero, Tempo, Foglio e Rai 1 e 2, Canale 5 e Rete 4, più Tele Lombardia), che il Pdl “resta in campo” con l’intenzione di restarci, anche perché “sarebbe una follia consegnare le città alla sinistra estrema”; prende le distanze dal risultato, sentendo ormai netta la puzza di sconfitta, tanto a Milano che a Napoli. Ciò comporta, di là da ogni suo affermazione, un problema di equilibri con la Lega, anche se il risultato amministrativo da questa ottenuto non è certo gratificante. “Noi siamo al 26,42% – dice Berlusconi a Porta a Porta – naturalmente non siamo soddisfatti, ma bisogna considerare il particolarissimo sistema di voto: quando sono andato in cabina per votare mi hanno dato un lenzuolo e ho avuto qualche difficoltà a trovare il simbolo del Pdl insieme alla ridda di altri simboli”. “Vorrei rassicurare tutti sul fatto che l’alleanza tra Pdl e Lega rimane l’unica alternativa e l’unica alleanza di governo possibile – sottolinea il capo del governo mentre Vespa scodinzola e gongola – e vorrei assicurare a tutti che il governo è forte di una maggioranza che lo sostiene e che porterà a termine la legislatura, facendo le riforme che sono indispensabili”. “Tendo ad escludere – sentenzia poi – che ci possa essere un nuovo governo dopo i ballottaggi”, ma si vede che è proprio questo che teme. Allora, da navigato imbonitore, sostenuto dall’assist puntuale del conduttore, aggiunge: “Ci aspettano due anni di lavoro fantastici, finalmente con questa nuova maggioranza possiamo fare le riforme”. A partire da quella del Fisco “in modo che non ci siano più vessazioni per i cittadini” (peccato che proprio in queste ore Tremonti lo smentisca). Poi torna a criticare pesantemente i media: “I grandi giornali, a partire dal Corriere della Sera, le tv private Sky e La7, e la Rai pagata con i nostri soldi, stanno tutti con la sinistra. La sconfitta della Moratti è colpa della disinformazione dei media”. Se la prende in particolare con Enrico Mentana, direttore del Tg7: “È fazioso” (eppure è tra i pochi non multato dall’Agicom). Ricorda, opportunamente imbeccato dal provvidenziale Vespa, la vicenda delle multe per le sue interviste: “Ho visto una frase di Veltroni che mi diceva che stavo zitto da giorni. Allora ho pensato che era il caso di fare un’intervista con un solo telegiornale. Tutti gli altri l’hanno voluta fare e non ho potuto dire di no. Li avevo pregati solo di non mandarle in onda tutti assieme, ma si sa che queste cose non sono controllabili.” Naturalmente rigetta sul Comune la responsabilità immondizia a Napoli, trascurando Provincia e Regione e non menziona mai, né lo fanno Vespa o gli altri, la questione de L’Aquila, al palo come questa Italia descritta come un paradiso, ma che precipita in un inferno di portata dantesca. Ieri, pare, Berlusconi abbia giocato anche l’asso del sostegno di Confindustria. “Cercate di sostenere di piu’ questo governo. Datemi una mano, a volte mi sento un po’ solo”, pare abbia detto, secondo l’ASCA, nella cena di ieri sera con 80 industriali alla vigilia dell’assembla annuale di Confindustria. ”I governi non fanno l’economia. L’economia la fanno le imprese. Tuttavia, mai nessun governo e’ stato cosi’ vicino alle imprese come questo. Un governo guidato da un imprenditore”, ha proseguito il premier ricordando le misure prese dall’esecutivo a favore delle imprese. ”Noi abbiamo fatto tanto. Nel decreto sviluppo sono tante le misure che abbiamo inserito per favorire l’attivita’ imprenditoriale”, ha concluso. Durante la cena, Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, ha illustrato al presidente del Consiglio – impossibilitato a partecipare all’assemblea degli industriali per i già richiamati impegni del G8 in Francia – i passaggi principali della sua relazione. C’e’ molta attesa per l’introduzione che terra’ la Marcegaglia all’Auditorium Parco della Musica di fronte a una situazione economica che continua a essere definita di stallo, dopo gli avvertimenti del Fondo monetario internazionale sulla necessita’ di riforme strutturali, l’allarme sul debito pubblico italiano lanciato dall’agenzia di rating Standard&Poor’s e i dati sociali illustrati qualche giorno fa dall’Istat che indicano un impoverimento generalizzato del paese. Secondo le previsioni, la presidente di Confindustria dovrebbe lanciare un appello alla politica e al governo affinche’ si mettano immediatamente all’ordine del giorno le riforme che possano rilanciare la crescita: dalle privatizzazioni alle liberalizzazioni, dal rilancio della costruzione delle infrastrutture al fisco. Il fatto che, per la prima volta, in platea vi sarà anche Giorgio Napolitano, crea tensione circa ciò che la Confindustria dirà circa il sostegno al governo. C’e’ attesa inoltre per sapere chi prendera’ il posto di Emma Marcegaglia, dal momento che il suo mandato di presidente e’ in scadenza. Si e’ infatti gia’ aperta la corsa alla successione. Per l’incarico di presidente di Confindustria si fanno i nomi di Gianfelice Rocca, presidente del gruppo Techint, Giorgio Squinzi, patron dalla Mapei e presidente di Federchimica, Aurelio Regina, presidente di Unindustria, Andrea Moltrasio, vicepresidente per l’Europa dell’associazione degli industriali, Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia. Ma non si esclude neppure la nomina a sorpresa di Diego Della Valle, proprietario della Tod’s, spesso critico nei confronti delle politiche economiche del governo e di Berlusconi. Ed è curioso, proprio mentre Berrlusconi dichiara che il casa Pdl è tutto tranquillo, considerare che l’altro ieri,a l termine di un convegno sui paesi del Mediterraneo organizzato dall’Aspen, il ministro Tremonti aveva dichiarato che il proprio ”ideologo di riferimento” in materia di imprese e di azionisti e’ proprio Della Valle. Oltre che defilato sarà meglio che Berlusconi stia allertato.
Carlo Di Stanislao
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