Melania Rea: si indaga su cosa fece Parolisi il 19 aprile in caserma

I carabinieri continuano il lavoro sui testimoni dell’inchiesta sul brutale omicidio di Carmela Melania Rea, la casalinga ventinovenne di Somma Vesuviana scomparsa ad Ascoli Piceno il 18 aprile e ritrovata uccisa a coltellate due giorni dopo in un pineta a Ripe di Civitella (Teramo). In questi giorni si sono concentrati sulla caserma del 235/o Rav […]

I carabinieri continuano il lavoro sui testimoni dell’inchiesta sul brutale omicidio di Carmela Melania Rea, la casalinga ventinovenne di Somma Vesuviana scomparsa ad Ascoli Piceno il 18 aprile e ritrovata uccisa a coltellate due giorni dopo in un pineta a Ripe di Civitella (Teramo). In questi giorni si sono concentrati sulla caserma del 235/o Rav Piceno, dove il marito della donna Salvatore Parolisi è addestratore delle donne soldato e dove il caporalmaggiore dovrebbe tornare a breve, una volta terminata la licenza per gravi motivi familiari. E ritengono di avere ricostruito con sufficiente chiarezza quello che Parolisi fece nelle ore e soprattutto nel giorno successivo alla scomparsa della moglie. Il 19 aprile infatti non partecipò alle ricerche della donna (all’epoca si pensava ancora ad un allontanamento volontario), ma andò in caserma e vi rimase per varie ore. Ma cosa fece non trapela dal riserbo degli inquirenti, perché potrebbe essere importante ai fini dell’inchiesta. Continua anche la “caccia” ad altri testimoni che potrebbero confermare con certezza la presenza o l’assenza della giovane donna sul pianoro di Colle San Marco, da cui, secondo il marito, si sarebbe allontanata per non fare più ritorno: due donne, una bionda con un bambina, l’altra con capelli ricci e occhiali da vista, ma anche due ciclisti che le avrebbero viste. Dopo il sopralluogo di ieri (che ha portato a repertare un paio di jeans da uomo e un maglietta che saranno esaminati dai carabinieri del Ris) gli investigatori continueranno poi a setacciare i dintorni della pineta di Ripe di Civitella, battendo tutte le possibili strade e i sentieri che potrebbe aver percorso l’assassino allontanandosi dalla radura nel Bosco delle Casermette, dove è stato trovato il corpo di Melania. Sotto osservazione anche le tracce di pneumatici accanto al cadavere. Intanto, in attesa dei risultati dell’autopsia e di quelli degli accertamenti di polizia scientifica, Parolisi ha nominato due legali che lo assisteranno in qualità di persona offesa nell’inchiesta per l’omicidio della moglie: sono Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, del foro di Perugia, già noti per avere partecipato a casi famosi. Sono i difensori di Rudy Guede nel processo Meredith e i legali della madre di Sarah Scazzi. “Salvatore – hanno detto oggi dopo un incontro con il pm Umberto Monti ad Ascoli – sta vivendo una situazione drammatica”, oltre che un “linciaggio mediatico”. “Lui vuole arrivare alla verità sia per Melania, sia per poter dare, un giorno, risposte alla figlia Vittoria”. Al primo punto dell’agenda però c’é il recupero dell’immagine del giovane vedovo, che pur essendo parte lesa, è al centro dell’inchiesta e il principale sospettato. Ma non serve solo un’operazione di immagine: come primo atto è stato nominato come consulente di parte un medico legale anche lui già noto alle cronache per essersi occupati dei delitti di Cogne e Garlasco: Lorenzo Varetto. Anche la famiglia di Salvatore è sotto pressione e oggi la mamma del caporalmaggiore, Vittoria, ha invocato “la verità al più presto, perché noi non ce la facciamo più”.

3 risposte a “Melania Rea: si indaga su cosa fece Parolisi il 19 aprile in caserma”

  1. Debby ha detto:

    Fra testimoni dell’ultima ora e mille ipotesi tutte plausibili, mi chiedo se sia possibile ricorrere anora una volta alla scienza come hanno fatto i bravissimi magistrati e inquirenti del caso Scazzi: sono riusciti a risalire ai minimi spostamenti dei cellulari, addirittura spostamenti di pochi metri. Se si facesse lo stesso per i cellulari della povera Melania e per quelli del marito, si saprebbe finalmente s el’uomo racconta la verità, se lei era davvero alle altalene e se è salita in auto e con chi. Di certo se è salita in auto con qualcuno, anche quel qualcuno, come tutti ormai, aveva con se un telefonino!

  2. Giugliano Vincenzo ha detto:

    be forse il Parolisi si sente mancare il terreno sotto i piedi e allora ha pensato bene di farsi rappresentare da 2 avvocati,mi domando come mai non vengono fuori i testimoni che si cercano evidentemente siamo Italiani,e come tali abbiamo paura di farte da testimoni,è tutto assurdo poi si pretende di fare giustizia,un paese dove nessuno vede e nessuno sà.

  3. Marica ha detto:

    Parolisi, parolisi mi spiace per gli avvocati che lo assistono , fino a ieri mi erano simpatici , ma non avendo visto Melania a san marco lui rimane al centro delle investigazioni ,inutile girarci intorno, come mai il 19 non ha partecipato alle ricerche della moglie? come mai indossava gli occhiali di Melania tenuti dalla stessa anche al supermercato , come mai non si usa il satellite? come mai l’anello di fidanzamento fuori dalle dita? e’ la firma di Melania

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