L’Italia è il Paese dei troppi festival e tuttavia, quelli che restano nel tempo, hanno, per lo più, una loro ragion d’essere, ora spettacolare e commerciale, ora più squisitamente cinefilia. Oggi, seguendo la tendenza degli altri grandi festival, che puntano sempre più sulla presenza di giurati e presidenti star, il Festival del Cinema di Roma ha annunciato che a presiedere la giuria nell’Edizione 2011, sarà Ennio Morricone, che, in passato, era stato giurato alla Mostra di Venezia e di Cannes e che ha accettato l’incarico con entusiasmo, condividendo l’impegno con un’altra etoile: il ballerino Roberto Bolle. Quanto ai criteri di valutazione, il duo Morricone-Bolle aspetta precise indicazioni da Rondi, presidente della Fondazione cinema per Roma, che, d’intesa con il Comune, ha anche lanciato una nuova iniziativa presentata stamani alla stampa: il Festival del cinema universitario di Roma, ovvero un concorso di corti realizzati dagli studenti della capitale. In programma dal 27 ottobre al 4 novembre, questa nuova edizione è stata in forse per i finanziamenti sino ad un paio di mesi fa ed al centro di nuove polemiche pochi giorni or sono, quando la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, aveva ventilato la volontà di affidarne la direzione a Marco Muller, idea guardata con ironico stupore da molti operatori, che avevano malignato circa le proposte estemporanee della Polverini, la quale avrebbe anche voluto spostare la kermesse da Roma ad Ostia. A Cannes, il 19 maggio, la Polverini aveva dichiarato: “Abbiamo potuto verificare di persona la realtà organizzativa del mercato di cinema all’interno di Cannes. Potrebbe rappresentare un vero e proprio modello per il festival internazionale di Roma, che deve puntare sempre di più su questo fondamentale elemento, a cominciare dalla necessità logistica di concentrare anche le attività del mercato all’interno dell’Auditorium Parco della Musica”. Sempre a Cannes, poi, il ministro Galan, che pure si dice amico del cinema, aveva polemizzato con gli organizzatori del Festival di Roma, dichiarando che dire che tale manifestazione è finanziata dai privati “è pura ipocrisia”, poiché “i finanziamenti che vanno al festival capitolino sono tolti da altre cose”. A parte queste polemiche, ciò che ci rende felici in questi giorni, è il fatto che, dal 19 al 20 scorsi, il gruppo di cinefili Cinema Dal Basso, per la seconda volta, è riuscito a mettere in piedi un Festival del Cinema Indipendente, un appuntamento che, al Teatro Civico di Caserta, ha acceso i riflettori su cortometraggi di giovani autori e su lavori di registi già affermati, ma poco distribuiti. Ad alzare il sipario è stato il lungometraggio “Ma che Storia…” del documentarista Gianfranco Pannone, lo stesso che ha meritato gli applausi della platea all’ultimo Festival di Venezia e del pubblico aquilano, nella presentazione in città, curata dalla “Lanterna Magica”, alcuni mesi or sono. Il Festival di Caserta, che ha anche ricevuto sovvenzioni dalla Direzione Cinema, del sempre sensibile e presente direttore generale Nicola Borrelli, ha ottenuto grandi consensi ed ha permesso di vedere film difficilmente reperibili altrove: Stand By Me, candidato ai David di Donatello, le opere dell’originalissima Elenfant Film e alcuni cortometraggi spagnoli di grande interesse. Molto piacere ci fa anche l’accordo, siglato il 18 maggio a Cannes, nel Padiglione italiano del Festival, tra Mediocredito Italiano-Gruppo Intesa Sanpaolo e la controllata di Anica, Anica Servizi, relativa all’accesso ai finanziamenti ordinari da parte delle imprese di produzione cinematografiche, che da speranza di più ampio respiro alla cinematografia di Casa Nostra. Non ci fa poi minor piacere, il “Rapporto 2010. Il mercato e l’industria del cinema in Italia”, presentato all’Univesità Luiss Guido Carli di Roma dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, Cinecittà Luce, con il sostegno della Direzione generale per il cinema del Ministero per i Beni Culturali, in cui si legge che, lo scorso anno, sono stati prodotti da noi centoquarantuno (di cui 114 con capitali solo italiani e 27 co-produzioni), che rappresentano il terzo migliore risultato degli ultimi 30 anni. Dopo i 163 film del 1980 e i 154 del 2008, si è arrivati a un record assoluto di investimenti privati: 276,9 milioni di euro. E tuttavia continua però a calare il sostegno del Fus: nel 2010 di 35,4 milioni (l’11 per cento delle risorse totali) cui vanno aggiunti i 33,8 milioni di euro delle agevolazioni fiscali. Il direttore generale per il cinema del Ministero dei Beni Culturali, Nicola Borrelli, ha sottolineato come pur diminuendo i fondi diretti dello Stato attraverso il Fus, “aumentano quelli delle agevolazioni fiscali, che vanno a compensare. Nel 2010 in tutto sono stati iniettati nel mercato 135 milioni e questa sarà anche la soglia del 2011”. Secondo il presidente dell’Anica Riccardo Tozzi, non si può però parlare di crisi superata. Occorre produrre più film e fissare l’obiettivo sull’esercizio che, con 3000 sale circa, non copre alcune parti del territorio nazionale. C’è una perdita costante di sale urbane che causa anche un problema al cinema di qualità, per cui gli spazi sono sempre meno e il futuro passa sempre più per il web, tanto che la stessa Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha attivato un apposito sito per tale tipo di fruizione (http://www.anica.it/link/index.htm.) Una volta i film “uscivano” solo al cinema. Poi, c’è stato l’avvento dell’home video ed ora con internet si stanno aprendo tutta una serie di possibilità in più per vedere il proprio film distribuito e soprattutto visto da milioni di spettatori. Su questo specifico settore, con un partenariato forte, si sta indirizzando anche l’Istituto Cinematografico Lanterna Magica, con un progetto web di cui presto sarà data notizia.
Carlo Di Stanislao
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