Ignazio Silone, un illustre figlio di terra abruzzese, tra ricordo e attualita’

Pescina dei Marsi ha ricordato lo scorso 9 aprile, con la XVII edizione del premio internazionale, un suo  illustre figlio, Ignazio Silone. Tale splendida  manifestazione, si è tenuta nel paese natale del compianto ed autorevole  scrittore contemporaneo, uno dei più quotati, alla presenza di tante autorità civili e religiose tra cui l’assessore regionale alla cultura, […]

Pescina dei Marsi ha ricordato lo scorso 9 aprile, con la XVII edizione del premio internazionale, un suo  illustre figlio, Ignazio Silone. Tale splendida  manifestazione, si è tenuta nel paese natale del compianto ed autorevole  scrittore contemporaneo, uno dei più quotati, alla presenza di tante autorità civili e religiose tra cui l’assessore regionale alla cultura, Luigi De Fanis. Il fine di questo premio, secondo il Presidente Walter di Bastiano,  è quello  di perpetuare nella memoria collettiva, il ricordo e l’esempio di una delle menti più lucide del 900  italiano, sia in campo letterario che nel pensiero politico. Tale riconoscimento, allo scrittore Ignazio Silone fa un grande onore alla terra abruzzese, poiché  una delle sue opere dal titolo “ Fontamara” tratta un tema di straordinaria attualità, sebbene  siano trascorsi più di  30 anni; egli racconta la realtà di un povero paese di montagna nella Marsica, durante i primi anni del periodo fascista. Usa un linguaggio molto semplice, come semplici sono gli abitanti di questo paese  il cui nome   fu inventato da Silone proprio per  far cadere l’accento su uno dei problemi che più affliggevano la gente: la mancanza d’acqua. Infatti nel romanzo  si narra di povera gente, dedita al duro lavoro dei campi e alla famiglia che si accontentavano del poco, vivendo nella più assoluta povertà. Quando ai Fontamaresi, venne deviato l’unico corso d’acqua del paese verso le terre del  Fucino, nacque in loro lo sdegno ed il desiderio di ribellarsi e per la prima volta fecero azioni collettive, per il bene della propria terra. Silone, in Fontamara, vuole ribadire la necessità di estendere l’importanza della cultura e dell’istruzione, per non essere spesso inconsapevolmente, vittime di raggiri e soprusi,  dal momento che  un popolo ignorante  si può facilmente strumentalizzare e   manipolare con l’astuzia. L’esperienza di impegno sociale di Silone, resta per noi un modello unico di dedizione e di sollecitudine nei confronti dei deboli, degli indifesi,degli oppressi,  che  in tutti i suoi libri  sono   fonte di un sentimento di emancipazione sociale e di giustizia. A tal proposito, nel nostro Paese in questi giorni, si sta trattando il problema della privatizzazione dell’acqua,dove ognuno ha il sacrosanto diritto di esprimersi secondo coscienza ed al di fuori di ogni condizionamento politico e sociale. L’acqua, il famoso oro blu, benché sia apparentemente inesauribile, è tuttavia distribuita in modo diverso tra le Regioni e  secondo le epoche. Essa è così familiare che spesso se ne dimentica l’importanza e l’originalità. Sin dai tempi più remoti, l’uomo ha dovuto  far fronte al problema “ acqua” con opere idrauliche, quando le risorse della stessa, non erano sufficienti o irregolari. Il problema idrico non è mai stato risolto ed è una delle maggiori preoccupazioni di molti Stati; infatti si è alla continua ricerca di sorgenti d’acqua potabile, nella maggior parte dei paesi europei, tanto che il suo  crescente valore si sta avvicinando sempre più a quello del petrolio e a certe risorse minerali,  ormai in fase di esaurimento. La sua rarità e la relativa importanza, porteranno sempre più a problemi politici e a conflitti internazionali, inerenti a regole mondiali  sul controllo, sulla gestione e sulla difesa di questo bene comune e patrimoniale. Trattandosi di una questione   di primaria importanza per la vita di tutti gli abitanti del pianeta, si sta assistendo ad un crescendo fenomeno di privatizzazione, che invece dovrebbe seguire  una logica di libera regolamentazione del mercato. Il fenomeno della privatizzazione dell’acqua  si è già concretizzato, nel Regno Unito come scelta politica del governo Thatcher ed in altri paesi come la Germania, l’ Irlanda ed i Paesi Bassi. Come la privatizzazione del petrolio, si è rivelata un errore storico, allo stesso modo bisogna necessariamente impedire quella dell’acqua, poiché la stessa non è una soluzione, né dal punto di vista politico, nè sociale, né economico, né ambientale,  né etico, in quanto comporterebbe soltanto un aumento dei costi, in modo smisurato. Essa è una risorsa naturale, sempre più necessaria perché in via di rarefazione, a causa dell’inquinamento e degli sperperi; è dunque un bene economico. A questo proposito Silone scriveva:” Sarebbe proprio la fine di tutto, se il capriccio degli uomini cominciasse a influire perfino sugli elementi creati da Dio, cominciasse a deviare il corso del sole, il corso dei venti, il corso dell’acqua stabiliti da Dio”. Nella storia della letteratura italiana ed europea,  così come nella storia politica del nostro tempo dalle opere di Silone emerge quella passione,sensibilità umana e giustizia che ci hanno permesso di ricavare insegnamenti preziosi e conoscenza più profonda della nostra gente. Questo è il giudizio da consegnare alla storia, nel ricordo di un uomo, ancor prima che intellettuale,  il quale ha speso la sua vita al servizio della cultura e della parte più povera della sua terra. Riporto, in conclusione di questo articolo, un brano di Fontamara che, più di mille altisonanti parole, esprime il profondo attaccamento di Silone ai contadini del Fucino e alla loro condizione sociale di estrema ignoranza e povertà. “ In capo a tutti c’è Dio, padrone del cielo. Questo lo sanno tutti. Poi viene il Principe Torlonia, padrone della terra. Poi vengono le guardie del principe. Poi vengono i cani delle guardie del principe. Poi nulla. Poi ancora nulla. Poi ancora nulla Poi vengono i cafoni… E si può dire che è finita.”

Maria Elena Marinucci

 

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