A Jovanotti il premio Mogol 2011

“Un ricordo rivissuto al presente, un uomo che si rivede bambino davanti alla scuola in attesa della mamma che non potrà più venire a prenderlo, ancora con le sue tasche piene di sassi e con il cuore pieno di smarrimento. Una serie di immagini che è facile veder tremare dietro le lacrime. In questo testo […]

“Un ricordo rivissuto al presente, un uomo che si rivede bambino davanti alla scuola in attesa della mamma che non potrà più venire a prenderlo, ancora con le sue tasche piene di sassi e con il cuore pieno di smarrimento. Una serie di immagini che è facile veder tremare dietro le lacrime. In questo testo ritroviamo il miglior Jovanotti, vero artista che raggiunge spesso i suoi acuti nei ricordi familiari, che sa trasferire a tutti così come li ha vissuti”. Con questa motivazione, Jovanotti con il testo “Le tasche piene di sassi”, si è aggiudicato l’edizione 2011 del Premio Mogol Valle d’Aosta, dopo essere stato già coronato come miglior autore nel 2008, in occasione della prima edizione dell’evento. Nella conferenza stampa che ha anticipato la serata di premiazione, gli artisti e la giuria si sono confrontati con il tema del ritorno al valore del testo, della parola, fil rouge che ha fatto nascere il premio istituito dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta e dedicato proprio all’amico e maestro della parola, Mogol. Il Maestro e la giuria hanno atteso la tarda serata per rendere pubblico il nome del vincitore.

MOGOL
“Non so cosa è cambiato in questi anni grazie al Premio, sicuramente qualche cosa ha prodotto di positivo. Il primo vincitore fu Jovanotti e lui se vi ricordate disse: è come se avessi vinto il Nobel e quindi ciò ha gratificato molto noi e ha gratificato anche lui che l’ha ricevuto. Noi speriamo che quando qualcuno scrive o debba cantare una canzone si domandi se può vincere il premio Mogol o no. La cosa più importante, quando io sento un cantante, è che sia credibile con un testo che provochi delle emozioni. Questo è il metro. Se ha un testo che mi lascia senza emozioni per me non ha grande valore”.

I finalisti della quarta edizione e gli ospiti presenti ad Aosta di emozioni sul suggestivo palco del Teatro romano ne hanno lasciate tante: Davide Van de Sfroos, Alessandro Mannarino, Maz Gazzè, Le Striscie, Davide Mogavero, i Btwins, Ron e Licia Maglietta che ha recitato parte dei testi dei brani musicali in gara. Le corde del cuore hanno poi vibrato con l’esibizione di Noa, che ha cantato in lingua napoletana “Io te vurria vasà”, accompagnata da una chitarra, con alle spalle magici tocchi di luce che hanno valorizzato la struttura del Teatro romano, luogo scelto come cornice privilegiata e unica di un premio sul quale la Valle d’Aosta investe con successo da quattro anni.

LAURENT VIERIN – Assessore all’istruzione e cultura
“E’ un premio che cresce, da punto di vista dei contenuti, e intanto dal punto di vista della diffusione tornerà su Rai 1, dopo i grandi dati di ascolto dell’anno scorso, ma sarà anche diffuso su Radio rai 1 nazionale. Cresce nei contenuti e nelle presenze degli artisti. Questo è un premio che è un progetto, un progetto che rivaluta il ruolo della cultura popolare e della canzone italiana, dei testi, della parola. Questi artisti, che sono stati selezionati da una giuria di alto profilo culturale, con giornalisti di fama nazionale, e dal maestro Mogol, si contenderanno questo quarto Premio Mogol dedicato ai testi, alla parola e soprattutto promuoveranno la Valle d’Aosta in Tv, promuoveranno il Teatro romano come luogo restituito e restituito anche alla sua funzione originaria, cioè luogo di spettacolo. Soprattutto cercheranno di promuovere la nostra Valle per i beni culturali nel suo insieme, per promuovere grandi eventi e per promuovere la nostra regione, che merita dal punto di vista del turismo culturale di avere ulteriori sviluppi per cercare di creare anche un indotto e delle ricadute economiche sul territorio”.

La serata, condotta per la seconda volta da Fabrizio Frizzi, ricca di emozioni e riflessioni sulla musica popolare e sui testi in gara, ha lasciato il segno nel pubblico presente, “12° uomo in campo”, come ha detto Mogol a fine serata.

A decretare la vittoria di Jovanotti, per un testo scritto in un momento delicato della sua vita, è stata la giuria presieduta da Mogol e composta dallo stesso Giulio Rapetti, dai giornalisti Mario Luzzato Fegiz del Corriere della Sera, Marinella Venegoni de La Stampa e Paolo Giordano de Il Giornale. Immancabile sul palco anche Mara Maionchi, produttrice discografica e personaggio televisivo, fin dall’inizio ospite del Festival.

MARA MAIONCHI
“Una scelta devo dire obbligata, non perché gli altri non siano bravi, ma perché Jovanotti è riuscito a fare un miracolo, in ogni età della sua vita è riuscito ad essere formidabile, quando era giovane scriveva per i giovani, quando è diventato adulto ha scritto per gli adulti, devo dire che è un uomo che ha attraversato tutte le età con grande credibilità. E’ un artista formidabile. Lo trovo fantastico… Abbiamo bisogno anche delle nuove proposte. Ho trovato questo Mannarino molto particolare, un fatto artistico interessante. Ho trovato anche molto carino il pezzo dei ragazzi “Le Striscie”. Questa Napoli così, una città che ha dato veramente tanto come situazioni, come racconti, davanti ad un racconto stranamente diverso dagli altri, è veramente il momento di soffermarsi seriamente su Napoli”.

Anche se assente sul palco perché negli Stati Uniti per il suo tour, Jovanotti ha commosso con un messaggio di ringraziamento letto dal compagno di avventura e amico Saturnino, suo storico bassista.

SATURNINO
“Innanzitutto mi deve ancora dare l’omino del David di Donatello che abbiamo vinto insieme l’anno scorso…ce l’ha in casa quindi questo lo tengo fino a quando lui non mi da l’altro. A parte questo…E’ una cosa straordinaria il premio in sé e il fatto di riuscire a trasmettere emozioni, che poi è la soddisfazione grande.
Devo dire che sta andando tutto in maniera quasi finta. Quando mi hanno detto che avremmo fatto quattro date al Foro di Assago per me è stato qualcosa di incredibile. C’è una reazione da parte del pubblico, delle persone che vengono a vedere i concerti quasi…non lo so…sembra quasi che sono pagati loro. Scrivono delle cose su tutti i social network, c’è una sorta di ringraziamento generale che fa quasi impressione, è una roba incredibile…con questa canzone qua è riuscito…la parte finale del nome Mo GOL, ha fatto un altro gol incredibile”.

“Questa canzone per la quale vengo premiato – ha scritto Jovanotti – è nata in cinque minuti, e in cinque minuti sono stato di nuovo bambino alle prese con l’abbandono, ed era una sensazione forte che stavo vivendo per davvero mentre scrivevo quella canzone. Ricevendo questo premio si compie un piccolo prodigio, il dolore e il senso di abbandono si trasformano in me nel loro opposto: gioia e voglia di condividere con tutti la gioia di fare un mestiere che mi permette di non sentirmi mai davvero solo e abbandonato.”

La cerimonia di premiazione sarà trasmessa, giovedì 23 giugno, alle ore 22.30, su Rai Uno e in contemporanea su Radio Uno nazionale.

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