Ancora nessuna conferma, da parte della Procura di Ascoli, sul proprietario del telefonino recuperato il 10 giugno scorso fuori dagli spogliatoi del campo sportivo di Villa Pigna, a Folignano. Ma anche se fosse di Salvatore Parolisi, il marito di Melania Rea, la giovane donna scomparsa il 18 aprile e ritrovata morta due giorni dopo a Ripe di Civitella (Teramo), gli inquirenti non vi annetterebbero comunque grande rilevanza ai fini dell’inchiesta. E’ quanto trapela in ambienti della stessa Procura. Se il telefonino – recuperato dopo la segnalazione di un uomo di 39 anni, del posto, che aveva visto Parolisi nell’atto di appoggiare o raccogliere qualcosa da terra – è del caporalmaggiore dell’esercito, allora si tratterebbe dell’apparecchio che l’uomo utilizzava per comunicare di nascosto con Ludovica P., la soldatessa con cui aveva una relazione extraconiugale. Per questo, anche in assenza del cellulare di Parolisi, gli investigatori avrebbero già agevolmente tracciato le comunicazioni fra i due attraverso il telefonino della donna. Sembra peraltro che il vedovo della Rea avesse detto ai parenti di essersi disfatto del telefonino in questione. Intanto, sembra che slitti alla prossima settimana (era prevista per la fine di questa) la consegna dei risultati dell’autopsia da parte del medico legale Adriano Tagliabracci.
Delitto Rea: nessuna importanza sul telefonino
Ancora nessuna conferma, da parte della Procura di Ascoli, sul proprietario del telefonino recuperato il 10 giugno scorso fuori dagli spogliatoi del campo sportivo di Villa Pigna, a Folignano. Ma anche se fosse di Salvatore Parolisi, il marito di Melania Rea, la giovane donna scomparsa il 18 aprile e ritrovata morta due giorni dopo a […]
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