Domenica tragica, 4 scalatori italiani morti e 6 vittime straniere

Domenica nera per gli alpinisti tra l’Italia e la Francia: tre italiani sono morti in altrettanti incidenti, un altro connazionale è morto in Svizzera e ben sei escursionisti (si pensa siano tutti francesi) hanno perso la vita sulle Alpi francesi. Nel primo incidente, l’italiano, di cui ancora non si conosce l’identità, è morto ieri dopo […]

Domenica nera per gli alpinisti tra l’Italia e la Francia: tre italiani sono morti in altrettanti incidenti, un altro connazionale è morto in Svizzera e ben sei escursionisti (si pensa siano tutti francesi) hanno perso la vita sulle Alpi francesi. Nel primo incidente, l’italiano, di cui ancora non si conosce l’identità, è morto ieri dopo essere precipitato per 200 metri mentre scalava la vetta del Galenstock, montagna svizzera delle Alpi Urane. Secondo quanto riferisce la polizia svizzera, “erano tre gli alpinisti italiani che stavano effettuando la scalata del Galenstock (3.370 metri)”. Tuttavia, “a causa della nebbia e del forte vento due di loro erano tornati indietro” mentre “il terzo ha deciso di proseguire”. L’uomo è poi precipitato per circa 200 metri per cause ancora da accertare. Sull’incidente è stata aperta un’inchiesta. Sulle Haute-Alpes (Alpi francesi del Delfinato) invece, sei alpinisti sono stati trovati morti in un canalone a 2.700 metri d’altezza al picco del Neige Cordier, in quello che è stato definito l’incidente più grave mai avvenuto in Francia negli ultimi cinque anni. Le vittime, in base a quanto riferisce il sostituto procuratore Remy Avon, sono un ragazzo di 16 anni, e due uomini e tre donne di età compresa fra i 42 e i 64 anni. “A priori escludiamo che siano stati travolti da una valanga. Ignoriamo al momento le circostanze dell’incidente”, ha detto il magistrato, aggiungendo che ha avviato un’inchiesta affidata alla gendarmeria. I sei corpi sono stati ritrovati questa mattina per caso da un alpinista britannico che stava effettuando lo stesso percorso sul massiccio di des Ecrins, ma le circostanze del tragico incidente non sono ancora chiare. Subito dopo il ritrovamento, l’escursionista britannico ha immediatamente avvertito la CRS delle Alpi (unità di polizia specializzata nel soccorso in montagna) che ha inviato quattro soccorritori e un medico sul posto. Gli alpinisti sono stati localizzati in un canalone molto ripido. Il luogo, una delle vie d’accesso al rifugio des Ecrins, é “molto frequentato soprattutto in primavera per lo sci d’alpinismo”, ha detto una guida alpinista locale, Francois Pinatel. Lo stesso ha sottolineato che la zona è conosciuta per essere pericolosa in particolare “quando la neve è pesante”. Ma al momento del tragico incidente, le condizioni meteorologiche erano buone e le temperature elevate. In base alle prime indagini, la prima cordata è arrivata fino alla vetta de ‘Plate des Agneaux, un canalone rigido a 3.217 metri, prima di precipitare per circa 200 metri. ”E’ possibile che la prima cordata abbia poi trascinato la seconda, ma è anche probabile che siano precipitati entrambi nello stesso momento”, ha detto il magistrato Avon. Le salme dei sei alpinisti sono state trasportate al villaggio di Villar-Arene, distante cinque chilometri, in elicottero dove è stata allestita la camera ardente. Cinque anni fa, cinque membri di una famiglia sono state trovate morte nello stesso massiccio di des Ecrins. Sempre oggi, in Italia, tre persone sono morte in altrettanti incidenti. Un uomo di Gorizia, David Cassani, di 45 anni, ha perso la vita durante un’escursione in montagna sullo Jof di Fuart, nelle Alpi tarvisiane. Un altro alpinista, che ieri era stato dato per disperso, è stato trovato morto nel gruppo delle Dolomiti del Brenta. Il terzo, infine, ha perso la vita dopo essere precipitato da una parete del Pizzo Manduino (Sondrio)

Gaetana D’Amico

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *