Dopo i venti favorevoli delle recenti amministrative, ieri il Pd ha deciso di solidificare la propria identità anche nella città terremotata. Il Partito Democratico aquilano non è più ‘sfollato’, ma “ha una casa. Una casa che dev’essere sempre aperta”, come ha detto il Segretario Nazionale del Pd Pierluigi Bersani, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede del Pd aquilano in Via Amleto Cencioni 5 (Località La Torretta) e della prima giornata della Festa Nazionale della Cultura Democratica.
“Una sede significa radici, impegni, vita”: ha esordito il Segretario. Un luogo come contenitore di idee e valori, ma prima di tutto “prima ancora delle regole, luogo dei sentimenti dei soci del Partito Democratico”, ha detto Bersani.
Le nuove mura dell’edificio portano con sé un senso del cambiamento e un’idea di rinnovamento del partito che “non deve seguire l’esempio negativo di una mano sola al comando”. Bersani pretende al contrario la partecipazione della cittadinanza e dei membri del partito, ricordando che “noi siamo la sola formazione politica che si chiama ‘partito’ e siamo il meno personale di tutti. Se va via un Bersani ce n’ è un altro”. Il Segretario Pd è, dunque, per “una leadership democratica e pro tempore”.
Per un serio coinvolgimento della base il Segretario ha lanciato ieri la conferenza generale del partito che attraverso discussioni e riflessioni garantisca “a ottobre o novembre che si tirino le somme per ridefinirne la struttura”.
Nonostante l’apertura e la vicinanza ai movimenti, “che hanno dato una straordinaria prova di mobilitazione e partecipazione”, Bersani ci tiene e a ribadire il primato della politica, perché “senza la politica comanda solo il miliardario”. Ricorda di essere il “Segretario di un partito ostinatamente popolare”, distinguendo però tra popolo e cittadini. Egli preferisce questi ultimi, in particolare “la loro responsabilità e la loro consapevole partecipazione, perché solo da un collettivo tra politica e cittadini si possono risolvere i problemi del paese”.
L’Italia di cui ha parlato Bersani è una nazione sofferente a cui “Berlusconi deve delle risposte”. Quelle che il Governo sta presentando, tuttavia, non soddisfano il Segretario che ha detto di avere “un atteggiamento assolutamente critico verso questa manovra economica, la quale non raggiunge il pareggio del bilancio, massacra il sociale e innesca una bomba ad orologeria che scoppierà nel 2013-2014, realizzata con un voto di fiducia da un governo che non ha più la fiducia degli italiani”. Tuttavia il Pd non chiude le porte del dialogo: “Io ribadisco la mia proposta” – ha detto Bersani – “noi restiamo contro, ma se questi hanno un minimo di senso di responsabilità e rispetto nel Parlamento e trasformano il decreto in un disegno di legge noi siamo pronti comunque a garantire il provvedimento entro la fine di settembre”.
Nonostante la nuova ‘casa’ del Pd, a non avere una dimora all’Aquila sono in molti, a causa di un processo di ricostruzione che stenta a decollare. Per Bersani “sulla ricostruzione dell’Aquila si è sbagliato dall’inizio, perché invece di impostare un ragionamento serio che unisse l’emergenza a solide norme per un ordinata ricostruzione, si è preferito allestire il ‘miracolo’”. Per uscire dalla confusione per il Segretario bisogna “affrontare delle emergenze:le tasse, le attività economiche, un Comune che dev’essere messo in condizione di funzionare e l’approvazione della proposta di legge su cui si sta lavorando in Parlamento”. Nel frattempo, dopo anni di attesa per la zona franca all’Aquila spunta la decisione di ieri del Governo di istituirla a Lampedusa. In merito a ciò il Segretario Pd ha detto che si tratta di una scelta che “va benissimo per Lampedusa, ma qui è da due anni che si aspetta e forse a novembre si dovranno pagare le tasse”.
Si alla zona franca, ma non solo. “Bisogna sbloccare un po’ di soldi quelli per la ricostruzione e quelli per rendere convenienti gli insediamenti, perché altrimenti si rischia l’assurdo cioè che insediare un attività produttiva, economica e commerciale all’Aquila è più costoso che altrove”, ha detto Bersani.
Infine, oggi si pronuncerà la Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera su Alfonso Papa, il deputato Pdl coinvolto nell’inchiesta P4, per il quale è stato chiesto l’arresto da parte dei pm di Napoli. Sull’importante decisione per Bersani si gioca la credibilità del nome che il Pdl si è dato all’ultimo congresso. “Se è il ‘partito degli onesti’ ci si aspetta una decisione coerente, anche se i precedenti non depongono in loro favore” – ha sottolineato ironico il Segretario – “Una volta era il partito dell’amore e abbiamo visto i risultati”.
Lisa D’Ignazio
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