Consiglio Regionale: atmosfera tesa, l’opposizione esce dall’aula

Il giorno dell’appello del Presidente Napolitano alla concordia nazionale per affrontare una situazione economica emergenziale, il Consiglio regionale abruzzese non sembra aver compreso le sue parole. Questa mattina al Palazzo dell’Emiciclo dopo i festeggiamenti per il compleanno di Remo Gaspari, ospite d’onore della giornata che ha richiamato “la classe politica abruzzese a lavorare unita per […]

Il giorno dell’appello del Presidente Napolitano alla concordia nazionale per affrontare una situazione economica emergenziale, il Consiglio regionale abruzzese non sembra aver compreso le sue parole. Questa mattina al Palazzo dell’Emiciclo dopo i festeggiamenti per il compleanno di Remo Gaspari, ospite d’onore della giornata che ha richiamato “la classe politica abruzzese a lavorare unita per avviare le riforme ed affrontare con determinazione le attuali difficoltà economiche”, la giornata consiliare ha preso tutt’altra piega.

Sono stati, infatti approvati quattro progetti di legge in un’atmosfera di contestazioni e forti spaccature tra maggioranza e opposizione.

RIORGANIZZAZIONE CANONI IDROELETTRICI.

La prima approvazione ha riguardato il progetto di legge 170/2010 sul riordino complessivo della gestione dei canoni per lo sfruttamento delle risorse idroelettriche. In virtù del federalismo fiscale la Regione attraverso canoni e i comuni attraverso sovra canoni hanno la possibilità di dotarsi di  entrate molto consistenti. Ha detto il proponente Franco Caramanico (Sel- Gruppo Misto): “Oggi incassiamo come Regione circa 7 milioni di euro l’anno considerando una potenzialità pari a 362 Mw con una tariffa di 14 euro e 40 a Kw, che è molto bassa considerando che il Molise ne prevede una di 35 euro”.

La proposta del consigliere Caramanico è stata quella di alzare la tariffa anche per l’Abruzzo a 35 euro e considerare non più la potenza nominale media (cioè quella concessa dall’ente) bensì quella installata che è di 1000 Mw. In questo modo si passerebbe da 7 milioni a 35 milioni l’anno recuperando “8 milioni di euro in più ogni anno – ha detto Caramanico – che avrebbero evitato ai cittadini l’aumento del prezzo della benzina legato alle accise regionali”.

La Regione ha scelto una via di mezzo, deliberando l’aumento del canone da 14,40 a 27,5 euro “come la Regione Veneto – ha detto Claudio Ruffini (Pd) – perché è una regione che produce lo stesso quantitativo di energia idroelettrica”. Scelta sulla quale Caramanico ha espresso una soddisfazione parziale, perché se da un lato“è stata accolta la nostra proposta di ricalcolo dei sovra canoni” – dall’altro ha detto – “non possiamo non rammaricarci del fatto che si è voluto fare un regalo ai gestori, accettando un aumento graduale dei canoni, quando invece in Molise da due anni è in vigore la tariffa a 35 euro”.

La legge prevede anche “l’estensione dei BIM (bacini imbriferi), che attualmente sono solo due, in molti comuni soprattutto montani”, ha aggiunto Ruffini.

PROROGA TERMINI DELOCALIZZAZIONE ATTIVITA’ COMMERCIALI.

Per iniziativa del vicepresidente vicario Giorgio De Matteis (Mpa) è nato il progetto di legge 289/2011 approvato questa mattina che garantisce la proroga delle disposizioni della legge del 27 maggio 2009 attraverso cui concedere alle attività commerciali la riapertura fuori dal centro storico. Considerato che la ripresa economica che tale legge doveva favorire non è alle porte e che lo stato di emergenza non è terminato sarà proroga dal 31 dicembre 2010, data di scadenza prevista, “al termine dello stato di emergenza stabilito da normativa statale”.

“Con questa norma, approvata all’unanimità in Consiglio regionale, abbiamo dato una risposta concreta ai commercianti del centro storico – ha osservato il Presidente della II commissione consiliare Lavori Pubblici Luca Ricciuti (Pdl) -. Con il provvedimento, infatti, si consente di approvare le oltre 300 domande che sono state depositate dopo la prima scadenza fissata al 31 dicembre 2010 per la delocalizzazione delle attività economiche”.

RIORDINO CONSORZI INDUSTRIALI, PROROGA COMMISSARI.

Ha suscitato una durissima contestazione la presentazione di un sub emendamento a firma di Federica Chiavaroli (Pdl) e Nicola Argirò (Pdl), che ha cancellato in pratica la proposta di legge 252/2011 in materia di attività produttive, la cui approvazione era prevista oggi.

Il sub emendamento riguarda il riordino dei sette consorzi industriali, di cui uno “quello di Pescara- Chieti ha gravi perdite e va messo in liquidazione”, ha sottolineato Argirò. I consorzi verranno fusi nell’ARAP (Azienda Regionale per le Aree Produttive). Ognuno dei consorzi sarà assegnato ad un commissario che si occuperà del riordino. Nessuna novità dunque, ma una proroga di 6 mesi del  compito dei commissari straordinari, in carica da due anni e decaduti il 4 giugno scorso. È prevista, inoltre, la regolamentazione della nuova istituzione entro 18 mesi.

Tuttavia l’accusa mossa al sub emendamento riguarda prima di tutto la forma. Per l’opposizione non sarebbero stati rispettati i tempi considerato che gli emendamenti potevano essere presentati entro e non oltre le 10 (orario di inizio della seduta), mentre il sub emendamento sarebbe stato registrato alle ore 10 e 45. Un ritardo definito “un furbo espediente” da Camillo D’Alessandro (Pd) che ha parlato di “un precedente talmente clamoroso quanto grave”. Ma la protesta dell’opposizione è tale, che quest’ultima ha deciso di lasciare l’aula.

RIA (RETRIBUZIONE INDIVUALE D’ANZIANITÀ)

Sempre nell’aula semivuota era prevista l’approvazione dell’ultimo provvedimento relativo alla proposta di legge 264/2011, anche questa scavalcata da un sub emendamento da parte della maggioranza presentato alle 10 e 45 che ha comportato l’abrogazione di due commi della precedente legge del 2008. Con tale abrogazione viene meno il meccanismo di equiparazione verso l’alto delle retribuzioni individuali di anzianità dei dipendenti regionali, sia quelli interni che quelli esterni entrati attraverso concorso.

L’approvazione di tale norma è stata “un’offesa al consiglio regionale” -. ha detto Rosanna Mattoscio (Rsu Cgil) – perché è stata votata senza aspettare l’esito dei tavoli delle trattative che dovevano andare in giunta proprio ieri”.

Si è conclusa così la giornata della “furbata del sub emendamento” come l’ha definita Mattoscio.

Lisa D’Ignazio

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