Le forze politiche non possono sciupare la dialettica di unità faticosamente costruita: ora finalmente stiamo ragionando di patto x lo sviluppo, di cabina di regia, di riforme storiche mai viste.Inoltre, non siamo di fronte ad una Le forze politiche non possono sciupare la dialettica di unità faticosamente costruita: ora finalmente stiamo ragionando di patto x lo sviluppo, di cabina di regia, di riforme storiche mai viste.Inoltre, non siamo di fronte ad una mozione di sfiducia verso un assessore e su un fatto, che pure sarebbe stato un percorso di democrazia, ma siamo alla solita schermaglia tra partiti, fatta di colpi bassi e personalismi.Il Presidente del Consiglio è una carica istituzionale e sta esercitando un importante ruolo di garante dell’intera comunità, con continui appelli all’unità, al dialogo, alla coesione: ricorrere ad una mozione di sfiducia può essere un atto devastante, ferma una locomotiva che da un lustro tenta di partire.Non possiamo permetterci di avere un Presidente del Consiglio che rappresenta solo la maggioranza: sarebbe una iattura, l’inizio di una conflittualità a prescindere. L’Abruzzo attraversa un momento particolarmente delicato e ci si aspetta che la politica faccia da detonatore delle forze sociali e non che alimenti frizioni e contrasti. Ma è chiaro che la mozione non è espressione del pensiero né dell’agire di una classe dirigente, piuttosto una tacca che qualcuno vuole apporsi alla cintola. Forse Pagano oggi sconta anche un certo atteggiamento autoreferenziale e di chiusura della maggioranza che, invece, avrebbe dovuto dimostrare con atti concreti di fare le riforme non da sola ma insieme alle forze sociali e produttive, e con un coinvolgimento reale dell’opposizioneQuesto clima di conflittualità partitica si riverbera sul contesto sociale condannandolo ad una arretratezza culturale che nel 2011 d. c. non possiamo consentirci: siamo ancora ai gemellaggi tra L’Aquila e Pescara come se fossero feudi di padroni diversi, l’anno prossimo abbiamo le elezioni comunali all’Aquila e sarà un momento da governare con destrezza, le aree interne sono la grande spaccatura che separa le città da una progettualità comune, e via dicendo. Dunque, il sistema produttivo chiede coesione ed unità nelle riforme. Quelle autentiche. Che abbattono i costi e danno servizi efficienti ai cittadini e alle imprese. E fa appello al grande senso di responsabilità delle forze in campo affinché la ristrettezza della finanza pubblica sia un’occasione per ridisegnare l’Abruzzo. Purché non si pensi di fare grandi progetti con una maggioranza che pretende di fare da sola.
Fabio Spinosa Pingue – Presidente Confindustria L’Aquila
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