Se tutta l’Italia sta tremando da almeno due settimane è perché si trova nel cuore del Mediterraneo, una delle zone più sismiche del pianeta dove i terremoti si concentrano soprattutto nella fascia meridionale. Nella prima metà di luglio ha esordito la Sicilia nord-orientale, con una sequenza ancora in atto, poi ci sono state scosse in Abruzzo e nel frusinate, poi la lunga sequenza in Romagna e il terremoto di magnitudo 4,7 che il 17 luglio ha colpito la Pianura Padana, ancora il terremoto del 20 luglio in Friuli e infine la scossa di oggi in Piemonte. “Ogni anno in Italia avvengono almeno 8.000 terremoti, soltanto il 5% circa dei quali abbastanza intensi da essere avvertiti dalla popolazione”, ha osservato il presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Enzo Boschi.
Di terremoti nel Mediterraneo “ce ne sono molti, ma non vanno mai oltre magnitudo 7, mentre in altre zone sismiche del pianeta, come il Giappone e Sumatra, si registrano scosse di magnitudo 9”, ha spiegato. “Inoltre l’Italia è una zona fortemente popolata, dove anche le scosse più lievi vengono risentite da una vasta parte della popolazione”, ha aggiunto. Questo è tanto più vero nelle aree meno soggette ai terremoti, ma non per questo non sismiche, come la Pianura Padana e il Piemonte: due terremoti che nell’arco di pochi giorni hanno spaventato il Nord Italia, ma “fra i quali non c’é alcuna correlazione di causa-effetto”, ha osservato Boschi.
Semplicemente sono soggetti agli stessi movimenti tettonici che interessano l’intero Mediterraneo. In generale, i terremoti che colpiscono l’Italia sono generati dalla placca africana che spinge verso Nord, contro la placca Eurasiatica. “Questo fa sì che tutta l’Italia sia permanentemente sottoposta ad una grande tensione”, ha detto ancora l’esperto. La pressione che la placca Africana esercita verso Nord è il motore principale, ma non l’unico, dei terremoti che scuotono l’Italia. Per esempio, bisogna considerare le sollecitazioni che avvengono lungo la catena degli Appennini. Per quanto meno sismica rispetto al Sud, l’Italia settentrionale è comunque una zona soggetta a terremoti. Il Piemonte, per esempio, è classificato nel livello 3 nella carta di pericolosità sismica. Il terremoto avvenuto oggi è stato meno intenso rispetto a quelli avvenuti in passato nella regione, come quello di magnitudo 5,5 del 2 aprile 1808 e quello di magnitudo 5,1 del 5 gennaio 1980; tuttavia la popolazione lo avvertito molto chiaramente e in un’rea molto vasta perché, anche se meno intenso, è avvenuto a circa 25 metri di profondità.
Enrica Battifoglia
Sono stati più di 52.000 i terremoti registrati in Italia negli ultimi 5 anni. Grazie alla rete di rilevamento dell’Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia tutto il territorio nazionale è monitorato e riesce a rilevare scosse anche minime che la popolazione non riesce ad avvertire. Tutto il territorio nazionale è un sorvegliato speciale perché la pericolosità sismica dell’Italia è ben notà e le Regioni a maggiore rischio sono Umbria, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia orientale e Friuli Venezia Giulia. Oltre un terzo del territorio italiano è caratterizzato da un’attività sismica classificabile come medio-alta. L’Istat ha calcolato che l’8,9% dei comuni ha un livello di sismicità alta e il 43,1% un livello di sismicità minima. Considerando l’Italia nel suo complesso, 725 i comuni in zona ad alta sismicità, 2.334 comuni in zona di media sismicità, 1.544 in zona a bassa sismicità e 3.448 comuni in zona a minima sismicità. In totale 24 i milioni di italiani esposti ad alta (tre milioni) e media sismicità (21 mln). La sismicità più elevata si concentra nella parte centro-meridionale della penisola – lungo la dorsale appenninica (Val di Magra, Mugello, Val Tiberina, Val Nerina, Aquilano, Fucino, Valle del Liri, Beneventano, Irpinia) – in Calabria e Sicilia, ed in alcune aree settentrionali, tra le quali il Friuli, parte del Veneto e la Liguria occidentale. Quattro sono le aree sismiche considerate sorvegliati speciali: Frusinate, Monti Reatini, Aquilano e Mugello. In 2500 anni, l’Italia è stata interessata da più di 30.000 terremoti di media e forte intensità superiore al IV-V grado della scala Mercalli) e da circa 560 eventi sismici di intensità uguale o superiore all’VIII grado della scala Mercalli (in media uno ogni 4 anni e mezzo). Solo nel ventesimo secolo, ben 7 terremoti hanno avuto una magnitudo uguale o superiore a 6.5 (con effetti classificabili tra il decimo e nono grado Mercalli).
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