La polizia norvegese è convinta che Anders Behring Breivik avrebbe agito da solo e dà poco credito alla versione sostenuta nel’udienza preliminare di ieri dall’autore della duplice strage di Oslo e di Utoya in cui sono morte 76 persone. Breivik aveva dichiarato di essersi appoggiato a “cellule esterne”, ma gli inquirenti non gli credono: “Riteniamo che l’accusato abbia una credibilità piuttosto bassa per quanto riguarda questa affermazione, certo nessuno di noi comunque può escludere del tutto che sia vera”, ha detto all’agenzia Reuters una fonte vicina alle indagini.
Si dubita anche che Brevik sia parte di una più estesa “crociata” anti-Islam e anti-marxista, come da lui sostenuto nel manifesto di oltre 1.500 pagine.
Intanto il procuratore Christian Hatlo, citato dalla stampa locale, pensa di invocare nei confronti dello stragista una nuova disposizione del codice penale per “crimini contro l’umanità”. Introdotta nella giurisprudenza norvegese nel 2008, questa norma prevede una pena massima di 30 anni di reclusione, mentre finora la polizia ha fatto riferimento ad “atti di terrorismo” che prevedono una pena massima di 21 anni. Al momento – aggiunge il procuratore – il ricorso a tale norma è solo un’eventualità.(PeaceReporter)
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