Silvi Alta (Teramo): Dalla Loggia che dà sul mare, giungono suoni e tradizioni lontani. Sembra di essere sulla prua di una nave che a poco a poco travolge lo spettatore in un vortice di emozioni.
Le origini di Silvi:
Il territorio di Silvi con il suo Castello e la sua Marina videro sorgere i primi insediamenti in epoca preromana. Nel medioevo divenne feudo benedettino della diocesi di San Giovanni in Venere di Lanciano e partecipò suo malgrado le vicende talora sanguinose che caratterizzarono questo periodo di guerre di conquista e consolidamento. Con la Costituzione capocciana nel 1251 veniva istituita la diocesi di Atri e Silvi veniva a essa aggregata. Il Porto di Atri, la cui opera di costruzione ebbe inizio nel 1256, sembrerebbe essere stato ubicato nel territorio di Silvi nella Valle del Cerrano. Nel 1553 veniva redatto in maniera del tutto autonoma lo Statuto del Castello di Silvi, conservato nell’archivio comunale di Atri.
Nel 1625 il Castello di Silvi venne acquistato come Feudo dal Barone di Forcella e i suoi discendenti lo ereditarono come tale fino al 1800.
Il Comune di Silvi, nella forma moderna nasce con la discesa di Napoleone e la successiva creazione del Regno d’Italia. Questa istituzione mantiene la propria autonomia fino al decreto regio del 24 novembre 1927 che determina l’aggregazione al Comune di Atri. Il Decreto Regio del 30 marzo 1931 autorizzò il trasferimento della sede municipale.
Negli anni sessanta del secolo scorso cominciò il periodo del boom edilizio e del turismo di massa. Gli amministratori, scelsero allora di dare a Silvi Marina l’aspetto odierno, con il lungomare di case e palazzi costruiti sull’arenile a poca distanza dal mare e caratterizzato da negozi, alberghi e attività commerciali. Al contempo avveniva l’espansione edilizia di Via San Rocco a Silvi Paese. Il Castello rimaneva e rimane comunque con i suoi suggestivi vicoli, la Chiesa del San Salvatore, il belvedere (Loggia), angoli suggestivi come la ‘piccionaia’, la festa patronale di San Leone e il Ciancialone (a fine maggio), custode delle tradizioni più antiche della popolazione silvarola di terra e mare.
I Silvaroli:
Gente schietta e propensa verso il prossimo sin dalle prime luci dell’alba del 6 aprile 2009 è accorsa in aiuto degli aquilani accogliendoli nelle loro abitazioni.
Ogni volta che gli ‘ospiti’ di L’Aquila tornano da loro è una grande festa e da Anna (la fruttivendola) a Osvaldo (il sarto) è un coro armonioso di giubilo e canti.
A Silvi Alta restano ancora intatte le botteghe di una volta e non si può non restare incantati dalla Fontana di Giuseppe Vallescura, stimato costruttore silvarolo che ha lasciato in eredità la propria attività al figlio Antonello e alla nuora l’Architetto Filomena Della Penna.
Per dormire e godersi qualche giorno di relax si può optare o per La Locanda del Frate sulla piazza principale con cucina tipica (chiude solo il mercoledì a pranzo nel periodo estivo) o per la Vecchia Silvi un residence a conduzione familiare della Famiglia D’Agostino. Per la cucina a base di pesce si può fare un salto da Bruno alla Loggia e per la Pizza si consiglia il Moulin Rouge.
E il giovedì non dovete perdervi il bellissimo mercato a Silvi Bassa, dove poter comprare di tutto e di più.
Rock wine and blues:
In questi giorni Silvi Paese è in festa per le cantine aperte al suono della musica americana con una quarantina di botti tutte da stillare.
Sempre cara resterà questa terra a quanti hanno ricevuto amore o ospitalità in questo paradiso tra cielo, collina e mare.
Francesca Ranieri
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