Quella dell’artista Daniel Schinasi sembra proprio una crociata contro la dittatura economica e culturale che sta attraversando l’epoca di oggi. Intervistato da www.fattitaliani.it, il fondatore del Neofuturismo auspica “una rivoluzione con cui i giovani possano trovare il modo di bloccare l’economia del paese pur di far la fame e così la fanno fallire anche se i miliardari non possono fallire perché hanno troppi soldi da poter vivere qualche secolo, ma oggigiorno il divario tra il povero e il ricco aumenta sempre di più”.
Non risparmia i suoi strali nemmeno ai grandi colleghi: “Picasso e Chagall si sono venduti al mercato e al mercante: bisogna dire le cose come sono … Picasso, poi, con gli scarabocchi che ha fatto… non si vergogna di avere fatto quelle schifezze dopo una pittura dignitosa? De Chirico si è ripetuto un sacco di volte con i cavalli sulla spiaggia: poveretto, lui non aveva temi da sviluppare. Mirò è uno schifo: dopo aver fatto cubismo e post-futurismo s’è buttato a fare le virgole, i cerchietti, il sole… Michelangelo se uscisse dalla tomba andrebbe a fare pulizie da tutte le parti”.
Per Schinasi l’arte contemporanea è una fabbrica e Cattelan fa piangere. Nato nel 1933 ad Alessandria d’Egitto da famiglia livornese di origine serfadita, sulla Shoah dice: “fu una rivelazione piuttosto tragica e molto dolorosa anche se io non l’ho vissuta fisicamente, non potevo credere che gli uomini potessero commettere questi atti di una vergogna vera e propria. Il perdono non esiste, non serve a niente: esiste la memoria, è quella che deve rimanere”.
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