Ieri terzo giorno la XXXI edizione della Tendopoli al Santuario di San Gabriele. Ieri mattina è stata la volta di Claudia Koll, attrice di fama impegnata da anni come testimonial di fede e solidarietà. La Koll ha raccontato ai ragazzi della sua conversione alla quale è arrivata attraverso un percorso di preghiera passato anche per il Santuario di San Gabriele, luogo a lei molto caro. <<Quando prego – ha esordito – con la coroncina del rosario fra le mani medito anche la passione di Cristo, come i passionisti. Ed è proprio qui, nella cripta di San Gabriele, che ho ricevuto questo dono: ogni decina medito la Passione. Sono circa 10 anni che è cambiata la mia vita. Si avevo bisogno di essere illuminata dalla sua presenza. Certo non è stato semplice, perché ho dovuto lottare anche contro me stessa. Lavoravo molto, guadagnavo molti soldi, ma la mia vita era tutta incentrata su me stessa. L’amore era come un fast food, non era un progetto, non era sacrificio. Quando ho conosciuto Dio ero ricca di beni materiali ma ero povera dentro. Mi considero figlia del Giubileo, perché proprio nel 2000 quando un’amica mi chiese di accompagnarla a San Pietro, varcando la porta santa ho incontrato Dio. Non so quanto tempo era che non entravo più in una chiesa. Di quel passaggio nella basilica di San Pietro ricordo la sacralità del silenzio, la fede di quelle persone che pregavano. Tornando a casa talmente ero rimasta scossa che consigliai alla donna che mi dava una mano in casa nelle faccende domestiche di andare a San Pietro. Col passare dei giorni Dio aveva scardinato l’edificio delle mie sicurezze. E la misericordia di Dio si è manifestata proprio mostrandomi com’ero veramente. Iniziarono le prime difficoltà mentre giravo i film, io che non avevo mai avuto problemi nel recitare, nel fingere di provare emozioni, non riuscivo più a dare un’emozione autentica perché non ero autentica in amore. Non ero più libera di provare emozioni e non riuscivo a spiegarmelo. Pian piano mi sono resa conto della mia pochezza e del fatto che non si può vivere di sola carne. E’ stato un cammino doloroso perché ci sono comportamenti che diventano abitudini. Poi il Signore mi ha portata in Africa dove, io che vivevo nell’agiatezza circondata dalle cose materiali, ho capito l’essenzialità della vita. Certo non è stato semplice rinunciare a tutto, ma ho capito che la vita è una scelta radicale. Tutto quello che ho abbandonato non vale niente di fronte alla ricchezza che ci può dare Dio. Dio è pace, tenerezza, amore. L’amore umano è bellissimo, ma quello di Dio è ancora più grande. Ora non mi sento più sola, perché ho conosciuto la gratitudine di essere consolata in un momento di disperazione. Il Signore mi ha aiuta a risorgere e ha camminato vicino a me nella sofferenza. Lentamente ho cominciato a sentire il bisogno di entrare in chiesa, di respirare Dio e da dieci anni ormai vado a messa tutti i giorni, perché sento la dolcezza di Dio che entra dentro di me e mi consola, mi illumina dentro. La parola di Dio per me è fondamentale. Ecco – ha concluso la Koll – quando siete in difficoltà, pregate, abbiate fede, confidate nella sua misericordia>>.
Molto applaudito il musical serale con “L’Aquila vola con i ragazzi di Cesi” e “A volte ritornano” Jack in the mix. La quarta giornata propone Dag Tessore, studioso di religioni comparate, con una conferenza dal titolo “Mormorarono nelle loro tende non ascoltando la voce del Signore”. Il relatore, nato in Etiopia, è esperto di lingue orientali. Docente universitario, è cristiano ortodosso. Ha tradotto dal greco e dal latino per “Città Nuova” le opere dei padri della Chiesa. Attualmente vive in un villaggio berbero in semplicità e povertà sulle montagne dell’Atlante in Marocco, scrivendo libri e vivendo in preghiera e meditazione in un dialogo fruttuoso con la spiritualità islamica. A seguire, la presentazione del libro “Macerie dentro e fuori” del giornalista Umberto Braccili, inviato della Rai Abruzzo, che raccoglie le testimonianze di genitori, amici o fratelli dei ragazzi universitari vittime del sisma del 6 aprile 2009 a L’Aquila. Il lavoro consta di tre parti: il ricordo dei genitori, fratelli o amici dei ragazzi deceduti all’Aquila, l’incontro-intervista di Umberto Braccili con i familiari dove si sviluppano le tematiche del mancato allarme, degli stabili di “burro” nel centro storico venuti giù in un attimo e una terza parte composta da allegati dedicati alla ricostruzione degli eventi a L’Aquila prima e dopo il sisma. Editore dell’iniziativa è “L’associazione vittime universitarie sisma 6 aprile 2009”, presieduta da Sergio Bianchi che parlerà insieme a Braccili del libro. Il ricavato sarà utilizzato per la battaglia legale e per un progetto che prevede l’istituzione di borse di studio per studenti universitari meritevoli.
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