Il Senato ha ieri sera votato la fiducia, 165 sì, 141 no e tre astenuti, sul maxi emendamento che riscrive la manovra economica e il decreto passa ora alla Camera. L’ultima versione contenuta nel maxi-emendamento contiene norme che danno un gettito sicuro, come avevano chiesto il presidente Napolitano e la Commissione europea. Le opposizioni, pur contrarie, non hanno fatto ostruzionismo, come già avvenne con la manovra di luglio. Resta inevaso il capito della crescita, con il Fondo monetario internazionale che ha oggi tagliate le stime dell’Italia, scenario che renderebbe più difficile al nostro Paese abbassare il rapporto tra debito e Pil. Per centrare il pareggio di bilancio, l’impatto che il provvedimento avrà nel 2013 è di 54, 2 miliardi.
Tafferugli nel centro di Roma per la protesta dei Cobas. “Il governo ha avuto la maggioranza al Senato ma la nostra protesta non si fermerà e seguirà tutto l’iter di questa manovra-massacro – spiega Pierpaolo Leonardi, dell’esecutivo Usb – Dopo una nuova assemblea abbiamo deciso di non montare una nuova tendopoli ma di darci appuntamento a venerdì mattina, quando il provvedimento sarà già in discussione alla Camera. Noi non molliamo. Loro sono chiusi dentro al Palazzo ma fuori c’é un popolo di lavoratori, disoccupati, precari, donne e senza casa che li marca stretti e pretende di non pagare il prezzo della crisi. Noi non siamo debitori – conclude – ma creditori di giustizia”
Oggi a Francoforte cruciale riunione del Consiglio direttivo della Bce, che deve decidere sugli acquist idi titoli di Stato, che da un mese finanziano Italia e Spagna.
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