Qualche giorno fa ho sollevato il problema dello spostamento di due reparti strategici dell’ ospedale dell’Aquila, Ematologia e Gastroenterologia, verso altri nosocomi della Regione. E’ arrivata la risposta del Vice Direttore Sanitario ASL, Direttore di Dipartimento e Direttore della UOC di Cardiologia dell’Ospedale San Salvatore, finalizzata a minimizzare l’evento. Ma i fatti in questione non sono nè “minori” nè casuali. La privazione dei letti di ricovero di due Unità Operative, Medicina Interna Universitaria II ed Ematologia e Gastroentgerologia non è nè temporanea, nè casuale, come la dottoressa Cicogna vuol far credere. Si tratta di una strategia che il governo ospedaliero dell’Ospedale S. Salvatore persegue da anni: il numero di letti a disposizione della Medicina Interna e Specialità mediche di pertinenza Universitaria è sceso da 51 nel 2005-2006 ai 24 di oggi, senza che mai i vertici universitari fossero preavvertiti o consultati. Inoltre non si tratta di una chiusura temporanea perché dei 6 infermieri a contratto che prestavano servizio nelle due Unità universitarie, 4 sono stati assunti a titolo indefinito ma trasferiti ad altri reparti e dipartimenti. Inoltre il danno che tale determinazione ha causato è grave perché priva due Scuole di Specializzazione dei letti necessari a formare ben 20 Specializzandi, in quanto i posti letto per ricovero ordinario sono requisiti ministeriali essenziali per il funzionamento delle Scuole. Il danno è anche molto grave per l’Ospedale S. Salvatore, poiché corre il rischio di perdere quelle risorse umane che permettono all’Ospedale stesso di sopravvivere; sono i soli medici giovani e motivati che consento la sopravvivenza della struttura.Non si tratta di un fatto “minore”, dal momento che il governo della ASL01 evidentemente non considera più L’Ospedale S. Salvatore come riferimento per l’Università di L’Aquila e persegue una politica che porta all’allontanamento progressivo dell’Ateneo del capoluogo d’Abruzzo, come dimostrato dalla recente apertura-trasferimento di ben cinque reparti universitari nel teramano (Atri, S. Omero, Giulianova), con relative Scuole di Specializzazione. Non consideriamo i disagi dei docenti; ma chi pagherà quelli degli studenti?La recente decisione di privare di posti letto due Unità operative importanti per la mole di lavoro e per la innegabile qualità dell’assistenza fornita, rende l’offerta sanitaria dell’Ospedale ancora più critica in un momento di grande sofferenza, con i servizi essenziali (Centro Trasfusionale, Radiologia, Laboratorio) in forte difficoltà e con lunghe attese per i pazienti, anche per i reparti come quello di Cardiologia.E’ evidente che non si tratta di un evento minore, né di una soluzione temporanea, ma di un ulteriore, determinato passo verso l’allontanamento dell’Università dalla Città e dall’Ospedale S. Salvatore, e verso un’ulteriore riduzione dei servizi a disposizione della popolazione. In conclusione si tratta di un’azione dettata da una urgenza che poi si è rivelata falsa e da un’assoluta mancanza di coordinamento e trasparenza fra l’ASL e l’Università; sicuramente vi erano altre soluzioni. Per questo continuo a insistere con il Sindaco e con tutte le istituzioni locali affinché questa “emorragia” abbia fine.
Roberto Tinari
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