Da domani aumento dell’Iva al 21%, cresce la ricerca del prodotto in offerta

Autunno  caldo per le famiglie italiane che già al rientro dalle vacanze si sono ritrovate a dover fare i conti con rialzi dei prezzi e stangate post manovra. A rincarare la dose arriva domani  anche l’aumento dell’Iva al 21%, che da solo peserà per oltre 300 euro l’anno. Dal frigorifero alle scarpe, dal profumo alla tovaglia, dalla […]

Autunno  caldo per le famiglie italiane che già al rientro dalle vacanze si sono ritrovate a dover fare i conti con rialzi dei prezzi e stangate post manovra. A rincarare la dose arriva domani  anche l’aumento dell’Iva al 21%, che da solo peserà per oltre 300 euro l’anno. Dal frigorifero alle scarpe, dal profumo alla tovaglia, dalla tv alla chitarra. Ma anche dal biglietto per il parco di divertimento all’iscrizione in palestra, fino alla parcella all’avvocato o all’affitto del garage. Un elenco lungo di prodotti di largo consumo che sono a rischio rincaro, con il passaggio dell’aliquota Iva del 20% al 21%. Nessun rincaro invece dovrà esserci per pane e latte, pomodori e giornali.

Secondo gli esperti dell’Adico la dose di rialzi si farà sentire soprattutto sul carrello del supermercato, se non altro perché la spesa di ogni giorno è quella che non si può tagliare dal budget di fine mese. E allora ecco che, per sopravvivere a rincari e carovita – spiega il presidente dell’Adico Carlo Garofolini – diventano sempre più irresistibili gli sconti e le promozioni tra gli scaffali del supermercato.
Secondo un’indagine dell’Adico condotta su un campione di 500 persone  il 48% del campione  ha dichiarato che per comprare dove i prezzi sono più bassi sono disposti anche a fare qualche chilometro in più. “Certo serve tempo e la possibilità di spostarsi agilmente, ma lo sforzo è ben ricompensato perché chi fa la spesa dove i listini sono più vantaggiosi spende meno”. Sempre lo studio dell’Adico relativo al primo semestre 2011 emerge che il 31% delle famiglie ha cambiato le abitudini di spesa, il 14% della spesa alimentare riguarda prodotti promozionali, il 19% prodotti primo prezzo.
Si tratta di una strategia – spiega Carlo Garofolini – che permette di non svuotare il carrello della spesa, anche se il 23% delle famiglie ammette di aver modificato le abitudini a tavola in conseguenza della crisi economica e della difficoltà di far quadrare i conti, mangiando meno pesce ( 16%) e carne (11%).
La ricerca ha altresì evidenziato che il 14% delle persone sacrifica i consumi fuori casa, senza però rinunciare a determinate abitudini (aperitivo, colazione), ma spostandole nell’ambiente domestico.(M.R.)

 

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