“Tutta la nostra scienza, in confronto con la realtà, è primitiva e infantile, e tuttavia è la cosa più preziosa che abbiamo”(Albert Einstein). Gli Extraterrestri sbarcano a Roma per studiare la nostra civiltà nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia e nel 50mo anniversario del primo rapimento ufficiale alieno dei coniugi Betty e Barney Hill negli Stati Uniti d’America. Gli Extraterrestri sbarcano nella Caput Mundi sabato 24 e domenica 25 settembre 2011 con l’arrivo del famoso Travis Walton, il rapito dagli alieni, protagonista della storia raccontata dal film “Bagliori nel buio”. Pellicola che la Rai dovrebbe mandare in onda in prima serata Tv. Travis Walton, in contatto con Esseri di altri mondi, li porterà anche a Roma? Difficile crederlo senza prove dirette e manifeste. Ma l’evento è sicuramente di portata mondiale (se non interstellare) per l’Italia nel 50mo anniversario del rapimento alieno dei coniugi Betty e Barney Hill negli Usa. I media di tutto il pianeta sono pronti a immortalare il primo sbarco ufficiale di un’astronave extraterrestre. “Gli alieni ci stanno visitando – rivela in esclusiva il fisico nucleare Stanton T. Friedman – non saprei se vivono in mezzo a noi, forse sono esseri ibridi, ma esistono e ci osservano. Conosco molto bene Travis Walton e sono assolutamente convinto della veridicità della sua storia. Travis appare nel mio documentario del 1978 “Gli UFO sono reali” quando lo intervistai nei luoghi del rapimento alieno”. Il 50mo anniversario di Betty e Barney Hill sarà celebrato alla grande a Indian Head (Lincoln) nel New Hampshire il 23 e 24 settembre 2011 insieme con Kathleen Marden, nipote di Betty, coautrice del libro “Captured! L’esperienza Betty e Barney Hill con gli UFO”, e del nuovo dvd “In Their Own Words” con molti estratti dai nastri di ipnosi dei testimoni, 132 minuti eccezionali insieme a Stanton Friedman. L’Esobiologia, che ci crediate o meno, è la storia più incredibile dell’Umanità. Nella due giorni romana ne parlerà a tutti i mass-media della Terra, Travis Walton, l’uomo protagonista di uno dei più incredibili casi di rapimenti alieni (abduction). Il 24 e il 25 settembre 2011 all’Hotel Pineta Palace, in via San Lino Papa a Roma, Travis Walton racconterà la sua storia nel corso di un convegno internazionale. Ormai l’interazione tra umani e ibridi alieni, al centro della sua esperienza, è il tema dominante dell’Ufologia scientifica. Organizza Massimo Fratini, già coordinatore di radiologia all’Università La Sapienza e responsabile del sito: www.segnidalcielo.it. La controversa vicenda di Travis Walton, studiata dal fisico Stanton Friedman, è oggetto di analisi da decenni. I Nativi Americani 500 anni fa, nonostante tutte le loro leggende e le profezie “ammonitrici”, non riuscirono ad evitare il primo contatto con gli Europei bianchi. E fu la fine della loro civiltà.
Lo scienziato Shawn Domagal–Goldman, con un gruppo di colleghi della Pennsylvania State University, sul sito on line del “Guardian” riassume in uno studio molto dettagliato dal titolo altrettanto rassicurante:“Il contatto con gli extraterrestri sarebbe vantaggioso o dannoso? Analisi di uno scenario”, che tutti i Politici dovrebbero conoscere per approntare le giuste e necessarie difese, lo status della situazione. Vengono prese in considerazione una serie di ipotesi. Una prevede che si riesca a instaurare una relazione per noi vantaggiosa con gli Alieni, presumendo che la nostra civiltà sia inferiore a quella degli extraterrestri: il contatto potrebbe aiutarci a risolvere le più gravi emergenze planetarie come l’inquinamento, la fame, la povertà, le malattie, le guerre. Un secondo scenario definisce la tesi dell’improvvisa razzia o del “pasto alieno” (scenario del film “Signs”) di esseri umani, su scala regionale e/o planetaria. Una terza propone l’ipotesi che l’Uomo alla fine riesca a sopravvivere a un attacco magari perché aiutato dalla “quinta colonna” e/o da altre razze aliene rivali di quelle che desiderano sottometterci. In tal caso potremmo acquisire esperienza e tecnologia dalla guerra di difesa interstellare vinta sulla Terra e ci sarebbero dei vantaggi tecnologici di portata storica. C’è poi lo scenario peggiore: se gli alieni sono superiori (non moralmente) per intelletto e tecnologie, e se sono vagamente “giustizialisti”, allora è finita per noi terrestri. Una scarica laser mesonica dallo spazio (a base di quark ed anti-quark) ed addio agli umani tramutati in polvere interstellare. “Spazzarci via sarebbe il modo migliore per salvare la Terra ed evitare che i disastri provocati dall’Uomo si estendano su una scala più ampia, contaminando altre civiltà” – fa notare lo scienziato Domagal-Goldman. Ma anche se non ci fosse mai stato alcun contatto con gli Alieni, non c’è alcun motivo razionale per non credere che non possa verificarsi improvvisamente, stimolato magari da certi comportamenti dell’Uomo. O forse ci sono già stati e sono in corso d’opera (chissà quanti documentari naturalistici sui terrestri, stile Superquark di Piero Angela; a proposito, il Cicap e la trasmissione “Misteri” non possono assolutamente mancare all’incontro romano con Travis Walton) per farci rigare dritto nel corso della nostra Storia futura. Un fatto è certo. Il paradosso di Fermi e l’equazione di Drake (da aggiornare alla luce delle centinaia di esopianeti scoperti ogni giorno a tutte le lunghezze d’onda, http://planetquest.jpl.nasa.gov/) trovano una lettura particolare nei pensieri e nei libri del fisico nucleare americano Stanton T. Friedman che nei convegni e nei congressi internazionali ai quali viene regolarmente invitato, relaziona sul tema:“I dischi volanti e la Scienza”. Poiché crediamo fermamente che sia massimo dovere etico di un giornalista permettere all’opinione pubblica di formarsi la propria opinione anche sul lavoro degli scienziati che si occupano di Esobiologia, fornendo innanzitutto i fatti-atti scientifici come realmente accadono nel nostro mondo non più al centro dell’Universo, ecco lo stato dell’arte sul fenomeno fisico ET, UFO, astronavi spaziali aliene, visioni, incontri veri, presunti e falsi con abitanti e testimoni di altri mondi. Ognuno è libero di credere in ciò che vuole. I tempi della scienza non coincidono con quelli dei media, della politica e dell’intelligence. A volte non sappiamo veramente cosa sia questa “realtà” nel senso che tutto ufficialmente sembra vero, relativo e opinabile. Da un certo punto di vista, tutto sembra cioè possibile e praticabile, anche nascondere all’umanità il più grande segreto di tutti i tempi. Miti, storie, manifestazioni spontanee, eventi prodigiosi e leggende su carri, navi, dischi e velieri apparsi dal nulla sui cieli e sui mari di ogni dove nei secoli passati, significano forse qualcosa? Per 65 anni l’ufologia ci ha fatto rimbalzare nel dedalo di mezze verità e bugie, proponendo diverse visioni e interpretazioni del fenomeno alieno sulla Terra. Ma la realtà è talmente più fantasiosa della fantasia, conferma Stanton Friedman, da contemplare nolenti o volenti l’esistenza di milioni di civiltà extraterrestri totalmente diverse dalla nostra, alcune delle quali insediate da moltissimo tempo nelle immediate vicinanze del Sistema Solare e non solo negli sperduti spazi intergalattici. Che senso ha percorrere trilioni di chilometri per raggiungere la Terra e poi tornare a casa? Il pieno rispetto del metodo scientifico galileiano che impone agli scienziati di attenersi rigorosamente ai fatti, ai documenti finora prodotti e tenuti segreti negli scaffali dei governi di mezzo mondo, chiede che la Verità sia resa pubblica.
La sfida è stata raccolta dal fisico nucleare Stanton Friedman (“BSc e MSc degrees in physics from the University of Chicago”, 1955-56) da decenni alla ricerca della verità sugli ET, coinvolto per 14 anni in progetti ad elevato grado di segretezza come aerei nucleari a configurazione esterna (classificati e/o cancellati in attesa di una chiara visione politica per l’esplorazione interstellare), razzi spaziali a fissione e fusione nucleare, piccole centrali nucleari portatili. In qualità di fisico della General Electric, General Motors, Westinghouse, TRW System, Aerojet Generan Nucleonics e McDonnell-Douglas. Affiliato dell’American Nuclear Society, American Physical Society e l’American Institute of Aeronautics and Astronautics, fin dal 1958 gli Ufo e le navicelle spaziali aliene sono stati al centro dei suoi studi. Friedman, apparso due volte alle Nazioni Unite, ha tenuto oltre 700 lezioni in università, college e gruppi professionali di oltre 50 Paesi del mondo. Nel novembre 1968 Friedman lavora al programma di razzo vettore nucleare Nerva presso il Westinghouse Astronuclear Laboratory di Pittsburgh (Pennsylvania) dove viene sperimentato con successo il motore nucleare NRX-A6 di 1.100 megawatts. La fantastica corsa degli “sgusci” e degli incrociatori vista in Star Wars, non è poi così lontana!
I suoi libri (“Captured!” di Stanton T. Friedman e Kathleen Marder. La vera storia del primo rapimento alieno documentato sulla Terra: l’esperienza di Betty e Barney Hill. New Page Books, The Career Press, 2007, pp. 319, prefazione del dr. Bruce Maccabee; “Flying saucers and Science” di Stanton T. Friedman, ibidem 2008, pp. 317. Uno scienziato investiga i misteri del fenomeno fisico Ufo, i viaggi interstellari e il ruolo dei governi della Terra. Prefazione dei dr. Edgar Mitchell e Bruce Maccabee; “Science was wrong” di Stanton T. Friedman e Kathleen Marder, ibidem 2010, pp. 255. Informazione e disinformazione scientifica e tecnologica sulla Terra. Osservazione e dogmi. Verità e bugie. Le frontiere della Scienza; “Crash at Corona: the definitive study of the Roswell incindent” di Don Berliner e Stanton T. Friedman, Marlowe & Company, NY 1997, pp. 227; “Top Secret / MAJIC – Operation Majestic-12 and the United States Government’s Ufo cover-up” di Stanton T. Friedman, Da Capo Press 2005, pp. 282, prefazione di Whitley Strieber) e le sue conclusioni, sono decisamente importanti. Friedman cita i lavori di Padre Balducci che dal Vaticano conferma l’interesse della Chiesa Cattolica verso la nozione di visitatori da altri mondi, segno dell’onnipotenza di DIO.
Dr. Stanton T. Friedman, what’s the matter? “Dopo 55 anni di investigazioni sono convinto che abbiamo a che fare con un Watergate cosmico. Questo significa che poche persone all’interno dei governi più potenti sanno almeno dal 1947 che alcuni Ufo sono astronavi aliene”. Secondo Friedman il mondo vive in una perfetta ignoranza perché gli Uomini credono di essere i migliori dell’Universo. Nei suoi libri cita molti casi di incontri con testimoni oculari attendibili, inclusi i piloti di prestigiose linee aeree. La prova che la guerra particolarmente incandescente per il disclosure dei documenti riservati (su Ufo, alieni e navicelle ET) dei maggiori stati del mondo, sia appena cominciata, è contenuta nei libri di Stanton T. Friedman e in questo nostro documento.
Le coperture e gli insabbiamenti da parte delle autorità sui casi di fine anni Quaranta (Corona-Roswell) e Cinquanta del XX Secolo, potevano essere smascherate già allora. Friedman critica il SETI (lo definisce,“Silly Effort To Investigate”) il centro ricerche intelligenze extraterrestri in California e si dice fiducioso di una maggiore trasparenza sulle questioni dello spazio esterno se i giornalisti cominceranno a fare il loro dovere. Sono sufficienti pochi mesi di scrupolose inchieste degne del Premio Pulitzer. “Alcuni Ufo – afferma Friedman – sono navi spaziali controllate da intelligenze extraterrestri e questa è la storia più grande del millennio”. Parole che sembrano uno scherzo ma che pronunciate da uno scienziato di alta formazione e forte credibilità, assumono un significato particolare. Abbandonando la fantascienza di criptici personaggi e film-makers dalla dubbia fama e reputazione, responsabili di aver messo in croce molti giornalisti, Friedman vuol (far) capire la verità sulla realtà di un fenomeno (la storia dell’Esobiologia mondiale, dell’interazione tra umani ed alieni, è diventata immensa) che rimane patrimonio di pochissime organizzazioni scientifiche internazionali. Segnali di vita elementare entro il Sistema Solare sono al vaglio degli scienziati. Non solo su Marte, ma anche sulle lune di Giove e Saturno. Esistono pianeti e lune adatti alla vita anche sulle stelle più vicine e sulle nane brune scoperte dal telescopio spaziale Wise della Nasa? Se è caduta nel vuoto la bufala delle distanze enormi che renderebbero il viaggio degli extraterrestri quanto mai problematico, per Friedman la presenza di alieni nel Sistema Solare è non solo possibile ma reale.
Il fenomeno ET finora appannaggio di buontemponi su quotidiani, settimanali, tabloid, web, talk-show, dvd e cassette, va compreso con i linguaggi della scienza. Psichiatria compresa. I falsi (d’autore o meno) vengono riconosciuti regolarmente e il sensazionalismo non paga. Alcune cose vanno subito chiarite. Il presunto trauma psico-sociologico-culturale dello scenario da “primo contatto” con una civiltà leggermente superiore alla nostra (forse un novello Colombo extraterrestre portatore di civiltà sul pianeta azzurro o piuttosto un altro Hernán Cortés Monroy Pizarro Altamirano, distruttore di civiltà?) non regge alla prova della storia dei falsi dell’ufologia strillata.
Il conforto dei dati scientifici offerti dall’astrofisica è evidente: i sistemi stellari vicini al nostro, non sono solo molto più antichi. Sono coevi, cioè le loro stelle sono nate dai gas della supernova primordiale, madre di tutti noi. Queste stelle vivono la fase centrale di sequenza principale della loro vita (mezza età), quindi se ospitano pianeti o lune come la Terra, tutto è possibile. Molti presunti esperti sono caduti in disgrazia in compagnia di saccenti ufologi e finti scienziati, mescolando il tutto con la magia e la parapsicologia più paludata, farcendo la melassa con l’ambientalismo più consunto dei cosiddetti contattisti e pacifisti di massa. Insomma altro che efebici ET angelici messaggeri di pace e di amore. Se per il fisico S. Hawking faremmo bene a prepararci per affrontare possibili scenari di razzie extraterrestri improvvise e devastanti (siamo pronti?), per Stanton Friedman tutto questo forse sta già accadendo sulla Terra a migliaia di persone sotto i nostri occhi.
Dr. Friedman, è credibile la congiura del silenzio dietro il comodo paravento della sicurezza nazionale dei governi occidentali? Perché gli ET non appaiono agli scienziati?
“Nel lontano 7 luglio 1947 è accaduto un evento di straordinaria importanza per tutta l’umanità, l’inizio di un probabile contatto cosmico con i nostri vicini della periferia stellare. Ma la verità è stata sepolta per anni da agenti del discredito (debunkers), finti ufologi, autori di fantascienza, registi che hanno prodotto e realizzato filmati falsi, sulla base di credenziali di equilibrio e professionalità assai discutibili. Gente e mass-media travolti da facili guadagni e sensazionalismo”. Secondo Friedman non siamo del tutto consapevoli del grande rischio che stiamo correndo. “Non ho mai visto un alieno ma tutte le prove che stiamo raccogliendo convergono sul fatto che già da migliaia di anni siamo regolarmente visitati da civiltà molto più evolute della nostra. Un fenomeno ancora non del tutto studiato e compreso da psicologi, sociologi, astrofisici e media”. Insomma, il tanto declamato e mancato contatto ufficiale in pompa magna (cf. Visitors, Mars Attack, Ultimatum alla Terra, Star Trek) potrebbe essere l’ennesimo tentativo dei disinformatori di far credere alla gente che i visitatori non esistono, non ci osservano regolarmente come noi facciamo con gli animali della savana. In realtà, saremmo posti già da secoli di fronte a schemi fisici, sociali, culturali e comportamentali così complessi, magari preconfezionati dagli alieni e per noi inimmaginabili, che renderebbero impossibile riconoscere nella massa (ma non nel privato) gli Extraterrestri. Perché nulla esclude che possano assumere forma umana o di altra natura nella vita quotidiana. L’Ufologia scientifica, tuttavia, avrebbe dimostrato che il crollo di tutte le nostre sicurezze (istituzioni, politica, famiglia, religione, riproduzione e sopravvivenza) non è nei piani degli Alieni visitatori e che ogni iniziativa muove dal fenomeno stesso. Un comportamento compreso dai potenti della Terra che non possono controllare i contatti privati. Il potere pubblico, quindi, sarebbe del tutto inerme. E la sola cosa che può fare è quella di screditare scienziati, giornalisti, testimoni, ricercatori sinceri del fenomeno extraterrestre, mantenendo il controllo sui media. La scienza è verità e libertà: un sano scetticismo non può precludere la ricerca stessa.
La scienza non teme nulla, ossia di tornare sui suoi passi. Ma gli scienziati che sbagliano temono tutto, in primis le loro carriere. La scienza non è sensazionalismo. Molti scienziati nella storia hanno commesso errori madornali e continuano ad essere celebrati. “Se il fenomeno alieno esiste – spiega Friedman – perché attendibili sono la maggior parte delle testimonianze di persone che hanno visto e descritto cose straordinarie in ogni parte della Terra, perché negare l’evidenza dei fatti?”.
Il fenomeno si manifesta in modo intelligente, a volte assurdo, e sicuramente non rispettando i canoni classici dei nostri schemi mentali. Coloro che avevano creato e messo in scena il “pupazzo” di Montreal e la finta autopsia di un’aliena (1995), dove sono finiti? Sono stati smascherati come falsi clamorosi da Stanton Friedman il quale accoglie la pittoresca denominazione giornalistica “Flying Saucers” (piatti o dischi volanti) che fin dal 24 giugno 1947 si è imposta nel linguaggio comune, studiando, verificando e indagando il fenomeno alieno con gli strumenti della scienza. Fatti, persone ed eventi dichiaratamente falsi sono regolarmente oggetto dei suoi studi. Gli Ufo non sarebbero ancora un problema per la Chiesa Cattolica che se ne occupa fin dai tempi di Niccolò Cusano, come avremo modo di scoprire, semplicemente perché il fenomeno non ha ancora assunto le dimensioni planetarie previste. Qui la fede non c’entra. L’argomento è scientifico. Un enigma per scienziati come Friedman che certamente, sulla scia dell’astronomo Joseph Allen Hynek (1910-1986) padre dell’ufo-esobiologia scientifica, non è uno studioso con le traveggole. I sondaggi rivelano che i giovani vogliono la verità: dunque, il tema deve essere affrontato scientificamente con competenza, sincerità e professionalità.
Perché il mondo accademico europeo non si apre cautamente allo studio ufficiale del fenomeno extraterrestre? Se siamo visitati regolarmente in privato, cosa ci attende quando la manifestazione assumerà le proporzioni di massa? Il fenomeno Ufo è solo un mito psico-sociologico privo di realtà fisica oggettiva? Siamo di fronte a pure fantasie o a storie reali? Quanti in Italia conoscono gli studi del professor Joseph Allen Hynek il quale ebbe a dichiarare:“gli Ufo sono comparsi da un capo all’altro della Terra, fra le popolazioni più disparate, anche al di fuori della nostra società tecnologica, e si possono ben definire un fenomeno di portata mondiale”? Quanti in Italia conoscono gli studi del professor Stanton T. Friendman?
Tra gli scienziati che hanno suggerito l’ipotesi della Terra visitata in passato da esseri extraterrestri, Stanton Friedman è il più coraggioso di tutti. Si espone tranquillamente e critica l’abitudine degli scienziati-burocrati di cercare altrove segni di intelligenze extraterrestri attraverso telescopi ottici o radiotelescopi, come nel caso del progetto Seti. “La loro ipotesi dipende dal fatto che non c’è nessuno che ci faccia visita; se aspettiamo abbastanza a lungo riceveremo un segnale che sarà la scoperta più grande della storia dell’umanità, che ci aiuterà a risolvere tutti i nostri problemi; quello che davvero mi dà fastidio è che gli addetti al Seti ti diranno sempre che non ci sono prove di Ufo”.
Perché scienziati di alto profilo accademico rifiutano categoricamente di considerare la Terra come un luogo di villeggiatura per alieni?
“Perché dovrebbero ammettere che hanno ignorato una storia così grande per così tanto tempo e che erano in errore; essere in errore è ciò che nessuno scienziato vuole ammettere”.
Perché alcuni governi dovrebbero celare la verità?
“Per la forte pressione militare: dal punto di vista della sicurezza nazionale ognuno vuole ottenere un disco volante e capire come funziona, magari sfruttarlo per realizzare armi da schierare contro il nemico. E c’è sempre un nemico. Si potrebbe aspettare che qualcuno di questi dischi volanti abbia dei problemi meccanici e precipiti sulla Terra, cosa che secondo alcuni è già avvenuta in diverse occasioni. Tutto questo non farebbe altro che far irrigidire la posizione di chi sa e non vuole diffondere informazioni riguardo questi sconvolgenti episodi. Ma sono fiducioso che nel corso della mia vita verrà alla luce almeno una parte della storia, che non siamo soli nell’Universo. Ora probabilmente è il momento di dire che siamo parte di un vicinato galattico; sfortunatamente, non siamo i più grandi del quartiere. Esistono prove schiaccianti che intelligenze extraterrestri stanno visitando il nostro pianeta”. Friedman afferma che “ormai non ci sono più dubbi sull’esistenza di queste visite: gli Ufo sono una realtà incontrovertibile e alcuni di loro sono sicuramente di origine aliena. Il soggetto Ufo costituisce oggi un Watergate cosmico, il che significa che solo alcune persone, nei governi che contano, sono a conoscenza di ciò che interagisce con il nostro pianeta almeno fin dal 1947 quando due oggetti volanti non identificati caddero nel New Mexico e vennero recuperati dal governo americano insieme ad alcuni cadaveri alieni. Da quel momento l’argomento Ufo fu classificato”.
Nessuna delle argomentazioni poste a discredito di questo fenomeno, ha potuto insabbiare totalmente la verità che giorno dopo giorno è venuta e sta venendo fuori. Friedman ha cominciato ad interessarsi al fenomeno Ufo fin dal 1958. La sua prima conferenza ufficiale risale al 1967 e da allora ha svolto direttamente sul campo la sua attività di ricercatore e di studioso, interessandosi al caso Corona-Roswell e redigendo numerosi rapporti su molti altri casi. Attualmente svolge l’attività di ricercatore per il Mufon (Mutual UFO Network). Ci sono molte lezioni da apprendere nello studio delle varie problematiche socio-antropologiche, scientifiche e tecnologiche descritte da Friedman. Nel libro “Top Secret/MAJIC–Operation Majestic-12 and the United States Government’s Ufo cover-up”, lo scienziato smaschera gli scherzi dei buontemponi dell’ufologia di massa; combatte l’arroganza dei burocrati che hanno ridotto il Freedom of Information Act (la Legge sulla Libertà dell’Informazione) a una farsa grottesca, a un gioco kafkiano; neutralizza gli agenti del discredito e della disinformazione; sviluppa una dettagliata cronaca della realtà che semplicemente finora è stata negata all’umanità. Secondo Friedman c’è un Grande Segreto al centro del Governo Usa (complesso militare-industriale) ossia di ogni Amministrazione disposta a tutto (anche a nuovi “11 Settembre 2001”?) pur di non rivelarlo pubblicamente. Coraggioso e determinato, Stanton
Friedman resiste ad attacchi di ogni genere per offrire al mondo la prova dell’autenticità di un numero consistente di documenti relativi al cover-up: il Cutler-Twining Memorandum del 1954 sul famoso gruppo di scienziati e militari (MJ-12) scelti per conservare ed analizzare gli Ufo negli Anni Quaranta e Cinquanta del XX Secolo; il Briefing di Dwight David “Ike” Eisenhower del 1952 che offre lo status delle conoscenze acquisite sui frammenti e sui resti biologici delle creature extraterrestri caduti nel Nuovo Messico. Friedman analizza anche le testimonianze di coloro che per anni ne hanno apertamente negato la validità. La maggior parte di questi documenti sono ancora più che Top Secret, protetti da un livello di segretezza molto superiore e senza precedenti nella storia dei governi. Sulla cui natura terrestre Friedman non ha dubbi: il cover-up non sarebbe stato imposto dagli Alieni. Gli standard di segretezza estremamente rigorosi rivelano l’esistenza di un’organizzazione governativa Usa molto potente e inaccessibile ai media, straordinariamente efficiente su tutto il pianeta, capace cioè di agire indisturbata ovunque in qualsiasi momento. Pensieri suggestivi, provocanti e dirompenti che pronunciati da un intellettuale come Stanton Friedman, squarciano il velo di oscurità e di silenzio sul fenomeno extraterrestre, squisitamente di intelligence, illuminando le zone d’ombra calate sull’opinione pubblica mondiale con la complicità di una stampa incredibilmente succube della vicenda. Che ci fa un fisico nucleare in un luogo rischioso come questo, dove il senso del ridicolo è l’arma più economica e potente in mano agli agenti del discredito? Il grande maestro Carlo Rambaldi con la sua creatura ET, capolavoro cinematografico del regista Spielberg (pellicola recentemente restaurata e politically correct), nel 1981 ha fatto sognare milioni di bambini in tutto il mondo. Ma la vera storia deve ancora essere rivelata ufficialmente. Quindi c’è ancora molto da scrivere.
Nel libro “Crash at Corona: the definitive study of the Roswell incindent”, Don Berliner e Stanton T. Friedman analizzano nei minimi dettagli ciò che è accaduto sulla Terra all’insaputa dell’intera umanità.
Se gli Ufo extraterrestri sono reali, perché non ne è mai caduto uno?
“L’implicazione è importantissima, la deduzione logica è che se le sonde e le navicelle ET presumibilmente non cadono al suolo, allora non devono esistere”.
Decine di scienziati e di autori di fantascienza di tutto il mondo (compresi quelli che oggi vantano il proprio nome sui crateri di Marte!) ci hanno detto la verità?
“Migliaia di documenti ufficiali redatti da persone equilibrate e da eccellenti osservatori (piloti civili e militari, compresi astronauti) sembrano rivoluzionare le attuali teorie scientifiche del volo”.
Realtà, allucinazioni, flash-forward, fantasie o scherzi?
“Le prove solide a favore di almeno un impatto al suolo di una navicella extraterrestre negli Usa, sono incontrovertibili”. Il tema ha affascinato negli ultimi 65 anni studenti, fisici, sociologi, antropologi, filosofi, teologi e giornalisti di tutto il mondo. E non si tratta di rumors. Il crash vicino Corona in Nuovo Messico, forse il primo impatto alieno documentato nella Storia (famoso come l’Incidente di Roswell dove però non sarebbe caduto nulla, in quanto è solo la città più grande entro 75 miglia dal vero sito!) della civiltà umana, è un rebus ancora aperto. Il fisico nucleare Friedman ha ascoltato testimoni di ogni tipo ma per convincersi dei fatti non è bastato leggere le rassegne stampa locali del luglio 1947. Nell’estate 1989 le indagini sui fatti di Corona si arricchiscono di ulteriori particolari: gli indizi di un secondo impatto al suolo, nella piana di San Augustin. Insomma, due strani velivoli sarebbero caduti nella stessa zona. Due navicelle aliene, secondo Friedman ed altri. Non palloni-sonda stratosferici per rilevamenti meteo. Non razzi V-2. Non aerei sperimentali Usa. All’interno delle due astronavi ET furono rinvenuti – secondo i documenti ufficiali prodotti – piccoli umanoidi. La vicenda fu immediatamente annunciata dalle autorità militari che, però, solo l’8 luglio emisero un secondo comunicato stampa totalmente diverso per negare quanto espresso nel primo. Per 35 anni i fatti di Corona e della piana di San Augustin furono celati all’opinione pubblica. Un velo di leggenda e di mito ammorbò la faccenda. Poi, nel 1978, uno dei due militari coinvolti nel recupero dei velivoli alieni, raccontò la sua versione dei fatti. Centinaia di persone coinvolte nel più grande segreto dell’umanità? Se non fu possibile celare neppure i segreti della bomba nucleare americana poiché le spie sovietiche avevano i loro scienziati infiltrati negli Usa, i quali avrebbero potuto benissimo carpire anche il segreto sugli alieni, qualcosa non quadra. Tuttavia molti testimoni militari e civili dell’impatto al suolo e del recupero delle due navicelle ET, secondo Friedman, preferirono tacere per evidenti ragioni di sicurezza personale e familiare. Custodirono le loro storie nella cassaforte di casa. Altri testimoni sono morti celando per sempre nella tomba ciò che avevano visto. Altre stanno per parlare. Per questo Friedman non si arrende. È convinto che altre persone e particolari emergeranno per svelare il segreto su quelle due navicelle extraterrestri. Non sappiamo quanto di vero ci sia in questa storia. Se vera, cambierà per sempre il corso della nostra civiltà? Le implicazioni potrebbero essere incalcolabili se gli ET si rivelassero in massa al mondo intero (magari in esclusiva sul Tg3, cf. Youtube). In tal caso i governi non potrebbero più tacere. Secondo Friedman, il governo Usa continua a confermare che nulla di importante è accaduto a Corona e San Augustin. La guerra fredda è finita solo da pochi anni e sono appena cominciate le guerre multinazionali del XXI Secolo contro i dittatori della Terra, magari per accaparrarsi i combustibili fossili. In una libera società democratica ha davvero senso tenere nascoste all’umanità verità così importanti come quelle degli Alieni che vivono già tra di noi e magari ci spiano dalle webcam di pc, tablet e telefonini? Questa storia ha ispirato libri, tabloid, produttori e registi cinematografici, talk-show. Ma anche personaggi senza scrupoli. Soggetti smascherati da Stanton Friedman senza neanche troppi complimenti anche se poi continuano a macinare ascolti. Ma stranamente quegli eventi del 1947 sembra abbiano lasciato indifferente la comunità scientifica internazionale finanziata con i soldi pubblici dei contribuenti. È giunta l’ora di puntare i nostri più potenti telescopi astronomici ed astrofisici su target più vicini. I fatti sono davvero noti? Li riassumiamo lasciando al Lettore la curiosità di scoprire i particolari della storia nei libri di Stanton Friedman.
È il mese di luglio del 1947. Un’astronave aliena precipita nel deserto del New Mexico tra le località di Socorro, Corona, Roswell e Plains di San Agustin, a sud di Los Alamos, a nord di Alamogordo, quindi non lontano dal famoso Trinity Site dove fu sperimentata nel luglio 1945 la prima bomba nucleare al plutonio, la stessa che verrà sganciata su Nagasaki il 9 agosto. L’incidente in un secondo comunicato stampa venne spiegato dall’USAF come una banale caduta di un pallone meteo. La vicenda non si chiuse affatto. Tra il 1978 e il 1980 il caso venne riportato all’onore delle cronache pubbliche da un gruppo di ricercatori che ripercorse attimo per attimo quanto era accaduto quella notte. Un autorevole commento alla vicenda viene da Edgar Mitchell, ex astronauta Nasa che nel 1971 partecipò alla missione lunare Apollo 14. Secondo l’astronauta, il governo degli Stati Uniti cercò di nascondere quanto era accaduto quella notte. “Sull’avvistamento di Roswell ci fu copertura, il tentativo di insabbiare la verità” – sostiene Mitchell che ha invitato il Presidente degli Stati Uniti, Barack Hussein Obama, ad essere trasparente ed a non nascondere più l’evidenza dei fatti. “Non siamo soli nell’Universo – rivela Mitchell – e il nostro destino è quello di diventare parte di una comunità interplanetaria. Dovremmo prepararci ad andare oltre il nostro pianeta e oltre il nostro Sistema Solare per scoprire che cosa c’è davvero là fuori”. L’invito di Mitchell è chiaro.“Consiglio a coloro che hanno dei dubbi di leggere libri e tutto quello che si è scritto per cercare di capire che cosa è veramente successo, perché non c’è dubbio che noi siamo stati visitati dagli alieni”. Torniamo al 1947.
Nel primo comunicato stampa ufficiale delle Forze aeree statunitensi, si annuncia al mondo una notizia che merita la prima pagina di ogni quotidiano:“L’Aeronautica cattura un disco voltante in un ranch nei pressi di Roswell”; “L’Esercito dichiara di aver trovato un disco voltante”; “L’Esercito trova un disco volante vicino a un ranch nel New Mexico”. È l’8 luglio del 1947 e il tenente Walter Haut, addetto stampa della base militare di Roswell, ha appena diffuso la notizia più eclatante del XX Secolo. La successione dei tempi è importantissima. La notizia viene data a mezzogiorno ora del New Mexico. La maggior parte dei quotidiani americani del mattino non riesce a pubblicarla a causa della differenza di fuso orario. Fanno in tempo, invece, quasi tutti i giornali della sera, che nelle ultime edizioni danno enorme rilievo all’accaduto. Il primo lancio della notizia era partito dalla base militare. L’ufficio dello sceriffo e i giornali locali sono sommersi di telefonate. Poi accade l’incredibile. L’Esercito cambia versione: non era un Ufo ma solo un pallone-sonda. Così i giornali del 9 luglio smontano la storia:“Ridimensionate le voci sui dischi volanti; il disco del New Mexico è soltanto un pallone-sonda”. Nei giorni successivi vengono pubblicate le foto del relitto e dell’incidente nessuno ufficialmente parla più per 30 anni. L’incontro fortuito, avvenuto nel 1978, tra il fisico nucleare Stanton Friedman e il direttore di una stazione televisiva della Louisiana, riapre le ricerche. Mentre aspettava di essere intervistato sulla sua attività di ricercatore, Friedman parla al direttore che gli consiglia di consultarsi con un certo Jesse Marcel:“Quando era militare ha avuto a che fare con questa storia – spiegò il direttore – adesso vive a Houma, in Louisiana”.
Il giorno seguente Friedman si mette in contatto con Marcel e viene a sapere che all’epoca dei fatti era ufficiale dei servizi segreti presso la base aerea di Roswell. Marcel dice di aver ricevuto l’ordine di raccogliere i rottami sul luogo dell’incidente, un ranch nei pressi di Corona, a 120 chilometri da Roswell; poi avrebbe dovuto mandarli alla base di Wright Field (oggi Wright-Petterson) in Ohio, dove l’esercito americano era solito ammassare il materiale bellico preso al nemico. Quando Marcel era ormai pronto a partire per l’Ohio, l’addetto stampa, tenente Walter Haut, diede ufficialmente notizia degli avvenimenti. Poco più tardi, quello stesso giorno, fu deciso di nascondere la verità e venne data una seconda versione dei fatti: i frammenti non erano altro che parti di un pallone-sonda meteorologico. Marcel non riesce a ricordare le date esatte. Friedman allora decide di rivolgersi all’ufologo William Moore che già gli aveva offerto aiuto per le ricerche. Moore viene a conoscenza di una storia che contribuisce a dare un primo inquadramento temporale agli eventi. Nel primo fascicolo della Flying Saucers Review (Rassegna dei dischi volanti), Hughie Green, personaggio della televisione, racconta che, mentre guidava nei pressi di Filadelfia, aveva sentito alla radio la notizia che l’esercito aveva trovato un Ufo. Green ha la sicurezza del periodo: fra gli ultimi giorni di giugno e i primi di luglio. Moore si reca allora all’emeroteca dell’Università del Minnesota e consulta i quotidiani dell’8 luglio 1947 con l’incidente di Corona-Roswell in prima pagina. I giornali facevano i nomi del titolare del ranch, dello sceriffo, del personale della base di Roswell, e davano riferimenti temporali. Friedman e Moore si buttano a capofitto nella ricerca: nel 1980 avevano già parlato con 62 persone in qualche modo coinvolte nella vicenda, tra cui Bill Brazel, il figlio del mandriano che aveva trovato il relitto, e i suoi vicini che avevano visto e toccato i rottami, come Loretta Proctor e il figlio di Jesse Marcel, Jesse junior. Friedman e Moore non se l’aspettavano, ma il tenente Walter Haut, l’addetto stampa che per primo aveva dato la notizia degli Ufo, abitava ancora a Roswell. Aveva gli annuari della base, un grosso aiuto nell’identificazione delle persone e dei dettagli. Nel 1986 Friedman e Moore avevano così scovato 92 personaggi e pubblicato sei articoli. Ma era solo l’inizio della più importante avventura info-investigativa nella storia dell’esobiologia. Friedman convince il produttore televisivo del programma Unsolved Mysteries (Misteri irrisolti) della NBC, a dare un po’ di spazio alla vicenda di Roswell. Così avrebbe potuto trovare altri testimoni, in qualità di consulente della trasmissione. Nell’agosto 1989 mentre era a Roswell per alcune riprese, Friedman ha un incontro importante: Gless Davis, impresario di pompe funebri, che aveva lavorato per la ditta Ballare Funeral Home, incaricata dei servizi mortuari per la base militare. Davis parla dell’attività piuttosto strana all’interno della base nell’estate del 1947. L’Esercito gli chiese come andavano trattati dei piccoli cadaveri, ma quando poi si recò all’ospedale, fu cacciato con la forza. Quei piccoli cadaveri erano i corpi di extraterrestri raccolti dopo l’incidente? Dennis pensava di sì. Raccontò di aver parlato con un’infermiera che aveva visto cadaveri particolarmente puzzolenti sottoposti ad autopsia. I corpi avevano una pelle grigio-brunastra, grandi teste senza capelli con fessure o buchi al posto di naso, bocca e orecchie, quattro esili dita in mani prive di pollice (non sei dita a mani e piedi come nella falsa autopsia al presunto alieno AD 1995, probabile soggetto femminile affetto da sindrome di Turner). Ma poco dopo l’infermiera scomparve: si era trasferita in Inghilterra, gli dissero. Quando egli cercò di contattarla, scrivendole, la posta venne restituita al mittente col timbro:“decaduta”. La puntata di Unsolved Mysteries del settembre 1989 riscuote un grande successo: 28 milioni di telespettatori in tutti gli Stati Uniti rimangono incollati alla Tv. Seguono libri ed altre trasmissioni televisive.
Gli ufologi si trovarono divisi in due schieramenti. Se tutti concordavano sul fatto che almeno un Ufo era precipitato vicino al ranch dei Foster, alcuni come Friedman erano convinti che si fosse verificato un secondo incidente, con un altro disco volante caduto a San Augustin, sempre nel New Mexico. La tesi del secondo incidente poggia essenzialmente sul racconto di due testimoni chiave. Il primo, Gerald Anderson, aveva contattato Friedman nel 1990 dopo aver visto una replica di Unsolved Mysteries. Proprio in quel periodo Grady “Barney” Barnett, l’altro testimone, era morto, ma aveva raccontato la sua esperienza a due amici, LaVerne e Jean Maltasi, che la riferirono a Friedman. Indipendentemente l’uno dall’altro, due uomini affermavano di aver assistito al ritrovamento di corpi alieni. Secondo il racconto di Anderson, uno degli extraterrestri era sopravvissuto allo schianto. Purtroppo, poiché Barnett era morto, non fu possibile conoscere ulteriori particolari su quanto aveva visto né avere una controprova delle affermazioni di Anderson. Per questo molti ufologi esprimono riserve sull’incidente di San Augustin. I fatti relativi all’incidente di Corona sono accettati da tutti gli esperti. Quando nel 1992 Stanton Friedman pubblicò la prima edizione del libro “Crash at Corona”, scritto insieme a Don Berliner, esperto di scienza dell’aviazione, la vicenda parve a tutti molto chiara. E, se confermata ufficialmente, decreterà il totale successo scientifico di Stanton Friedman. Cosa accadde veramente nel Nuovo Messico? Tutto cominciò il 2 luglio 1947, quando il mandriano Mac Brazel sentì una potente esplosione nel mezzo di una tempesta elettrica. Il mattino seguente Brazel, che lavorava in un ranch a circa 120 km a nord-ovest di Roswell e 32 km a sud-est di Corona, andò a controllare una pompa dell’acqua. Lungo la strada notò strani frammenti disseminati per circa un chilometro: ne raccolse uno, provò a piegarlo ma questo tornava sempre nella posizione di prima. C’erano anche piccole travi a forma di “I”, di un insolito color lavanda, sulla cui parte interna si leggevano dei simboli. Le travi erano leggere, come se fossero di legno di balsa, ma erano infrangibili e non prendevano fuoco. Il 6 luglio Brazel caricò alcuni rottami sul suo furgone e li portò allo sceriffo di Roswell, George Wilcox, che si rivolse alla base dell’Esercito e parlò con l’ufficiale dei servizi segreti, maggiore Marcel. Questi registrò ciascun frammento e osservò che si trattava di pezzi davvero strani, diversi da qualunque altro rottame che avesse mai visto. Poiché Marcel aveva preso parte alle operazioni per la bomba nucleare, il suo giudizio poteva essere considerato affidabile.
Il comandante della base, colonnello Blanchard, ordinò a Marcel ed a W. Sheridan del controspionaggio di seguire il mandriano in campagna per raccogliere gli altri rottami.
Nel libro “Crash at Corona”, Friedman riporta il racconto di prima mano fatto da Marcel:“Quando arrivammo sul posto, fummo sorpresi nel vedere i rottami sparsi su una superficie tanto vasta. Non c’era alcuna traccia di impatto al suolo. Sembrava che qualcosa fosse esploso sopra il terreno, mentre filava a grandissima velocità…Appariva chiaro a uno come me, che aveva dimestichezza con mezzi aerei e con l’attività aeronautica in genere, che non si trattava di palloni-sonda, né di aeroplani o di missili”.
I due militari caricarono sugli automezzi quanti più frammenti poterono. Tornando alla base, Marcel si fermò a casa per mostrare qualcuno dei pezzi raccolti alla moglie e al figlio Jesse junior. Il mattino seguente, il colonnello Blanchard fece isolare tutta la zona vicino a Corona e vi inviò un forte contingente di soldati e di polizia militare per setacciarla accuratamente. L’addetto stampa, tenente Haut, preparò un comunicato in cui si accennava al ritrovamento di un disco volante.
La notizia fu data dalla radio locale e pubblicata sulle edizioni serali dei giornali della zona.
A Marcel fu ordinato di caricare il relitto su un aereo militare B-29 e di accompagnarlo personalmente alla base di Wright Field in Ohio, facendo scalo a Fort Worth, in Texas, sede del comando dell’8ª Squadra dell’Aeronautica. Nel frattempo il vicedirettore del Comando strategico aereo, generale McMullen, si era messo in contatto con il colonnello Thomas Jefferson Dubose, l’ufficiale più alto in grado di Fort Worth, e gli disse di inventare una versione di comodo sull’incidente e di rimettere tutto il da farsi al generale Roger Ramey, comandante della base.
Così, quando Marcel arrivò a Fort Worth fu convocato da Ramey che gli ordinò di mantenere il silenzio su tutto. Il meteorologo della base, Irving Newton, procurò i rottami di un pallone sonda e di un pannello riflettore per radar, e Marcel si fece fotografare accanto ai rottami falsi. Alla stampa venne detto che c’era stato un errore, che non si trattava di un Ufo ma del pannello riflettore di un radar. Questa versione fu diramata attorno alle 17, ora di Midwest, cioè della zona centrale degli Stati Uniti: troppo tardi per i giornali, tranne che per il Los Angeles Herald Express che riferiva: “Un generale crede che si tratti di pezzi di un radar meteorologico”. La ricerca dei rottami si protrasse per più di una settimana, finché fu trovata la parte centrale del disco volante e, a un chilometro e 600 metri dal velivolo, furono rinvenuti i cadaveri degli Extraterrestri.
Nel 1990 Stanton Friedman intervistò un fotografo dell’Aeronautica in forza all’Esercito, il quale, dopo aver chiesto di essere indicato con le sole iniziali, F.B., dichiarò di aver visto alcuni cadaveri nella campagna attorno a Corona. L’uomo disse che, mentre era di guarnigione alla base aerea della Marina di Anacostia, presso Washington, gli fu ordinato di recarsi con un collega alla base di Roswell; qui fu condotto sotto una tenda in aperta campagna per fotografarne il contenuto.
“C’erano quattro cadaveri” – disse F.B., descrivendo anche quelle teste troppo grandi sui piccoli corpi. Nell’agosto 1995 le televisioni di oltre 30 Paesi (dietro pagamento di milioni di dollari per i diritti televisivi) trasmettono alcuni fotogrammi della presunta autopsia di un alieno che non somigliava affatto a quelli descritti dai testimoni oculari. Gli autori, per contorte vie traverse, dichiarano e negano l’autenticità delle immagini riprese (dissero) il 31 maggio 1947 vicino a Socorro nel New Mexico. La “non notizia” su un presunto terzo Ufo precipitato nella zona, quale contributo avrebbe dovuto portare alla ricerca della verità? Gli autori confesseranno solo più tardi la verità, cioè la bufala. Morale della favola? Una gran brutta figura per tutti coloro che abboccarono e una gran bella figura per tutti coloro che subito (come Friedman e gli scienziati italiani) dichiararono i loro dubbi sull’autenticità del filmato! Insomma, le evidenze ET sulla Terra vanno ricercate altrove.
Nel libro “Captured!” Stanton Friedman propone un’analisi meticolosa interdisciplinare dell’esperienza vissuta dai coniugi Betty e Barney Hill tra il 19 e il 20 settembre 1961 negli Usa.
La vera storia del primo rapimento alieno documentato sulla Terra, secondo l’Autore, è destinata a sconvolgere per sempre la nostra visione dell’Universo in cui, da terrestri, giochiamo un ruolo davvero marginale. Il Principio antropico forte, l’atto di umiltà intellettuale coniato dall’astrofisico Stephen Hawking nel suo libro “Il grande disegno” dove esplora i 10 alla 500esima potenza di universi possibili e immaginabili, sembra confermato. “Captured!” raccoglie per la prima volta in assoluto le testimonianze dirette dei protagonisti, con dettagli mai rivelati prima d’ora, grazie al contributo della dott.ssa Kathleen Marder, nipote di Betty Hill. Friedman spiega scientificamente le varie sequenze della vicenda ed azzera le argomentazioni di chi vuole negare l’evidenza dei fatti. Qui il senso del ridicolo ricade su quanti negano la realtà oggettiva del rapimento alieno degli Hill: per quanto sconvolgente e incredibile possa sembrare, la razzia aliena che subirono passivamente non è un caso isolato, unico e irripetibile. Quindi il metodo scientifico galileiano può essere tranquillamente applicato. Il coraggio, l’onestà intellettuale, l’integrità morale e psicologica degli Hill, ha permesso a scienziati come Friedman di sviscerare il fenomeno fin nei minimi particolari per divulgarlo liberamente al grande pubblico. “Questa non è fantascienza” – fa notare l’Autore. Decine di migliaia di casi simili sono stati registrati, declassificati e rivelati, consentendo l’adozione di specifici protocolli terapeutici per aiutare le vittime a superare l’insolito trauma. Tuttavia, di eroi bisogna parlare: analizzando le prove e i riscontri forniti dai coniugi Hill, non si capisce altrimenti l’incredibile e scioccante livello di dettaglio fornito agli psichiatri. Nessuna allucinazione, secondo Friedman e gli specialisti che analizzarono gli Hill, può documentare l’evidenza dei fatti subiti.
Il doppio rapimento alieno degli Hill è diventato così il caso psichiatrico del XX Secolo negli Usa. Friedman ha raccolto le prove prima di giungere alle sue conclusioni. Si deve e si può essere scettici quanto si vuole. Così lavora lo scienziato. Ma le prove raccolte sugli Hill in un processo sarebbero più che sufficienti per travolgere tutte le tesi della difesa. Se Friedman ha ragione, siamo di fronte a uno scenario di invasione aliena mitigata. Eliminato l’irrilevante dalle tesi più ardite finora prodotte da pseudo-ufologi ed agenti del discredito per spiegare e/o negare il fenomeno ET sulla Terra, ciò che rimane, nonostante appaia impossibile, è altamente probabile. E’ la parola di uno scienziato che ha smascherato finti fisici nucleari addetti alla retro-ingegneria aliena, finti ufologi, finti testimoni e veri disinformatori in servizio permanente effettivo. In forza di documenti segreti, storici e processuali alla mano, Friendman conosce molto bene i buontemponi dell’ufologia mondiale. Non è stato facile svelare la verità sul rapimento alieno degli Hill. Così ha lavorato per anni di cesello per rimuovere le molte incrostazioni, mistificazioni e depistaggi messi in campo da chi gettava discredito su ricercatori e scienziati. Le giuste credenziali di equilibrio, affidabilità, preparazione e professionalità di Stanton Friedman hanno sortito l’effetto sperato. E’ davvero sorprendente che gli extraterrestri degli Hill non conoscano la chiusura lampo dell’abito di Betty e la dentiera mobile di Barney. Forse non possono in quanto bypassano il problema e la soluzione. Non tutte le civiltà hanno le stesse esigenze pratiche culturali. Quella praticata su Betty era davvero un’amniocentesi ante-litteram? Le tracce sui vestiti e sull’auto degli Hill come si spiegano realmente? Stanton Friedman rivoluziona la nostra comune percezione della scena del delitto di un rapimento alieno: un evento (the Event) diverso da qualsiasi patologia psichiatrica e leggenda agreste che dir si voglia. Per capire ciò che hanno subito gli Hill senza chiedere o dare l’appuntamento e il permesso agli ET, bisogna capire il contesto storico vissuto dagli Americani negli Stati Uniti continentali negli anni ’50 e ’60. In piena guerra fredda i contattisti come George Adamski, sostenevano di conoscere personalmente Esseri intelligenti extraterrestri buoni; raccontavano le loro esperienze vissute a bordo di fantastiche navicelle spaziali, di aver sperimentato conversazioni amichevoli con Esseri incaricati di proteggere il nostro pianeta Terra dal male (di altri esseri?) e dall’uso indiscriminato (bellico) delle armi nucleari. Questi contattisti pacifisti per denuclearizzare il nostro mondo, raccontavano storie incredibili che attrassero come miele migliaia di persone e di lettori, con un volume d’affari notevole. Friedman ne ha smascherati a decine in tutto il mondo. Se i contattisti si divertivano con i loro biondi fratelli cosmici, la storia traumatica di Betty e Barney, ma anche quella di altri sventurati che recentemente hanno ispirato registi e produttori cinematografici in pellicole angoscianti, dimostra l’esatto contrario. La scenografia terrestre nella quale s’innesta il rapimento contestuale degli Hill, non sembra assolutamente tecnologica. Gli Hill non chiesero di essere rapiti ma subirono il delitto spaziale. Lo raccontarono ai loro familiari, agli amici, agli investigatori dell’Us Air Force, senza romanzare e speculare sui fatti. Anzi, chiesero espressamente che quegli eventi non fossero divulgati durante la loro vita. Fu un articolo pubblicato da un reporter sul Boston Traveler ad aprire il caso mediatico. Contro la riluttanza degli Hill ad annunciare al mondo le violenze subite dagli alieni, si scatenarono molti ufologi. La storia andò di traverso agli stessi contattisti che vedevano tramontare per sempre i loro sogni. I tempi erano davvero cambiati. E con la pubblicazione del libro Missing Time (1981) di Budd Hopkins, il cambiamento nella percezione di certi Extraterrestri fu epocale e radicale. Era nata una nuova forma di contattismo o c’era del vero nell’esperienza di migliaia di persone che confessano ogni anno di essere state rapite da Esseri di altri mondi? Se i contattisti se la spassano con efebici alieni, i rapiti umani sono di ben altro avviso. Alcune persone confessano di aver subito l’atto violento, lo condannano ma sembrano accettare l’evento, ossia rifiutano di dimenticarlo o di ricamarci sopra storie campate in aria; altre persone dichiarano di essere state fortunate e considerano un onore l’essere state scelte dagli ET. Chiaramente si rischia il ridicolo nell’accettare irrazionalmente come vere storie del genere. E, da scettico che si lascia aperte tutte le porte, Friedman non le accetta in mondo acritico. Le spiegazioni scientifiche alternative sono sovrabbondanti, tuttavia il libro di Stanton Friedman, a differenza di molte altre opere di rispettabilissimi Autori, contiene il germe della verità scientifica che non ha timore di indagare il fenomeno alieno molto più in profondità in una complessa vicenda che è sicuramente avulsa da qualsiasi schema favolistico per bambini. L’Agenzia Spaziale della Terra Unita chiaramente non esiste ancora. Non ha mai creduto agli uomini con le orecchie a punta!
E, strano a dirsi, secondo Friedman la fantascienza finora non ha aiutato la ricerca della verità.
Ma c’è un limite anche allo scetticismo di chi non vuol vedere per timore di essere smentito dai fatti. La barriera alzata da Friedman contro tale irrazionalità, è poderosa. La dinamica dei fatti accaduti agli Hill sembra incontrovertibile. Barney affermò di aver visto (prima del rapimento) dentro la luce delle “persone”. Anche applicando al contrario ciò che era accaduto, la scienza psichiatrica funziona. Barney disse che gli alieni sembravano osservarlo con la stessa curiosità. Barney usò un binocolo e tutti sanno che sfocando l’immagine di una stella o di un pianeta, non appaiono persone dentro. Le descrizioni più dettagliate degli eventi subiti durante il duplice rapimento fisico degli Hill, furono ottenute grazie all’ipnosi condotta dal dr. Benjamin Simon. Furono ipotizzate altre spiegazioni logiche. Incubi notturni di Betty, vocalizzati durante il sogno, uditi da Barney e tradotti come eventi reali? Prima dell’ipnosi l’evento del rapimento era già stato testimoniato dai coniugi Hill decine di volte nei giorni, settimane e mesi successivi. Vi fu la contro-prova. Si tentò con l’ipnosi di indurre loro a credere che si fosse trattato solo di un sogno. Ma gli Hill si rifiutarono di accettare una tale spiegazione. La stessa tecnica fu usata per creare favole di sana pianta, per ascoltare sotto ipnosi ciò che si voleva udire. Niente da fare. I testimoni di tali eventi, come acclarato dal dr. Simon, erano perfettamente credibili e molto difficilmente suggestionabili contrariamente a quanto finora sostenuto dalla vulgata pseudo-scientifica. Certamente le contraddizioni nelle due versioni della storia fornite dagli Hill, non mancano: ad esempio, il leader spaziale alieno pare abbia detto a Betty che probabilmente non avrebbe ricordato molto; a Barney che non avrebbe ricordato nulla. Perché? Gli spaziali non erano forse a conoscenza delle potenzialità del cervello umano? Un punto a nostro favore, se fosse vero. Se non siamo prevedibili sarà più facile approntare le nostre difese! Poi c’è la vicenda della mappa stellare che identificherebbe chiaramente la base aliena (non necessariamente il loro mondo di origine) nella costellazione australe del Reticolo (the Net, in inglese). Precisamente nel sistema solare doppio ζ1-ζ2 (Zeta1-Zeta2) Reticuli (www.daviddarling.info/encyclopedia/Z/Zeta_Reticuli.html), distante circa 39.2 anni-luce, raggiungibile secondo Friedman e la Relatività di Einstein “in 20 mesi al 99.9% della velocità della luce, in appena 6 mesi al 99.99% e non in 78 anni!”. Poi c’è l’analisi chimica, nel libro di Friedman riportata in gran dettaglio, dell’abito indossato da Betty durante il rapimento, che non può essere facilmente spiegato come un fenomeno normale e ordinario nell’esperienza umana. E c’è l’evidenza fisica delle macchie scintillanti sul bagagliaio dell’automobile degli Hill e della bussola impazzita. Effetti elettromagnetici ordinari, l’effetto di un raggio-trattore o cos’altro? Il fisico Friedman ce lo spiega. Si può ignorare o minimizzare la portata di questa pubblicazione scientifica a carattere divulgativo? Se anche tutte le altre storie di ET, Ufo, navi, dischi e sigari spaziali volanti, fossero false, la vicenda sconvolgente degli Hill dimostra – e Friedman ne è il più convinto assertore sulla Terra – che di fronte ad eventi così straordinari e raccapriccianti, grazie alla logica che illumina l’osservazione nella ricerca scientifica, servono risorse altrettanto straordinarie (cervelli, danaro, tempo, istituzioni scientifiche, governi) per svelare al mondo intero ciò che è un nostro inalienabile e sacrosanto diritto: la verità dei fatti, ossia degli Ufo ET sulla Terra, per la nostra stessa sopravvivenza come razza umana, come mondo, come cultura, come civiltà. L’invito è quanto mai esplicito. Secondo Friedman non possiamo spiegare tutto quello che accade sulla Terra e nell’Universo con la mistificazione, la delegittimazione nel ridicolo e l’irresponsabilità. E, aggiungerei, con la minaccia di carriere scientifiche, filosofiche e teologiche bruciate sul nascere solo perché si sta cercando di fare luce su un fenomeno del tutto naturale, benché “meta-fisico”. Prepariamoci, dunque, a grandi sorprese. I dati sono più che sufficienti per spronare il Presidente Obama al grande passo. Certamente il nesso logico tra Esseri intelligenti e dischi volanti, non disturba affatto Friedman. Se ci sono navicelle aliene in volo silenzioso (ottico-acustico) nella nostra atmosfera e nel Sistema Solare, è ragionevole pensare che siano pilotate da qualcuno, magari a bordo. Non si escludono droni alieni (infinitamente superiori ai predator), visto che siamo stati capaci di inventarne di nostri anche per la configurazione esterna e lo spazio orbitale (X-37 et similia). L’Italia è in prima fila in questo avveniristico settore tecnologico. Insomma, abbiamo fatto e stiamo facendo di tutto (telegrafo, onde radio-televisive, voli sulla Luna, Internet, Iss, sonde interplanetarie) per essere notati dai “vicini” della periferia stellare. E poi facciamo finta di nulla? Un’accettabile intelligenza avanzata (anche di poco) dovrebbe essere simile all’uomo a base carbonio, solo se siamo fedeli al Principio antropico. Sembra ovvio ma non è affatto scontato perché potrebbero esserci anche Intelligenze a base silicio! Sulla Terra poche forme di vita hanno più organi sensibili dei nostri. L’esperienza vissuta dal dr. Friedman dimostra che qui in Europa (i cittadini e, forse, alcuni governi) non si conosce ancora nulla del fenomeno ET. Ci si accontenta di definirli: questione di intelligence, Ufo militari, droni sperimentali che prima o poi sorvoleranno regolarmente le nostre città, macchine avanzate dell’Homo Sapiens Sapiens, favole per bambini e scienziati buontemponi. Friedman spezza per sempre questa catena di meschinità inventate per accomodare le coscienze, e parla direttamente al pubblico europeo. Le ricerche di Friedman sugli Hill, rendono giustizia a 50 anni di dicerie. Decisivo è il ruolo dei media nell’accertamento della verità. L’ineccepibile curriculum vitae et studiorum di Stanton Friedman, è una garanzia di lucida, onesta, oggettiva, equilibrata e trasparente professionalità. Molti pseudo-ufologi, agenti del discredito e finti testimoni di rapimenti alieni, fuggono all’incontro-confronto diretto con Friedman. Molte altre persone rispettabili che dicono di aver vissuto un rapimento alieno, riconoscono il fatto che è stata aperta una porta (è stato forse scoperchiato il vaso di Pandora?) sull’oggettiva realtà fisica extraterrestre di questi fenomeni che forse accadono sulla Terra da migliaia di anni. E non soltanto da 64 rivoluzioni intorno al Sole. Perché non puntare direttamente i nostri più potenti telescopi radio e ottico-infrarossi terrestri e spaziali su quelle 246 stelle della mappa tridimensionale degli Hill? Forse, la colonizzazione dello spazio è già cominciata altrove molto tempo prima del nostro primo sbarco sulla Luna. Forse scopriremo altrettanti esopianeti con annesse lune abitabili dai quali decollano molto probabilmente i nostri vicini visitatori. Per razzia, per conquista, per ricerca, per diletto, per diritto, per qualsiasi altra ragione che ancora non conosciamo. Forse la Terra è la loro colonia penale! Il fisico Friedman nel corso delle
sue conferenze in America, in Canada e in Europa, si è chiesto spesso quale differenza vi possa essere nella visita degli ET sulla Terra dove i nostri problemi e le emergenze planetarie sembrano aumentare. Il fatto è che l’Universo è auto-cosciente. Ama conoscere sé stesso. Le “loro” visite (in fondo, anche le nostre, cioè quelle che un giorno faremo ad altre civiltà su altri mondi) hanno interamente cambiato la percezione che noi abbiamo di noi stessi. Non siamo più i migliori dell’Universo. Non siamo più i “primi della classe”. La politica ne prenda atto, aprendo i cassetti segreti sugli Ufo. Riconoscerlo è un atto di umiltà intellettuale. Capiamoci bene. Anche per Friedman, siamo sempre stati e siamo i fabbri del nostro destino e della nostra Storia. Le più grandi realizzazioni e invenzioni sono “umane”, non ET. Ma non è forse giusto sforzarsi, come abbiamo sempre fatto, di comprendere meglio il nostro ruolo nell’Universo in cui viviamo, invece di seppellire la verità sotto una montagna di bugie? Perché finora non lo abbiamo ancora capito. “Come nazione terrestre ancora non esistiamo” – afferma Friedman. “Ragioniamo ancora in termini primitivi”. Un punto a nostro sfavore in un confronto diretto con gli alieni. Con la differenza, rispetto al passato, che oggi disponiamo di armi, velivoli e droni automatici capaci di scatenare in qualsiasi istante l’apocalisse termonucleare sulla Terra. “Siamo ancora una società fondata sull’industria bellica tribale”. Abbiamo inventato il giuoco del calcio e l’impresa spaziale privata, che non sono tuttavia industrie altrettanto potenti da soppiantare quella bellica che ci condurrà prima o poi alla fine prematura. Friedman conosce fin troppo bene i rischi dell’insensata proliferazione delle armi nucleari. La maggior parte dei nostri problemi personali e sociali su questo pianeta sono di ordine planetario e, quindi, richiedono soluzioni planetarie. Global Warming, virus, batteri e malattie, degrado ambientale, aborto, uso insensato delle nostre limitate risorse, Hiroshima culturale di quanti ancora confondono scienza e tecnologia, fondamentalismi e nazionalismi distruttivi, richiedono da parte nostra la totale consapevolezza del superamento delle nostre differenze superficiali di “colore”. Una volta il presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, ebbe a dichiarare apertamente che in caso di invasione aliena, tutto il mondo si sarebbe unito in nome della sopravvivenza e della libertà. Il modo più semplice per onorare e ricordare quelle parole, è di prepararci in tempo utile prima che sia troppo tardi. In fondo, parafrasando Friedman, la nostra sopravvivenza come unica razza umana ce la giochiamo ogni istante su questa Terra. E il modo più semplice per vincere questa “partita” è di riconoscere che laicamente siamo tutti fratelli sullo stesso pianeta azzurro, ossia di vedere noi stessi come gli alieni effettivamente ci osservano da Zeta Reticuli, dallo spazio australe (mappamondo alla rovescia!) e da qualunque altra regione galattica. L’analisi della storia dei coniugi Hill, secondo Friedman, è solo il primo passo in questa direzione. Non capiremo mai i piani dei Visitatori se loro non lo vorranno. Apriremo mai gli occhi sul perché essi non ci hanno reso schiavi? O, forse, lo siamo già, magari inconsapevoli strumenti del loro giuoco cosmico? Lo schiavismo sulla Terra è stato perfettamente legale per secoli. E noi Europei abbiamo molto da farci perdonare. Molti obiettano che se le cose stessero davvero in questi termini, cioè che gli alieni amorali ci dominano, avremmo già fatto di tutto per reagire, sia con il negoziato sia con la guerra. In tal caso, saremmo già cenere. Chi o che cosa impedirebbe loro di annientarci, magari solo per occupare il nostro posto? Allora che senso hanno questi rapimenti? “Non possiamo continuare – secondo Friedman – a rinchiudere in manicomio chi confessa questi traumi, ossia a negare l’evidenza dei fatti, sperando di cavarcela quando le cose peggioreranno”. Delle tre, l’una. Le difese o già esistono o vanno rimosse se la guerra è vinta o bisogna approntarle. Le analisi comparative sul caso Hill, inducono a credere, senza illogici pregiudizi, che siamo di fronte a un fatto storico ascrivibile in uno scenario di razzia cosmica. Betty Hill ha smascherato molti finti rapiti ed altrettanti finti investigatori del fenomeno, inclusi civili, militari, studiosi e ricercatori in cerca solo di fama e soldi. Ciò rafforza le credenziali di quanti sono alla sincera ricerca della verità con una solida preparazione scientifica. Cosa accadde ai coniugi Betty e Barney Hill, tra il 19 e il 20 settembre 1961? Non lo abbiamo studiato sui banchi di scuola semplicemente perché i libri ufficiali di storia ignorano il fatto più documentato e spiacevole che ci sia mai capitato? Neppure i Faraoni dell’Antico Egitto amavano conservare la memoria delle loro sconfitte militari. Preferivano cancellarla. Ma se la storia degli Hill è vera, allora abbiamo vissuto nella menzogna troppo a lungo. Dovremo riscrivere la storia dell’umanità e denunciare i mistificatori che a qualsiasi titolo per almeno 64 anni hanno negato la verità, sopprimendola sull’altare della sicurezza nazionale e delle personali carriere accademiche. La Marder è stata la prima testimone diretta di questi eventi di 50 anni fa. Le circostanze impongono una conoscenza accurata dei fatti che lo stesso astronomo J. Allen Hynek (con la sua pipa compare nel film Incontri ravvicinati del terzo tipo di S. Spielberg) volle indagare, intervistando gli Hill. Fatti che spinsero il famoso regista Spielberg alla realizzazione della controversa serie Tv Taken. Ma le ricerche scientifiche di Friedman e della Marden non sono fantascienza. Qui si vuol far capire la verità. I disinformatori sono avvisati perché saranno stanati. Gli eventi narrati nel libro analizzano le vite degli Hill dal punto di vista sociologico e biografico, con un approccio critico e razionale. E’ la prima volta che viene fatta luce su tutti i protagonisti della vicenda con un’analisi comparativa delle trascrizioni delle sedute psichiatriche dei protagonisti, per identificare la verità. Vengono esplorati gli eventi che precipitarono la vicenda nell’oscuro oblio del tradimento dei fatti. Vengono rivelati particolari dall’analisi della mappa stellare di Betty e della sostanza anomala che distrusse i suoi vestiti quella notte tra il 19 e il 20 settembre 1961. Naturalmente gli scettici e i “debunkers” che criticano a priori la veridicità della storia, trovano il loro spazio nel libro perché tutto sia rivelato. Gli Autori espongono le informazioni segrete sulle caratteristiche fisiche degli alieni e sulle dinamiche sociali dei rapimenti.
Il piatto forte indubitabilmente è il libro “Flying saucers and Science”, la magnus opus di Friedman, uno scienziato che ha dedicato la sua vita alla ricerca della verità sul più grande segreto nella storia dell’umanità. Ha semplicemente fatto ciò che altre persone hanno cercato di fare, riuscendo a formulare un nuovo metodo (non dogma!) d’inchiesta scientifica sulla natura del fenomeno ET. Questo libro demolisce in un istante 64 anni di menzogne e mistificazioni alimentati ad arte da agenti specializzati nella disinformazione, che hanno usato falsi d’autore per gettare il ridicolo sia su giornalisti, scienziati e tecnici in buona fede sia sulla realtà del fenomeno extraterrestre sulla Terra. In quest’opera Friedman supera se stesso, confermando l’impianto razionale che lo ha visto protagonista assoluto di 52 anni di ricerche in una vasta gamma di fonti e sistemi tecnologici avanzati, classificati oltre il Top Secret, come la propulsione nucleare per il volo terrestre e spaziale che però nulla hanno a che vedere con la retro-ingegneria aliena. Le risposte al fenomeno Ufo-ET vengono così offerte in termini rigorosamente scientifici e con un linguaggio comprensibile a tutti. Non solo il volo interplanetario e interstellare sarà presto possibile senza violare le leggi della Fisica, ma già ora possiamo comprendere le potenzialità d’informazioni ad alto grado di segretezza, disponibili sulle ricerche in atto sugli Ufo alieni. Che trovano una dettagliata ragion d’essere nel lavoro civile dei nostri scienziati, i cui esperimenti e osservazioni stanno semplicemente fornendo la prova-regina sulla realtà extraterrestre delle questioni ancora aperte, ivi comprese le grandi emergenze planetarie che appaiono irrisolvibili. Secondo Friedman esisterebbero ragioni che impongono ancora oggi il cover-up dei governi, forse pattuite con gli stessi alieni giunti sulla Terra prima e dopo il 1947. Ragioni che avrebbero scongiurato per ora l’invasione di massa del nostro mondo a favore di un controllo degli ingressi alieni sulla Terra, magari solo per ragioni di studio. Sembra fantascienza (cf. Men in black) ma non lo è soprattutto alla luce delle rivelazioni di Friedman sulla natura delle missioni spaziali burocratiche infinite delle Agenzie pubbliche (alcune prive di senso e dal costo di miliardi di dollari l’anno!) che sembrano allontanare la presenza dell’uomo nel Cosmo a favore di esplorazioni con sonde automatiche. Friedman scopre qual è il vero fine del programma di ascolto SETI con argomentazioni ineccepibili; rivela l’antipatia degli scrittori di fantascienza verso i veri Ufo; denuncia il lavaggio del cervello somministrato ai giovani da certi film e serial Tv di fantascienza; esamina le false idee di quanti si dichiarano portatori (millantando credenziali inesistenti) della verità sugli extraterrestri, di quanti credono nei visitatori alieni per sentito dire; accusa apertamente i mistificatori e la compiacente montatura mediatica e scientifica imbastita per affari personali e societari. Molti scienziati hanno sbagliato tutto ma non accetteranno mai il fatto di aver vissuto il fenomeno Ufo in diretta, ma di non averlo osservato! Invece di assistere allo sbarco di alieni sulla Terra, hanno preferito guardare altrove. Paradossalmente la letteratura fantascientifica e il cinema hanno sortito l’effetto contrario a quello sperato. Le autorità politiche, militari e culturali ne sono consapevoli negli Usa e nel resto del mondo ma continuano ad oscurare e negare l’evidenza dei fatti irradiando i media di informazioni distorte e false, gettando il ridicolo sui veri testimoni di contatti privati traumatici con gli alieni. Si finisce così con l’auto-alimentare le finzioni di buontemponi, scrittori e registi. In fondo è poco costoso e semplice nascondere un albero in una foresta. La scoperta di centinaia di esopianeti là fuori non tragga in inganno. Non stanno puntando i telescopi dove dovrebbero.
E l’evento più portentoso è già accaduto, secondo Friedman. La scoperta che non siamo soli nell’Universo, attende solo la conferma e l’annuncio ufficiale. Per questo dovrebbe essere accolta non con timore (comunque non più di quanto orrore manifestiamo nei confronti di criminali e genocidi terrestri) ma con sano realismo. Dobbiamo accettare il fatto che “loro” sono diversi da tutti noi. Forse freddi (non tutti, speriamo) come i marziani de “La Guerra dei Mondi” di G.H.Wells?
Il balzo tecnologico negli ultimi 150 anni dall’Unità d’Italia, che nessun autore di fantascienza dell’Ottocento avrebbe mai saputo immaginare, è sicuramente un segnale molto incoraggiante.
È morale, etico, legale, conveniente, continuare a negare questi eventi in una società occidentale libera e democratica? Le giustificazioni finora addotte da governi, esperti e scienziati pubblici, inerenti: la sicurezza nazionale degli stati; l’economia Usa di stampo nazionale e marcatamente bellica (il complesso industriale americano influenzerebbe le amministrazioni e i governi occidentali di qualunque colore politico); l’uso potenziale di conoscenze avanzate da impiegare contro il nemico (ce ne sarà sempre uno) e il timore di rivoluzioni culturali di massa (prevedibili), hanno finora difeso questa linea di condotta tra i maggiori leaders mondiali. Che regolarmente s’incontrano nei vari vertici per il governo della Terra. Gli extraterrestri, in tutto questo, quale ruolo giocano? Sono amichevoli oppure ostili? Perché si getta il ridicolo su chi indaga il fenomeno?
Il mondo è cambiato dal 1938 quando il programma radiofonico di O.Wells, liberamente tratto dal capolavoro La Guerra dei Mondi di G.H.Wells, gettò nel panico milioni di persone della East coast degli Stati Uniti. Fino a quando Ufo finti riusciranno a celare la verità al mondo intero? Occultare, negare, infamare, disinformare, a volte sono azioni legittime nello spionaggio in nome della pace e della sicurezza nazionale. Ma oggi, nell’era digitale globale, tutto questo non ha più alcun senso.
A meno di spegnere computer, cellulari, videocamere e quant’altro. Perché le registrazioni di tali eventi ignoti anomali, continuano. I cittadini, secondo Friedman, hanno il sacrosanto diritto di esercitare le loro libertà e i loro diritti fondamentali, in primis il diritto alla verità sugli Extraterrestri. Paradossalmente sono stati i disinformatori ad alimentare la curiosità della gente.
Le storie contraddittorie date in pasto alla stampa hanno fatto emergere le menzogne su persone, atti e fatti che si sono rivelati inconsistenti sul piano razionale. La scoperta della verità è inevitabile. Così Friedman è riuscito con caparbia volontà a dimostrare scientificamente il complotto cosmico in atto. Da fisico nucleare ha analizzato fonti, atti, fatti, personalità, autorità, testimoni, scremando e liberando il fenomeno fisico ET dalle fantasie dei mitomani. Friedman ha acclarato la presenza e le attività dei visitors sulla Terra pur non avendoli mai conosciuti personalmente, spazzando via i luoghi comuni usati per screditare tali ricerche. In questo modo detta le nuove regole dell’esobiologia ufologica scientifica fondata sullo studio e sull’analisi interdisciplinare del fenomeno. E, in un’epoca di forte specializzazione delle scienze, dove a volte non si riesce a leggere quanto pubblicato da altri ricercatori a ritmi parossistici, proprio ci voleva! Si torna alla figura del vero scienziato completo. Il solo in grado di osservare, avvicinare e comprendere la multiforme realtà fenomenica in cui viviamo.
“Sappiamo anche quanto sia spesso crudele la verità, e ci chiediamo se l’illusione non sia più consolatoria”(Henri Poincaré). Ubi dubium, ibi libertas, recita un antico proverbio latino. Curiosamente fu un giornalista americano nel giugno 1947 a coniare il termine “dischi volanti”, interpretando le osservazioni del pilota Kenneth Arnold (alle spalle 4mila ore di volo) il quale rivelò al mondo di aver visto “oggetti non identificati di forma semicircolare” in formazione di volo tra i monti Rainer e Adams nello stato di Washington (Usa). Oggetti strani, apparentemente privi delle caratteristiche riconoscibili nei velivoli noti all’epoca. Privi di ali, coda e motori. Arnold confessò che volavano con un moto vacillante paragonabile a quello di un disco rotante e saltellante nell’acqua. Descrizione di una tipica dinamica di volo convertita nella rappresentazione giornalistica degli oggetti stessi. Ossia, dischi volanti! Ma Arnold negò che fossero dischi. L’Us Army Air Force, a seguito delle centinaia di avvistamenti che seguirono, dichiarò pubblicamente che “loro non erano nostri”. L’Air Force all’inizio non seppe spiegare il fenomeno alla gente, poi convertì gli avvistamenti nei più prosaici fenomeni atmosferici di uccelli, aerei, palloni meteo, stelle, pianeti, scherzi e così via. Che fare delle segnalazioni più genuine? La loro risposta fu: dati insufficienti per l’identificazione del fenomeno. E qui Friedman si scatena. Perché finora la comunità scientifica internazionale ha sempre valutato gli avvistamenti di Ufo da due punti di vista: teorico e sperimentale. Non c’era una teoria che potesse spiegare facilmente le capacità “sovrumane” dei dischi: in primis, il volo silenzioso di queste navicelle e l’abilità estrema nelle manovre impossibili a qualunque velivolo terrestre. I palloni-sonda, anche quelli con il disco radar, sono silenziosi ma non schizzano via all’improvviso. Salvo considerare il recupero d’emergenza da parte di un aereo rumoroso (scene già viste al cinema) con le forbici aperte in bocca! Alcuni scienziati e ingegneri dell’Air Force al lavoro sui nuovi dispositivi di propulsione aerea, inizialmente valutarono la possibilità di una versione sovietica di quei dischi volanti, sulla base di progetti nazisti: velivoli alimentati da motori atomici di nuova concezione, basati su progetti avanzati sviluppati dagli scienziati tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale. Presto però scartarono questa ipotesi perché i sovietici non potevano permettersi di nascondere tali segreti, tanto meno di far volare simili dispositivi sugli Stati Uniti dove magari potevano cadere. Non c’era una sola ragione teorica per l’ipotesi meno improbabile di tutte: sonda o navicella extraterrestre. La principale ragione “contro” l’ipotesi ET era essenzialmente astronomica: l’enorme distanza tra la Terra e gli altri (allora, ipotetici; oggi quasi certi) pianeti extrasolari adatti alla vita, escludeva a priori la matrice aliena. La teoria in voga ancora oggi è che un simile viaggio interstellare verso la Terra richiederebbe a una sonda ET fin troppo tempo terrestre ed un’energia infinita. Che senso avrebbe varare un simile progetto, magari dopo attenta osservazione ed analisi telescopica della Terra? Da escludere, quindi, anche l’ipotesi di una flotta di dischi volanti a corto raggio imbarcati su un’astronave-madre. Stanton Friedman conosce fin molto bene le equazioni di Einstein (fraintese da molti) sul viaggio a velocità prossime a quelle della luce e critica questa obiezione teorica. Fin dai primi avvistamenti ufficiali del periodo 1947-1952, la comunità scientifica ha appoggiato le affermazioni di quei pochi ricercatori che hanno veramente proposto spiegazioni sui singoli fenomeni anomali. Questi studiosi hanno assunto un approccio sperimentale tipico: immagina che ogni avvistamento sia un esperimento unico irripetibile su base osservativa e cerca di trovare un fenomeno teoricamente in grado di spiegare l’osservazione. Questo metodo, secondo Friedman, avrebbe reso spiegabili gli avvistamenti, tranne uno: il pregiudizio anti-ET della maggior parte degli scienziati. Pregiudizio figlio della teoria che gli alieni non possono essere qui sulla Terra per un sacco di buone ragioni, magari forzando spiegazioni altrettanto incredibili sul piano razionale e galileiano. Cioè senza spiegare validamente gli avvistamenti straordinari. Si dice, ad esempio, che K. Arnold vide un miraggio d’alta quota. Un’idea affascinante ma perché la teoria sia scientifica occorre determinare esattamente quali parti di un fenomeno anomalo essa intenda spiegare. Nella fattispecie i miraggi d’alta quota sono associati alle montagne. Poiché Arnold riferì di aver visto oggetti non identificati di forma semicircolare vicino al monte Rainer, il miraggio è debolmente accettabile come via di mezzo tra teoria e osservazione. Ma non tutto coincide perché altre verifiche dimostrano la discrepanza della teoria con altri aspetti dell’osservazione. I miraggi d’alta quota si producono sopra le montagne. Arnold affermò che gli oggetti stazionavano sotto la vetta del Rainer. Ne vide la silhouette sul fianco della montagna. I miraggi non mostrano moto laterale ma, al contrario, stazionano sopra le montagne. Eppure Arnold vide gli oggetti in viaggio da nord verso sud ad alta velocità (la misurò, era di circa 1.700 miglia orarie!). I miraggi sono indistinte immagini fioche e invertite di una vetta. Ma Arnold disse che gli oggetti emanavano riflessi di una brillante luce solare. Quindi la teoria del miraggio d’alta quota ha un debole punto a favore e tre forti punti di discrepanza. Secondo Friedman, era da rigettare. Ma fu pubblicata ed accettata così com’era. Una rigorosa spiegazione anti-galileiana pur sempre scientificamente fallimentare per un fisico ma accettabile per il pubblico dei non addetti ai lavori che avrebbe dovuto trangugiarla. Alcuni la lessero e decisero che Arnold aveva visto un miraggio. Uno scienziato che affermò di aver spiegato l’avvistamento, il dr. Donald Menzel, propose la spiegazione della tempesta anomala di neve dai fianchi della montagna. Il vento avrebbe portato la neve verso sud, giustificando il moto laterale. In tal caso gli oggetti di Arnold sarebbero apparsi bianchi come la neve e non metallici, scintillanti e semicircolari. Ma Arnold riferì condizioni meteo di calma, senza vento. Respinta la teoria della tormenta anomala di neve, Menzel propose altre due spiegazioni meteo incoerenti. Queste ed altre idee insoddisfacenti furono date in pasto ai media, all’opinione pubblica, senza prestare la dovuta attenzione ai dettagli dell’avvistamento riferiti da Arnold. Nessuna delle spiegazioni fornite si rivelarono coerenti, alla prova logica dei fatti, con i dati dell’osservazione. La comunità scientifica sembrò accettare le conclusioni fornite da Menzel ed altri. Tuttavia le analisi indipendenti offerte da altri scienziati, avrebbero acclarato ben altro. Sembra incredibile ma è stato messo in gioco il metodo scientifico galileiano: qual è il compito di uno scienziato? Attenersi ai dati dell’osservazione del fenomeno, soprattutto se anomalo, verificarli con gli strumenti della scienza e, se necessario, con quelli di propria invenzione purché siano coerenti con le leggi della fisica e della matematica, servendosi di teorie e modelli in grado di fornire un quadro semplice del fenomeno stesso. Non sempre gli esperimenti sono riproducibili come accade nella Fisica, scienza di primo livello. Vale per l’Astronomia che è una scienza di secondo livello fondata sull’osservazione di oggetti cosmici. L’Ufologia scientifica non è da meno, soprattutto se non abbiamo alieni e navicelle da studiare direttamente. La libera scienza che ricerca la verità perché non la teme, oggi rischia grosso secondo Friedman.
La nostra civiltà è forse bloccata da qualcuno o qualcosa?
“Qui sembra che gli scienziati dicano: poiché non ci sono ragioni teoriche di credere che i dischi-piatti-sigari-triangoli volanti possano essere niente altro che fenomeni ordinari o anomali terrestri, non c’è ragione di criticare le spiegazioni offerte da Menzel ed altri fin dal 1947. Questa è scienza?”. Secondo Friedman sono sufficienti sei mesi di indagini giornalistiche approfondite (tipo Watergate) sul fenomeno ET (magari sottraendo risorse info-investigative dai talk-show privi di senso, risparmiando tempo e soldi) per annunciare al mondo la verità sugli Extraterrestri. “Perché i loro fenomeni anomali continuano”.
Dal 1947 al 1960 la comunità scientifica come avrebbe potuto studiare il fenomeno Ufo, se l’Us Air Force deteneva il controllo sui migliori dati disponibili di fonte militare che coinvolgevano testimoni, tracciati radar e quant’altro?
“Scienziati e ricercatori civili non erano interessati, sulla base di ciò che veniva divulgato sui giornali, a rischiare le loro carriere, famiglie e danari per volare fino a Wright-Patterson e dare un’occhiata a quei dati sensibili”. Inoltre i militari avevano attuato un’abile opera di cover-up sul fenomeno (ricordate la madre di tutte le serie tv sull’argomento, X-files?) finanche sostenendo pubblicamente che nonostante i loro migliori sforzi le indagini ufficiali (progetti: Sign 1948, Grudge 1949-1951 e Blue Book 1952-1969) non avevano trovato alcuna evidenza di tecnologia ignota. Secondo Friedman, si è così affermata “una leggenda tradizionale fondata sull’assioma che gli avvistamenti di navi spaziali aliene non sono il risultato di tecnologia ignota (che richiederebbe strategie investigative di nuova concezione) e che tutto si può spiegare con gli strumenti scientifici disponibili”. Un atto di incommensurabile presunzione intellettuale che Friedman boccia senza mezzi termini. Vi siete mai chiesti perché oggi è così difficile pubblicare, su una rivista autorevole a livello internazionale, un articolo scientifico di esobiologia che provi a spiegare con gli strumenti della scienza la presenza extraterrestre sulla Terra? “Nel 1967 era perfettamente legittimo discutere apertamente di ET, Ufo e navicelle spaziali aliene, a tal punto che il Congresso degli Stati Uniti ordinò all’Air Force di favorire l’investigazione indipendente del progetto Blue Book. Furono pubblicati articoli scientifici pienamente fedeli al dettato tradizionale che, poiché tali oggetti fanno cose che sembrano violare alcune leggi della fisica e dell’ingegneria così come noi terrestri le conosciamo, in mancanza di prove convincenti, nessun disco volante è una navicella extraterrestre”. Il 6 novembre 1970 la prestigiosa rivista Science pubblica un articolo di Donald Warren sullo status delle conoscenze del fenomeno in relazione alle esperienze incoerenti vissute da quanti avevano vissuto tali avvistamenti in condizioni di forte stress e di alienazione dalla società. In pratica, contrariamente alla vulgata più paludata, sarebbero proprio le persone più acculturate e impegnate tra casa, lavoro e famiglia, le vittime preferite di queste strane visioni ET.
I dischi volanti, quindi, sarebbero le proiezioni mentali di tali stress. Né più né meno.
Davvero le cose stanno in questo modo? E che cosa ne pensano i moderni nativi “primitivi” che non vivono certamente nella nostra società tecnologica ma che, senza far uso di droghe, hanno magari sperimentato analoghi prodigi?
“La tradizione politico-ufologica è ancora potente e si rischia la credibilità nella migliore delle ipotesi, se non il ridicolo e la fine della propria carriera accademica, anche sotto le migliori condizioni investigative e sotto i migliori auspici scientifici”. Ma se un giorno verrà dimostrata ufficialmente la realtà fisica del fenomeno extraterrestre sul pianeta, allora a perdere di credibilità saranno quanti (coperti dal ridicolo nella storia) hanno frenato un’intera umanità nella ricerca della verità. Altro che sciami di insetti scintillanti perfettamente identificabili! Altro che stormi di uccelli in volo attraverso campi elettromagnetici! Insetti e uccelli certamente sembrano disegnare spettacolari Ufo sui cieli delle nostre città. Ma Stanton Friedman consiglia agli scienziati di rigettare la tradizione sul fenomeno ET. La maggior parte delle prove sugli avvistamenti genuini degli ultimi 64 anni, è ancora nei cassetti dei governi. Fatti che attendono di essere analizzati scientificamente. Vanno rigettate le argomentazioni semplicistiche spesso proposte per giustificare la tradizione. “Il grande scienziato Carl Sagan nel suo libro “Il mondo infestato dai demoni”, mette in guardia i giovani dai pericoli dell’oscurantismo, dell’irrazionalità e della violenza virulenta di individui, gruppi, stati, culture e società che non hanno alcun rispetto per la dignità della persona, quindi per la scienza e per le sue leggi fondamentali. Negare la verità è una delle prime violenze perpetrate, il primo dei vizi, il primo peccato contro la scienza. Ci sono rapporti riservati che evidenziano testimonianze multiple altamente dettagliate di avvistamenti di lunga durata con navicelle spaziali. Ce ne sono altre che includono e combinano tracciati radar da terra e da cielo, effetti fisici su auto ed aerei (improvvisi black-out); tracce a terra, foto, filmati. Il caso neozelandese docet”. Friedman li analizza con obiettività, lucidità e trasparenza. Esemplare è il suo giudizio sul programma SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence) che vuole intercettare segnali radio-ottici di altre civiltà spaziali, magari diretti verso la Terra, scandagliando il cielo e sperando di fare centro. Più alta è sicuramente la probabilità di vincere al Superenalotto italiano (una su 623 milioni). Friedman definisce “silly” il programma SETI “destinato a fallire non perché non vi siano civiltà aliene là fuori, ma semplicemente perché non abbiamo alcuna ragione di credere che gli alieni siano come noi. Cioè che vogliano spedirci un messaggio via onde radio quando posso benissimo raggiungerci subito”. Per cui “silly” è il nostro modo di ragionare nel contesto cosmico dove tutto è alieno. Ma alla base dei nostri problemi quotidiani (anche della strillata politica autoreferenziale italiana utile a creare solo confusione tra i cittadini senza risolvere un bel niente) che ci foderano le orecchie e gli occhi, troviamo il Watergate cosmico. Da smascherare al più presto. E si comincia analizzando gli errori di scienziati, autori di fantascienza e politici nella predizione dei progressi tecnologici sulla base di presunte limitazioni di ordine fisico-naturale. Molti progetti top secret sono stati cancellati proprio per questo motivo. Impossibili sembravano il primo volo dei fratelli Wright, il primo uomo nello spazio, la conquista della Luna, la tv, l’industria spaziale privata, i computers, internet per tutti (non solo per Totti), l’ipod e i cellulari. Capiamo bene la forte disconnessione esistente tra ufologia scientifica e fantascienza figlia della sociologia marxista. L’opinione pubblica vuole la verità sugli ET. E la risposta, secondo Friedman, è stupefacente perché non siamo soli nell’Universo vicino. “Il castello di menzogne prima o poi cadrà, il muro di omertà sarà abbattuto. E’ un dovere che dobbiamo ai giovani, alla verità, alla ragione, alla scienza, al diritto, alla giustizia, alla nostra stessa libertà. Le navicelle spaziali aliene non sono favole, sono reali”. Parole di Stanton Friedman, scienziato fuori dal coro. Il quale ha scoperto che “la maggior parte dei libri di ufologia non valgono la carta sulla quale sono stampati”. Idem su Internet dove gira di tutto, comprese foto taroccate. Le argomentazioni di Friedman sono intriganti come i suoi studi astro-nucleari. Gli Stati Uniti fin dagli anni Sessanta stanno progettando, costruendo e sperimentando motori a reazione nucleare (fissione e fusione solida e gassosa) per il possibile impiego nei sistemi di propulsione di velivoli spaziali, civili e militari, alternativi agli attuali reattori-jet che usano combustibili fossili. E’ la nuova industria nucleare del XXI Secolo, pubblica e privata, che ci aprirà la via alle stelle. Un grande business intergovernativo planetario che però, a quanto pare, proprio perché classificato oltre il top secret, ha lasciato fuori altri progetti poi cancellati o ridimensionati, divenuti temi assai cari alla fantascienza. Un’industria che sta sorgendo al confine tra il reale e il virtuale? Che ruolo giocano gli Ufo alieni? Friedman ne parla apertamente nei suoi convegni in tutto il mondo: all’uomo semplice, allo scienziato, al tecnico, al politico, al religioso. Stazioni radiotelevisive, Youtube e siti Internet come il suo, continuano ad irradiare lo spazio del suo pensiero controcorrente, anticonformista e, per certi versi, rivoluzionario. Tuttavia, convegni, interviste, documentari e film, non sono mai sufficienti per raggiungere capillarmente il grande pubblico mondiale. Nel suo quarto libro “Flying Saucers” Friedman offre una visione d’insieme del fenomeno extraterrestre che tutti dovrebbero leggere; approfondisce tematiche affrontate nei suoi simposi e congressi, sulle colonne del Mutual Ufo Network (Mufon), dell’Ufo Magazine e del suo sito. Gli atti sono pubblici, nulla è segreto. Pochi altri scienziati del suo calibro hanno fatto altrettanto. Friedman, consulente di fama mondiale, usa il discorso diretto avvalendosi delle famose slides per farsi capire meglio. Ogni simposio è un’occasione preziosa per sviluppare un particolare tema del fenomeno alieno sulla Terra, che non ha nulla a che spartire con la fantascienza.
L’Autore risponde alla domanda fondamentale antica come l’Uomo: siamo soli?
“Non solo c’è una reale evidenza che alcuni Ufo sono astronavi aliene provenienti da altri mondi, ma viene dimostrata la fattibilità del viaggio interstellare già praticato da numerose civiltà nella nostra immediata periferia cosmica”. La deduzione logica è lapalissiana. Se noi oggi disponiamo delle conoscenze tecniche e scientifiche in campo nucleare per liberare energie in grado di realizzare subito, teoricamente, il viaggio interstellare; qualcun altro evidentemente lo sta già facendo da secoli senza problemi.
Le vicine stelle in sequenza principale come il nostro Sole ospitano pianeti e civiltà come la Terra?
“Basta osservarli per capire se siamo sulla giusta strada”. Friedman rivela i progetti tenuti segreti alla stampa ed alla comunità scientifica. Quanto basta per istruire un’inchiesta pubblica internazionale che faccia luce sulla natura aliena delle navicelle spaziali. Il Parlamento Europeo e le Nazioni Unite, dispongono degli strumenti giuridici idonei all’uopo? O dobbiamo accontentarci del lavaggio collettivo del cervello prodotto dalla fantascienza cinematografica? Friedman non lesina critiche ai media, agli educatori, ai giornalisti, alla cultura, alla letteratura, alla politica del tirare a campare che, per ridicolizzare la realtà aliena sulla Terra, si sono accontentati di spiegazioni degne di favole per bambini. Cosa lasceremo ai nascituri, alle future generazioni? La memoria di un primo contatto mai avvenuto, magari rinviato alle calende greche per interessi di pochi? Friedman critica scienziati ed autori di fantascienza, invitando i cultori affezionati del SETI a lasciar perdere, in quanto non hanno fornito prove scientifiche convincenti per sostenere lo sforzo finanziario e telematico richiesto, e le loro strane supposizioni sulla tecnologia aliena, “tradendo la loro totale ignoranza sull’attuale evidenza (sotto il naso) degli Ufo”. Gli imperatori del SETI e della fantascienza globale, secondo Friedman, avrebbero dimostrato l’inconsistenza dei loro attacchi sferrati all’ufologia ufficiale, in mancanza di una solida base di fatti, prove e dati. “Chiaramente l’intrattenimento si nutre d’ignoranza scientifica e lo spettacolo poggia sulla disattivazione temporanea della ragione”(vedi i caccia stellari che fanno fumo e rumore nello spazio!). Chi per piacere e chi per soldi. Ma l’amara realtà è un’altra. A sostegno delle tesi di Friedman giungono il successo dei suoi libri, le folle oceaniche nelle sue prolusioni e i sondaggi che rivelano la percezione del fenomeno alieno tra la gente. La nozione che non c’è tempo e denaro per pensare a queste cose, è totalmente infondata. “La maggior parte delle persone, specialmente scienziati, in realtà crede nelle astronavi aliene sulla Terra: chiamatele come volete. E comincia a sospettare che in fondo a questa faccenda bisogna andare, anche per risolvere le emergenze planetarie”.
Friedman invita tutti a denunciare liberamente gli avvistamenti, qualora capitassero. “Molti ricercatori – rivela lo scienziato – hanno iniziato a parlare normalmente di alieni nei loro corsi accademici. Molti giornalisti non hanno più paura di scriverne articoli. Mancano però le inchieste storiche che, scavando in profondità per illuminare il Watergate cosmico, indurrebbero le autorità a svelare la verità”. Secondo Friedman il vero problema da risolvere prima è un altro: “bisogna smascherare i disinformatori. Sembra che non abbiano limiti di azione, di spazio e di tempo, per delegittimare chiunque si occupi seriamente del fenomeno alieno. I disinformatori sono colpevoli di fronte all’umanità di ignorare l’evidenza dei fatti” che Friedman conosce molto bene rispondendo a più di 40mila domande sugli Ufo, del tipo: perchè i nostri governi tacciono? Perché gli alieni sono qui sulla Terra? Perché si nascondono? Perché ci conoscono così bene? Perché non sono ancora atterrati sul Colle Quirinale ed alla Casa Bianca? Da dove vengono? Da sottoterra? Da altri mondi e lune del nostro Sistema Solare? Da altre dimensioni? Da altre galassie? L’idea di Friedman è che un’ottima base di lancio dei nostri visitatori (per chi ha letto “Captured!”) è il sistema solare di Zeta Reticuli. Qui due stelle speciali simili al nostro Sole ma più antiche del nostro luminare, potrebbero nascondere mondi e stazioni spaziali che non riusciamo neppure a immaginare. “Non meraviglia che l’attento orecchio cosmico del SETI non abbia captato nulla d’interessante”. Friedman è convinto che siamo vicini a una clamorosa svolta epocale. Una sensazione che pervade un po’ tutti, credenti in DIO e non. Per questo scienziati e giornalisti alla ricerca della verità, non possono più tacere. Anche la Chiesa Cattolica Apostolica Romana si prepara da secoli. I documenti di alcuni teologi e Padri, lo dimostrano. L’oscurità dell’ignoranza è finita. La disinformazione scientifica sull’argomento alimentata sui giornali, spettacolo altrettanto indecente, è testimoniata dai colleghi fisici di Friedman: a centinaia frequentemente cadono nelle sue argomentazioni, dimostrando “la propria ignoranza sul fenomeno ET, che spesso si tramuta, come d’incanto, in una benedizione accademica!”. C’è una buona lezione da apprendere in questa storia. Avere in mano i fatti e le prove prima di parlare. E Friedman li sta producendo, stimolando e illuminando quanti sono seriamente interessati a capire l’evidenza extraterrestre sul nostro pianeta. Ossia la realtà di prodigiosi sbarchi alieni sulla Terra che nulla hanno di spirituale e mistico. La lezione dello struzzo qui non funziona. Si può essere sconcertati, offesi e umiliati quanto si vuole, ma il fenomeno non chiede mica il nostro permesso per manifestarsi. Non ci sono regole scritte (fino a prova contraria) o leggi generali galattiche che impongano una particolare manifestazione a nostra discrezione. E’ per questo motivo che il Principio antropico va aggiornato. Qui non si tratta di credere o non credere negli alieni. Non è una religione. Non è un culto. E’ un fenomeno fisico naturale. Anomalo e incredibile quanto volete, ma perfettamente ordinario. Quindi tecnologico e scientifico che la scienza non può più ignorare. “I mendaci si facciano da parte. Che ognuno si assuma le proprie responsabilità per il bene dell’umanità e non del proprio tornaconto particolare”. Friedman sostiene che ognuno di noi deve porsi le domande giuste (come fece il grande Fermi:“Loro, dove sono?”) riservando un grande canestro bianco per le questioni insolute sulle quali esistono ancora poche informazioni per ottenere giuste, corrette e rigorose conclusioni scientifiche. Così lavora la scienza. Ma, soprattutto, Friedman crede che occorra scavare molto per ottenere le risposte più oneste e sincere. Ha ascoltato i diretti interessati (non gli alieni) che hanno avuto a che fare con gli extraterrestri e le navicelle spaziali ET. Gente che ha scelto di parlare liberamente. L’invito è ancora una volta rivolto a quanti vogliano far conoscere la propria esperienza personale. “I loro nomi non saranno divulgati senza esplicito permesso”. E’ quanto Friedman sta facendo da 52 anni. Ci è stato insegnato che la storia non si fa con i “se fosse”. Ma quando gli scienziati sbagliano (non la scienza ma le persone) magari seguendo dogmi errati e ignorando dati che contraddicono questi modelli, allora la civiltà corre il rischio di bloccarsi perché le menzogne possono diventare verità ufficiali.
Nel libro “Science was wrong” di Stanton T. Friedman e Kathleen Marder, capiamo cosa sta accadendo sotto i nostri occhi. E’ già successo nella Storia in molti campi della scienza e della tecnica, nell’astronomia, nella medicina, nelle scienze ambientali, nella chimica, nei fenomeni anomali atmosferici extraterrestri. Gli Autori focalizzano l’attenzione del lettore sui proclami scientifici degli ultimi 150 anni, che si sono rivelati assolutamente falsi. Per nostra fortuna le conoscenze e il progresso hanno seguito il loro corso e non si sono lasciati ingabbiare. Quanti hanno proclamato l’impossibilità di certe invenzioni, hanno avuto poi ciò che meritavano. Il ridicolo. L’opera è dedicata a quanti si rifiutano di fermarsi, a chi osserva non solo i dettagli della realtà ma anche il quadro d’insieme. San Francesco d’Assisi invitava a contemplare il grande Disegno di DIO inciso sul grande Tappeto dell’Universo riccamente impreziosito con le vite di ogni singola persona.
Le più grandi scoperte scientifiche e tecnologiche non sono mai state previste. Sono state considerate quasi sempre errori impossibili. Dal totalmente inatteso sono venute fuori le cose più incredibili per dogmatici e scettici dell’epoca. Accadrà lo stesso con la scoperta di Ufo, navicelle ET, rapimenti alieni e quant’altro? Friedman e la Marder cercano una risposta convincente. Due mesi prima dello storico volo dei fratelli Wright a Kitty Hawk, il grande astronomo Simon Newcomb dichiarò “non possibile la combinazione di sostanze note unite per creare una macchina volante funzionante”. La teoria dei germi fu concepita per la prima volta (non ufficialmente) duemila anni fa sulla base di antichi testi scritti in Sanscrito. Il kolossal cinematografico e i libri sulla grande filosofa Ipazia ce lo ricordano. Ma la scoperta non fu generalmente accettata come tale fino alla fine del XIX Secolo. Il viaggio spaziale fu dichiarato “pura follia” nel 1956 da un astronomo reale britannico. Non fu il solo. In sua compagnia troviamo tanti altri scienziati che ne dimostrarono l’impossibilità! Nella Storia è stato difficile, persino impossibile, promuovere l’accettazione di nuove osservazioni e scoperte. Tuttavia, negli ultimi 150 anni, abbiamo assistito a un’ufficiale esplosione certificata di nuove cure, teorie, tecniche e invenzioni in ogni campo dello scibile umano, che hanno rivoluzionato la nostra vita più di quanto sia mai accaduto durante l’intera avventura evolutiva umana sulla Terra. La maggior parte di queste scoperte erano state dichiarate impossibili.
Un prodigio? Cos’è accaduto?
“Gli Ufo naturalmente non c’entrano! Ma osservando quest’affascinante collezione di storie sui pionieri che fecero l’impresa, creando e realizzando l’impossibile, viene spontaneo chiedersi: perché sta accadendo?”.
Invenzioni che altri scienziati erano pronti a dichiarare inutili o non funzionanti, hanno permesso la scrittura digitale di questo documento che farà il giro del mondo grazie a Internet e Google.
“La storia della scienza è piena di annunci ufficiali di eminenze grigie, smentiti dai fatti, che hanno cercato di frenare il progresso dell’umanità”, con dichiarazioni, letture, lezioni, libri e teorie che oggi farebbero rizzare i capelli dei nostri attuali scienziati, finendo direttamente nel cestino con tutti i benefici umoristici del caso. Le classifiche note parlano chiaramente di ridicole teorie sull’impossibilità del fare. Friedman analizza le profonde implicazioni socio-antropologiche, scientifiche e tecnologiche del cieco rifiuto di nuove scoperte. Che sembrano fallire (pur essendo scientifiche) nell’adattamento ai paradigmi ed ai preconcetti della baronia politico-accademica dell’epoca. Friedman e la Marder indagano criticamente gli storici proclami sfornati dalla Dottrina dell’Impossibile e le frontiere della scienza. “La tecnologia aereo-spaziale è piena di scienziati ben inseriti che hanno resistito alle forti accelerazioni del cambiamento”. Quei cervelli che rifiutarono scientemente il volo umano, se avessero contribuito a realizzare quel sogno impossibile, quali contributi avrebbero portato al progresso ante litteram dell’umanità? Friedman fa un esempio concreto: il secondo conflitto mondiale sarebbe finito prima se i reattori dei jet fossero stati introdotti subito in Inghilterra dove il brevetto era stato concesso nel 1930. Quante vite umane sarebbero state salvate? E se il volo spaziale fosse stato intrapreso molto prima? Oggi sarebbero disponibili informazioni molto più avanzate sui disastri naturali. Potremmo lanciare pre-allarmi più precisi? Le tecnologie della comunicazione subirono una svolta clamorosa non prima di 150 anni fa, all’epoca della Guerra Civile Americana e dell’Unità d’Italia. Il telegrafo, il telefono, la televisione, il cellulare, Internet, l’ipod touch, non erano forse prima tutti sogni impossibili? Alcuni inventori naturalmente non si lasciarono scoraggiare, sfornarono il loro brevetto perché dotati di ingegno, riuscendo a superare e vincere l’inerzia degli impossibilisti. Non furono tutte rose e fiori. Molti rubarono le invenzioni altrui. Sapete chi ha inventato il telefono? Meucci e non Bell. E’ stata una Corte di giustizia americana a stabilirlo definitivamente nell’Anno Domini 2000. Undici anni fa!
E che dire della vicenda di Tesla? Ai tempi dell’Unità d’Italia ormai completa (AD 1918) perché mai una persona si sarebbe dovuta sedere davanti a una scatola per guardare immagini in movimento? Sapete perché è stata inventata la televisione? Non per i volgari talk-show, ma per osservare il lato nascosto della Luna! Di che utilità è un telefonino se non c’è nessuno da chiamare? Sapete quanti brevetti ignoti al grande pubblico sono depositati in tutto il mondo? La mancanza di lungimirante immaginazione e lucidità, ovvia in certe politiche governative che affossano la ricerca scientifica e tecnologica pubblica e privata, è fatale per qualsiasi inventore.
Gli impossibilisti non consideravano i vantaggi di una comunicazione rapida a lunga distanza, utile nelle emergenze mediche o quando una nave è in difficoltà durante la navigazione (SOS del Titanic). E’ un po’ come avere la mente accesa ogni tanto. La teoria sui germi fu proposta nel 36 a.C. sulla base di antichi scritti orientali. Nonostante i dati osservativi e sperimentali non fu accettata prima di Louis Pasteur il quale scoprì che sono i micro-organismi, non i miasmi dei gas putridi, a causare le malattie. Sfortunatamente questa grande scoperta non fu accettata subito. Molti influenti oppositori, diretta emanazione di baronie e circoli scientifici dell’epoca, si avvinghiarono a credi arcaici e solo molto lentamente accettarono di riconoscere la validità degli studi di Pasteur. Non prima di aver tentato inutilmente di separare l’evidenza oggettiva della trasmissione di organismi microscopici patogeni dalla causa delle malattie di centinaia di migliaia di persone. Non prima di aver fatto morire altra gente. Non prima di aver fatto cadere in disgrazia altri scienziati. Non prima di aver capito l’insuccesso dei loro tentativi di comprensione dei germi. Per Fredman gli scienziati veri portatori sani del genio dell’innovazione, hanno quasi sempre una lunga storia da raccontare. E’ accaduto anche di peggio. Scienziati di altissimo livello ma politicamente condizionati, hanno provocato la sofferenza del genere umano. Il Darwinismo sociale, ad esempio, ha alimentato i Movimenti Eugenetici in America e in Europa, conducendo direttamente ai programmi di selezione della razza, di sterilizzazione e di sterminio di massa (Germania, Anni Trenta del XX Secolo) nei gulag e nelle camere a gas. Il ventre oscuro della corruzione etica e morale ha partorito una delle sette teste del drago: una falsa “scienza” serva del potere, non più libera al servizio dell’Umanità. Una tecnologia di morte che ha causato milioni di mutilazioni, di deformazioni e di mutazioni genetiche per avvelenamento da radiazioni e da mercurio. Altro che Global Warming! La disinformazione scientifica è uno dei diademi sulla testa del drago. Centinaia di miliardi di euro dovrebbero essere investiti nella “cattura” di CO2, l’anidride carbonica, definita da alcuni, “malattia della Terra”! Non siamo di fronte a un altro esempio di interessi costituiti che trionfano sulla scienza libera e sui reali bisogni della società? Friedman esplora le frontiere della conoscenza, i fenomeni psichici tanto cari al Cicap, il Comitato italiano di controllo delle affermazioni sul paranormale, e le visite regolari di extraterrestri a migliaia di persone sulla Terra. Una Fondazione sulle Frontiere della Scienza è appena nata negli Stati Uniti per promuovere progetti immediatamente realizzabili. “Ognuno è libero di credere in ciò che vuole: un piccolo gruppo di scettici ha annunciato che un centinaio di anni di ricerche non è bastato a produrre prove convincenti sulla realtà dei fenomeni psichici anomali”. I cosiddetti parapsicologi disapprovano sostenendo che centinaia di studi scientifici hanno prodotto l’evidenza di alcuni fenomeni paranormali. Ogni gruppo accusa l’altro di pregiudizio conclamato.
Dov’è la verità? I parapsicologi hanno offerto prove a sostegno di tali fenomeni? Chi ha vinto il premio di un milione di dollari messo in palio dalla Fondazione James Randi?
“Gli scettici automaticamente respingono i risultati sperimentali statisticamente significativi. Per più di 60 anni, forti attacchi sono stati sferrati su tutti i temi della Questione Extraterrestre”. Gli impossibilisti hanno dichiarato che: il viaggio dalle altre stelle fino alla Terra è impossibile; non c’è alcuna prova che confermi la realtà fisica dei dischi volanti e l’aspetto degli alieni come umanoidi (una testa, un busto, due braccia e due gambe) in pigiamino spaziale; i governi non potrebbero coprire una tale verità; gli alieni non si comporterebbero presumibilmente in questo modo (cioè come vengono osservati dai testimoni); le testimonianze oculari non sono attendibili, quindi non scientifiche; non c’è ragione per rapire con violenza i terrestri, e così via. Queste dichiarazioni coraggiose degli impossibilisti, secondo Friedman, “non derivano da una seria ed approfondita analisi delle prove già acquisite, ma piuttosto da comode teorie senza alcuna relazione-connessione con le enormi informazioni disponibili per coloro che le cercano”. Falsi stratagemmi sono stati tentati per mostrare come il famoso principio del “rasoio di Occam” escluda presumibilmente a priori la realtà extraterrestre. “In effetti, gli astronomi e gli astrofisici in particolare non osservano alieni ed astronavi in navigazione”. Si scopre così che gli attacchi principali alla realtà degli Ufo sul nostro pianeta da parte di presunti professionisti, secondo Friedman, possono generalmente essere classificati e descritti come pseudo-scientifici. “Costoro manifestano una smodata confidenza nelle proprie conoscenze parziali, oserei dire una fede religiosa nelle loro sensazioni e intuizioni. Un sentimentalismo dottrinale che li allontana dal fenomemo stesso. Semplicemente non hanno bisogno di investigarlo perché hanno già le risposte pronte. Questa non è scienza ma pseudo-scienza”.
Negli ultimi 150 anni le dichiarazioni di persone che hanno detto di aver visto qualcosa di impossibile in terra, in mare e in cielo, avrebbero dovuto aiutare lo scienziato in buona fede a riconoscere quante vite sono andate tragicamente e prematuramente perdute e quanti benefici per l’umanità sono stati cancellati, forse per sempre, a causa degli impossibilisti.
Quanti geni incompresi avrebbero potuto cambiare il corso della Storia?
“Troppo spesso le dichiarazioni di impossibilità sono state pronunciate da posizioni d’ignoranza piuttosto che di conoscenza. Ma hanno avuto l’ascolto delle masse a causa dello status sociale di esaltazione e di auto-compiacimento di chi le proclamava. L’evidenza dei fatti è stata piegata dal potere ai propri comodi e schiacciata perché scomoda verità”. Nella Storia è difficile se non impossibile promuovere l’accettazione di nuove evidenze fisiche, di nuove leggi fisiche, di nuove scoperte. La promozione e la realizzazione di nuovi progetti e piani industriali totalmente innovativi e rivoluzionari (alternativi al vecchio mercato dell’automobile e delle centrali elettriche alimentate dai combustibili fossili) sembra fantascienza. Ma è già un obiettivo chiaro e fattibile che risolverebbe all’istante l’emergenza occupazione mondiale e l’inquinamento ambientale. Queste sono le sfide del XXI Secolo. Ma si comincia dalla verità che la Politica non può ignorare. Per Friedman le ragioni della mistificazione globale sulla realtà del fenomeno extraterrestre sulla Terra, sono sfaccettate quanto le sezioni del più prezioso dei diamanti. Ossia quanto le visioni progettuali (automobile ad idrogeno, centrale termonucleare, spazioplano, treni, aerei ed automobili senza ruote a levitazione; sottomarini, navi ed aerei spinti non più da eliche e reattori bensì dalle forze elettromagnetiche aereo e idrodinamiche silenziose, astronavi nucleari, piccole centrali nucleari domestiche, batterie ad idrogeno di illimitata durata, etc.) di un qualsiasi piano industriale. Ma spesso alla base del cover-up e della Dottrina dell’Impossibilismo troviamo: la retorica politica, l’arroganza, la presunzione, il culto dell’ego, l’avidità e tutti gli altri vizi capitali farciti dalla resistenza al cambiamento. Cosa rende una civiltà degna di essere salvata? Ci si può solo meravigliare, quindi, di poter scrivere su un computer! E di quante siano le invenzioni e le scoperte nel cassetto di casa, in attesa di brevetto e di realizzazione industriale, prima che vengano cestinate, cancellate e soppresse per sempre. Insomma, le meraviglie tecnologiche di casa Apple, potrebbero un giorno impallidire di fronte alle tecnologie extraterrestri.
In Italia il Governo Berlusconi, nella fattispecie il Ministero della Pubblica Istruzione, ha raccolto la sfida per la verità sugli ET, dando direttamente la parola agli studenti. Nelle tracce del tema di italiano proposte nel giugno 2010 agli oltre 500mila giovani che hanno affrontato la prima prova all’esame di Maturità, il tema scientifico ha posto l’interrogativo antico come l’Uomo:“Siamo soli?”. La traccia sugli alieni e sul Principio antropico era dedicata proprio all’Ufologia, agli Extraterrestri, agli Oggetti Volanti Non Identificati, alle Astronavi Spaziali Extraterrestri, all’Esobiologia. Tematiche riferite alle presenze extraterrestri nell’Universo, sulla Terra e nelle nostre immediate vicinanze. Il tema ha offerto ai candidati un pacchetto di documenti che spaziano dal campo della filosofia a quello della scienza, proponendo scritti di Kant e di Stephen Hawking che ha appena pubblicato il suo libro sul Grande Disegno dell’Universo.
Il testo del Ministero della Pubblica Istruzione dichiarava:«Alla fine del Novecento la ricerca dell’origine della vita sulla Terra era pronta a riprendere il cammino, ora pienamente integrata fra gli obiettivi dell’esobiologia [= Studio della comparsa e dell’evoluzione della vita fuori del nostro pianeta], con un piccolo gruppo di biologi che continuavano a perseguire entusiasticamente la ricerca dell’universalità e uno status di pari dignità con le scienze fisiche che una biologia universale avrebbe portato con sé. In questa ricerca, però, essi si sarebbero dovuti scontrare con i biologi evoluzionisti, molto pessimisti sulla morfologia, se non sulla stessa esistenza degli extraterrestri, che smorzavano, quindi, le aspirazioni di chi cercava di estendere i principi della biologia terrestre con tanta fatica conquistati, all’universo nel suo complesso o di incorporare tali principi in una biologia più generale.»Steven J. Dick, “Vita nel cosmo. Esistono gli extraterrestri?”, Milano 2002 (ed. originale 1998)«Gli UFO: visitatori non invitati? In conseguenza delle pressioni dell’opinione pubblica, negli anni passati, furono condotte diverse indagini sugli UFO soprattutto da parte dell’aeronautica americana, per appurare la natura del fenomeno. […] La percentuale, tra i presunti avvistamenti dei casi per i quali non è stato possibile addivenire a una spiegazione, allo stato attuale delle nostre conoscenze, è molto bassa, esattamente intorno al 1,5 – 2%. Questa piccola percentuale potrebbe essere attribuita in gran parte a suggestioni o visioni, che certamente esistono. […] Sono numerose le ipotesi che possono spiegare la natura degli UFO. Si potrebbe, per esempio, pensare che all’origine di un certo numero di avvistamenti vi siano, in realtà, fenomeni geofisici ancora poco conosciuti, oppure velivoli sperimentali segreti, senza tuttavia escludere del tutto la natura extraterrestre. La verità è che noi non possiamo spiegare tutto con la razionalità e le conoscenze. […] A quanto sembra, logica e metodo scientifico non sembrano efficaci nello studio degli UFO per i quali qualsiasi spiegazione è insoddisfacente e/o troppo azzardata.»Pippo Battaglia-Walter Ferreri, “C’è vita nell’Universo? La scienza e la ricerca di altre civiltà, Torino 2008”.
Poi, ai primi di luglio 2010, un astrofisico italiano ha affiancato il partito della Lega Nord nella petizione presentata a Strasburgo per la costituzione di un Osservatorio scientifico congiunto sul fenomeno fisico di Ufo ed Extraterrestri, magari diretta emanazione dell’Ufficio per gli Affari nello Spazio Esterno, organismo delle Nazioni Unite che ha sede a Vienna (www.oosa.unvienna.org/), deputato per Legge e Dottrina alle Questioni Extraterrestri. Se siamo soli o in compagnia nell’Universo, interessa soprattutto al Parlamento europeo. L’eco rilevante dell’iniziativa politica interesserà, prima o poi, anche i grandi centri scientifici pubblici europei. L’Osservatorio, come auspicato dalla Lega Nord, favorirà la declassificazione dei documenti segreti sugli Oggetti Volanti Non Identificati. A prescindere dal fatto che gli Alieni possano essere buoni o cattivi, la costituzione di un Osservatorio, secondo gli esperti, può portare solo vantaggi alla ricerca, al mondo scientifico, al diritto, alla nostra sicurezza.
Se i governi stanno coprendo informazioni relative alla presenza di alieni sulla Terra, è possibile, non illecito, ma anzi necessario informare i cittadini per la tutela delle loro vite e la difesa comunitaria da possibili aggressioni esterne. Grazie a questi archivi, infatti, si potrà fare luce su numeri, tabelle, calcoli, utili agli scienziati di tutto il mondo. Indipendentemente da quello che è stato archiviato in passato, l’iniziativa della Lega Nord e delle Fondazioni scientifiche che saranno costituite all’uopo, permetterà di analizzare quello che succede adesso sulla Terra. Primo obiettivo: neutralizzare le teorie dei debunkers le cui vere bufale destano caos nell’opinione pubblica, allontanando dalla ricerca genuina, scienziati e giornalisti che temono il ridicolo. Già da qualche tempo i governi di tutto il mondo (in primis il Brasile e di recente la Gran Bretagna) hanno iniziato a rendere pubbliche le verità nascoste sugli avvistamenti di astronavi, sonde, entità extraterrestri e di qualsiasi altro oggetto non identificato. Fenomeni naturali anonimi che però non escludono niente, come impone la buona ricerca scientifica galileiana fondata sull’osservazione della Natura. Andare a guardare, magari con risorse private, non fa mai male, perché il rischio è quello di lasciare questo tema in mano ai finti ufologi agenti del discredito che, come abbiamo visto, sono stati smascherati dal fisico Stanton T. Friedman (www.stantonfriedman.com).
Il mondo infestato dai demoni dell’oscurantismo (cf. Carl Sagan) sta cambiando celermente. L’espansione dell’Universo sta accelerando. Possiamo spiegare tutto ciò che accade nella nostra realtà? Che cos’è questa realtà? È opinione generale tra le migliori menti della Terra (compresa quella dell’astrofisico Stephen Hawking come al solito frainteso grossolanamente dai media di mezzo mondo) che ci sia là fuori, tra le varie civiltà intergalattiche, una grande fretta di farsi conoscere prima che sia troppo tardi. Le distanze reciproche tra i mondi aumentano e non c’è tempo da perdere. La melassa che continuano a somministrare alcuni presunti esobiologi, attraverso il combinato disposto sui media che non siamo ancora pronti al primo contatto ufficiale con una civiltà extraterrestre e che dobbiamo accontentarci dei probabili batteri marziani, è la prima vera grande bufala di tutti i tempi. Qualsiasi scienziato scettico che si rispetti, sa benissimo che non è più possibile accettare passivamente queste argomentazioni irrazionali. Le imprese burocratiche delle Agenzie spaziali pubbliche, dal canto loro, con le sonde automatiche marciano vistosamente verso la cancellazione pressoché definitiva della conquista umana dello spazio esterno. Dobbiamo sperare nelle imprese minerarie spaziali private come la RDA di James Cameron nel kolossal Avatar, per viaggiare almeno fino alle stelle più vicine? Sì, ma a che prezzo?
Nicola Facciolini
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