“Il vorticoso giro di denaro legato alla ricostruzione post terremoto fa gola non solo solo alla criminalità organizzata, ma a quella meno organizzata, ai comitati d’affari coloro che fanno incetta di progetti e di realizzazioni. Queste insidie credo siano nella natura delle cose”, lo ha riferito il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, ex prefetto dell’Aquila al tempo del sisma, parlando dei controlli antimafia nel cantiere più grande d’Europa e anche in riferimento al tentativo di truffa di 12 milioni per il sociale, che ieri ha portato all’arresto di due persone.
“Quello che non è consentibile e non è consentito – ha aggiunto – è che avvengano senza la possibilità dei controlli e delle sanzioni”. A tale proposito Gabrielli ha citato il presidente della Corte di Appello dell’Aquila, Giovanni Canzio che a fine settembre assumerà l’incarico di presidente della Corte di Appello di Milano: “Lo ha detto nelle ultime due cerimonia dell’Anno giudiziaria il dottor Canzio, secondo il quale il modello dei controlli all’Aquila è buono e che qui ci sono le intelligenze e le risorse per contrastare infiltrazioni di ogni genere, ostacolo ad una ricostruzione efficace e nel rispetto della legalità”.
Gabrielli ha sottolineato in tal senso anche l’impegno del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, il quale “anche con decisioni impopolari” si sta impegnando nel far rispettare la legalità”.
Riferendosi, poi all’inchiesta sul tentativo di truffa di 12 milioni – Gabrielli ha aggiunto: “A me queste cose danno sempre una sensazione molto negativa anche se poi purtroppo l’esperienza ci insegna che le inchieste iniziano e non sempre finiscono, e magari quello che rimane è solo il fango”. “A volte – ha concluso il capo della protezione civile – in queste situazioni sono sempre molto cauto forse perché ho il vantaggio che per 20 anni ho fatto il poliziotto”.
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