L’Ufficio del Giudice dell’Udienza Preliminare dell’Aquila è giunto alle conclusioni che il crollo della Casa dello Studente nell’aprile 2009, provocando la morte di otto giovani, avvenne poiché, fin dall’iniziale progettazione del 1965, l’edificio non rispettava le norme antisismiche in vigore e che, nonostante i ripetuti controlli e restauri, negli anni successivi nulla è cambiato. “Profili di responsabilità significativi sono da ricercarsi in capo ai committenti nelle figure dei legali rappresentanti (Angelini, Opera Universitaria e ADSU) e dei progettisti che hanno operato in fase di costruzione, di restauro e risanamento conversativo dell’edificio”
L’errore progettuale iniziale è alla base del crollo, l’edificio è stato oggetto nel tempo di numerosi eventi di restauro e risanamento. “Pertanto l’omissione di controlli che hanno interessato l’intero processo edilizio di Palazzo Angelini (diventato poi la Casa dello Studente) è ritenuta anch’essa concausa significativa del crollo”. A partire dall’errato Certificato di Conformità del 1967, quindi, “appare evidente la scarsità di precisione (o superficialità) nei controlli a tutti i livelli e la totale inesistenza di misure di accertamento in relazione alla prevenzione del rischio sismico. Inoltre è fondamentale sottolineare che “il terremoto dell’Aquila costituisce un evento relativamente frequente in Italia” e che “le caratteristiche fisiche del terremoto sono comuni a molti dei più forti terremoti italiani nell’area”. Dunque, come scritto chiaramente nella perizia, “se l’edificio, pur nello schema progettuale adottato, fosse stato correttamente dimensionato per le azioni orizzontali secondo la normativa e la prassi del tempo, non avrebbe subito fenomeni di crollo come quelli verificatosi”.
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