Una finta aggressione ad un finto venditore di rose, tanta gente che accorre al centro della piazza, portando ben teso, tra le mani, un mazzo di rose. È così che nella serata di ieri, a Lecce, un gruppo composto da una cinquantina di persone, organizzate anche dal Circolo Arci Zei del capoluogo, ha organizzato un flash mob antirazzista per ricordare a tutti quanto accaduto giorni fa nelle vie del centro della città capoluogo. Infatti a Lecce lo scorso 3 novembre un cittadino bengalese Ilias Miah, venditore ambulante di rose, è stato aggredito e pestato a sangue da un gruppo di persone non ancora identificate. Nei giorni successivi, grande è stata la mobilitazione della comunità sul grave episodio razzista: al cittadino bengalese, associazioni e singoli cittadini hanno manifestato la loro solidarietà, anche recandosi presso il presidio ospedaliero in cui Ilias è ancora ricoverato. Poi, l’organizzazione del flash mob di ieri sera in piazza Sant’Oronzo, nel cuore del capoluogo leccese.
La manifestazione è stata interamente organizzata su Facebook attraverso il tamtam di messaggi e la complicità dei cybernauti, che si sono dati appuntamento alle 19.30 in punto e grazie all’aiuto di attori improvvisati hanno simulato l’aggressione a suon di schiaffi di rose tra lo sgomento e la preoccupazione dei passanti. L’intento era proprio quello di scuotere i cittadini leccesi che solitamente affollano a quell’ora la piazza più famosa della città, nel tentativo di far comprendere come l’indifferenza genera solo omertà e l’omertà è tra le più gravi forme di responsabilità sociale.
Il tutto si è concluso tra il sorriso divertito dei passanti che hanno appreso, da un volantino distribuito dagli organizzatori, il vero obiettivo della manifestazione. Questa volta sulla pietra leccese, teatro dello “scontro”, non sangue ma petali di rose.
http://atrazemilia.blogspot.com/2011/11/flash-mob-rosalia-lecce-13-novembre_7090.html