Immigrazione clandestina: false regolarizzazioni, 38 gli indagati

I Finanzieri del Comando provinciale di Rovigo, unitamente ai colleghi dei Comandi provinciali di Bologna, Forli’ e Ravenna, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bologna, hanno portato alla luce una complessa quanto insidiosa attivita’ illecita, posta in essere da 38 soggetti, in materia di immigrazione clandestina di cittadini extracomunitari. L’indagine ha preso le mosse nel […]

I Finanzieri del Comando provinciale di Rovigo, unitamente ai colleghi dei Comandi provinciali di Bologna, Forli’ e Ravenna, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bologna, hanno portato alla luce una complessa quanto insidiosa attivita’ illecita, posta in essere da 38 soggetti, in materia di immigrazione clandestina di cittadini extracomunitari.

L’indagine ha preso le mosse nel corso di un normale controllo fiscale operato nei confronti di un laboratorio tessile sito a Occhiobello (Rovigo), ove erano stati identificati tre operai di etnia cinese che, gia’ ad un primo esame, erano risultati beneficiari della procedura di regolarizzazione meglio conosciuta come “sanatoria per colf e badanti”, prevista dalla legge n. 102 del 2009. La norma aveva permesso la regolarizzazione dei cittadini extracomunitari che si trovavano, alla data del 30 giugno 2009, in Italia in condizioni di clandestinita’ o irregolarmente assunti presso famiglie italiane come colf/badanti. Insospettiti dalla circostanza, i Finanzieri del Comando provinciale di Rovigo hanno approfondito la posizione dei tre operai cinesi del laboratorio di Occhiobello, pervenendo ad individuare l’avvenuta utilizzazione di falsi contratti di lavoro come colf o badanti.

A fare da regia nella vicenda un sodalizio di imprenditori e professionisti emiliani, tra cui un ragioniere ed un avvocato entrambi del bolognese che, grazie alle proprie conoscenze, erano riusciti a reperire numerosi “clienti”, circa 200, tra cittadini cinesi, albanesi, bengalesi, marocchini e tunisini. I falsi datori di lavoro sono risultati, in tutto, una quarantina. Gli interessati versavano all’organizzazione una somma variabile tra i 5.000 ed i 7.000 euro. Ai datori di lavori compiacenti veniva invece elargita dai promotori ed organizzatori del sistema illecito, la somma di 1.000 euro.

Dopo la sanatoria del 2009, una nuova occasione di guadagno si e’ presentata con il decreto flussi 2010 per lavoratori extracomunitari. La procedura per i predetti flussi si e’ dimostrata ancor piu’ semplice, perche’ la richiesta di lavoratori extracomunitari non ha riguardato solo collaboratori domestici e per l’assistenza alla persona, ma anche lavoratori da impiegare in diversi settori commerciali.

Frenetica e’ risultata l’attivita’ posta in essere dagli indagati nei giorni immediatamente precedenti i famosi “click day”, ossia i giorni stabiliti per l’invio telematico delle domande di rilascio del permesso di soggiorno, atteso che il limite numerico stabilito dal decreto flussi (circa 98.000 unita’), seguiva l’ordine temporale di invio/ricezione delle richieste (“first arrived, first served”, ovverosia “primo arrivato, primo servito”). Gli indagati sono trentotto. I reati contestati vanno dal favoreggiamento all’immigrazione clandestina, dalla falsita’ materiale ed ideologica in atto pubblico alla falsita’ in dichiarazioni rese al pubblico ufficiale al favoreggiamento personale, con l’aggravante di avere agito al fine di trarne profitto e in concorso tra piu’ di cinque persone. Tra di essi tre soggetti, tra i quali due professionisti emiliani iscritti ai rispettivi albi professionali (un ragioniere ed un avvocato), sono risultati destinatari di misure cautelari restrittive della liberta’ personale, in quanto ritenuti gli ideatori, organizzatori e promotori dell’illecito sistema contestato. Essi rischiano ora la radiazione dall’Ordine professionale di appartenenza.

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