L’Aquila, Basilica di Santa Maria di Collemaggio: al via la mostra Arché

Al via, presso la Basilica di Santa Maria di Collemaggio all’Aquila, la mostra Arché – Bendini, Boille, Mariani, Turcato. Tre artisti contemporanei di livello internazionale ed un maestro dell’astrattismo insieme per rilanciare il messaggio culturale dell’Aquila.  Questa mattina, prima dell’apertura ufficiale della mostra, artisti e organizzatori hanno incontrato la stampa presso la sede della Regione […]

Al via, presso la Basilica di Santa Maria di Collemaggio all’Aquila, la mostra Arché – Bendini, Boille, Mariani, Turcato. Tre artisti contemporanei di livello internazionale ed un maestro dell’astrattismo insieme per rilanciare il messaggio culturale dell’Aquila.  Questa mattina, prima dell’apertura ufficiale della mostra, artisti e organizzatori hanno incontrato la stampa presso la sede della Regione Abruzzo. L’Assessore alla cultura,  De Fanisi ha organizzato l’evento facendo leva sui finanziamenti europei del Por-Fesr.

Curata da Gabriele Simongini, Arché vuole colmare i vuoti lasciati dal terremoto aquilano partendo proprio dal luogo simbolo della città e da quella Basilica fortemente colpita dal sisma. Ma Arché non vuole essere solo un messaggio di rinascita culturale della città, ma vuole fortificare quel legame storico in uno dei luoghi più emblematici della storia aquilana e non solo, quella Basilica fondata nel 1287 da Pietro da Morrone, incoronato Papa Celestino V, che volle quello che viene considerato il primo Giubileo della storia. Nella mostra, che rimarrà aperta fino al 21 dicembre con ingresso gratuito, figurano due opere di Vasco Bendini “La memoria conserva” del 2001 e “La sera del giorno n.2, 14 marzo 2003”; eccezionalmente, poi, nella Basilica verrà esposta un’altra opera di Bedini posta in una teca di plexigass intitolata Celestino V del 1972. Luigi Boille, invece, esporrà “Arabesco-zen nero” del 1973 e “arabesco-zen bianco”del 1974. Marcello Mariani l’opera “Forma archetipa”del 1996, mentre di Giulio Turcato verrà presentato il “Giardino di Miciurin” del 1951.

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