Arresti eccellenti a Milano

Franco Nicoli Cristiani, sessantottenne vice-presidente del Consiglio della Regione Lombardia, è stato arrestato questa mattina, insieme ad altre nove persone. Su di lui gravano le accuse di corruzione e traffico illecito di rifiuti, emerse nell’ambito di un’inchiesta relativa alla Bre-Be-Mi, l’autostrada che collega le province di Brescia, Bergamo e Milano. In manette è finito anche […]

Franco Nicoli Cristiani, sessantottenne vice-presidente del Consiglio della Regione Lombardia, è stato arrestato questa mattina, insieme ad altre nove persone. Su di lui gravano le accuse di corruzione e traffico illecito di rifiuti, emerse nell’ambito di un’inchiesta relativa alla Bre-Be-Mi, l’autostrada che collega le province di Brescia, Bergamo e Milano. In manette è finito anche Giuseppe Rotondaro, coordinatore dell’Arpa e sequestrate la cava  di Cappella Cantone, in provincia di Cremona, destinata a una discarica di amianto e l’impianto di trattamento dei rifiuti di Calcinate (Bergamo), oltre a due cantieri della nuova autostrada a Cassano d’Adda e Fara Olivana. Nelle indagini sembra siano state essenziale le intercettazioni telefoniche, grazie alle quali i reati contestati sono stati traffico organizzato di rifiuti illeciti e corruzione. L’operazione ha impegnato 150 uomini dell’Arma ed è stata eseguita anche con l’ausilio di un elicottero, alle 6,40 di questa mattina. Nato a Breno, in provincia di Brescia, l’11 settembre del 1943, sposato con due figli, Franco Nicoli Cristiani è laureato in Scienze Politiche ed è amministratore unico della Spas-srl, società che commercializza all’ingrosso prodotti per la Medicina dello Sport. Militante di Forza Italia dalla prima ora, nel 1994 ha collaborato con il Ministro dell’Industria e del Commercio in qualità di Capo segreteria del Sottosegretario Senatore Giampiero Beccaria. E’ stato delegato politico del Collegio 24 (Brescia Città) per Forza Italia nel 1994 dall’ottobre 1994 al marzo 1996 e coordinatore Provinciale di Forza Italia dal 1996 al febbraio 2000, vice Coordinatore Vicario del Coordinamento Provinciale di Forza Italia con delega Enti Locali e Vice Coordinatore Regionale di Forza Italia e Responsabile organizzazione macroarea (Brescia-Bergamo Mantova Cremona) fino all’Aprile 2009. Da allora è membro di diritto del Coordinamento Regionale del Pdl e nel 2010 è stato rieletto in Consiglio regionale per la quarta volta nel collegio circoscrizionale di Brescia, per divenirne, dal maggio dello stesso anno, vice presidente. Le indagini sono cominciate otto mesi fa, coordinate dai pm Silvia Bonardi e Carla Canaia e la tangente, pare pagata a Franco Nicoli Cristiani, pare sia servita per “ammorbidire i controlli”. Come già detto, determinanti sarebbero state le intercettazioni telefoniche iniziate mesi fa che sarebbero appunto culminate con il mandato d’arresto firmato dal Gip di Brescia Bonamartini. Ieri sera Marco Travaglio, all’interno della consueta partecipazione a Servizio Pubblico, il nuovo programma di Santoro, si chiedeva se riuscirà il governo Monti a fermare l’onda della corruzione, i cui costi sono esattamente la cifra di debito pubblico che ha l’Italia. Nella sua ricostruzione, Travaglio ci ha riferito di un Paese basato su un sistema di conflitti d’interesse di tangenti, con un  gioco di parentele strategiche dal pubblico al privato. L’esempio tipico, secondo Travaglio, ci è dato dalla vicenda di Finmeccanica, con maxi tangenti camuffate da consulenze e facendo in modo che “Controllori” e “Controllati” facciano parte del meccanismo della corruzione stessa. Altro esempio “caldo”, le tangenti Enav, con il coinvolgimento dell’Onorevole Milanese. Su di lui doveva vigilare Giulio Tremonti dall’alto del suo Ministero dell’Economia, perché Milanese si faceva le nomine per conto suo negli  enti controllati dal Ministero dell’Economia, ma nel contempo, affittava al Ministro quella lussuosissima casa dal valore di 8000 euro al mese (Tremonti sostiene che gliene faceva pagare quattro). Inoltre, in cambio, si faceva fare lavori gratis dai fornitori degli enti pubblici che venivano ripagati in appalti. Per non parlare, ancora, del crack della Parmalat, con le confessioni di Tanzi che ha raccontato di aver finanziato politici di destra e di sinistra e del centro della prima e della seconda Repubblica e lo smascheramento di controllati e controllori, in un cerchio tutelato sempre dai soliti noti avvocati, fino al crack e allo scandalo che ha visto confiscati mezzo milione di Euro. Ci sono stati, inoltre,  molti politici che hanno preso soldi dal Banchiere Fiorani. Sulla Banche dovrebbe vigilare la Consob, ma il Presidente di allora era Lamberto Cardia, il cui figlio era cliente e consulente del Banco Popolare di Lodi che, in cambio di consulenze, gli versava 250.000 euro l’anno. L’altro controllore, il Governatore Fazio, aveva la figlia che collaborava nella Banca di Fiorani. Un quadro inquietante che inqueta gli italiani, che a sentire, quotidianamente l’introduzione di nuove tasse che graveranno su di loro ed il non ravvisare alcun provvedimento che fermi questa macchina di ingordigia ed avidità in cui la “Casta” si arricchisce con i soldi pubblici, si sentono pugni allo stomaco ogni giorno. Scri ve Mario Molinaro su MondoLiberoOnline.it, che un magistrato della Corte dei Conti, in una privata conversazione di contenuti profondi, ebbe a dirgli che avrebbe rassegnato le dimissioni essendo col Governo Prodi passato in sordina un decreto legge che difatto gli impediva di investigare sulla storia temporale di un qualsiasi appalto ovvero nei dieci anni precedenti, col pregiudizio di vizio che difatto impedisce all’autorita’ competente di verificare degli illeciti e dei reati. La Corte dei Conti mi pare che abbia fatto notare che in Italia vi sono 100 miliardi di Euro di evasione derivanti dalla corruzione e basterebbe recupare questi per farne quattro almeno, di manovre salva-Paese. “Storia italiana”  era il titolo di un opuscoletto propagandistico autofinanziato, che il cavaliere in occasione delle elezione del 2001, fece recapitare in tutte le case degli italiani, presentandosi, in fondo, come il risultato di una condotta tutta nostrana, basata sull’affare e sul piacere personale. La qualità dei dibattiti politici non è mai stata così bassa; il livello dell’impegno politico e sociale e il grado di informazione dei cittadini mai così pessimo – in un Paese, in cui una volta non esistevano le riviste scandalistiche. Persino gli integralisti sono stanchi di indignarsi. Ristabilire un “senso civile”, è da qui che deve partire la più grande sfida per futuro. I Governi della Prima e della Seconda Repubblica, con l’avallo,da un certo punto in poi, dell’opposizione comunista,hanno corrotto mezza Italia prendendo soldi a prestito e trasferendoli sotto forma di rendite improduttive a una larga parte del Paese: baby pensioni,evasione fiscale senza troppi controlli,facili pensioni d’invalidità,contributi spropositati a editori,realizzazione di opere inutili e in parte ancor oggi incompiut, ecc. In sintesi uno stato sociale spropositato e ingiusto oltre che inefficiente, uno Stato con le  maxi pensioni dei deputati e con annessi privilegi, con personaggi che ricoprono mille incarichi dirigenziali , ovunque, senza neanche ricordarseli tutti e senza impegnarsi mai in nessuno di questi ruoli; con chi fa finta di non capire la domanda per non darti una risposta; con chi brucia tutte le risorse finanziarie, in qualunque ambito industriale o governativo che sia, per la semplicissima incapacità di saperle impiegare in modo produttivo e utile alla comunità; con chi non si domanda mai se non sia il caso di dare un peso alla coscienza. La breve stagione di Mani Pulite non ha scardinato il vecchio equilibrio ad alta densità di corruzione che si era andato consolidando nella gestione italiana della cosa pubblica. Cos’è rimasto della “rivoluzione dei giudici”, che tante speranze aveva suscitato nella prima metà degli anni Novanta? Mentre da tempo il problema della corruzione in Italia non è più all’ordine del giorno, negli ultimi [leggi tutto …] anni una lunga serie di episodi di micro-corruzione e clamorosi scandali politici e finanziari hanno segnalato una chiara linea di continuità con le vicende svelate da Mani Pulite. In Italia, ieri come oggi, è il trionfo della clientela e del familismo, con favori e prebende a figli, cognati e mogli della cricca, del terremoto e non, che hanno elevato il familismo amorale a sistema diffuso e gelatinoso. E non solo i politici, ma anche attori, cantanti, professori universitari, giornalisti, calciatori: nessuno sfugge alla regola, con soprusi e nefandezze che hanno fatto della nostra Nazione un esempio famoso di autentica Parentopoli. Sono cambiate le sigle dei partiti ma tutto è come prima, anzi, peggio di prima. Tangentopoli ha ceduto il passo a una nuova epoca di corruzione. Il parlamento che negli anni Novanta fu ripulito dalle indagini del pool di Milano oggi è popolato da condannati. Le immagini [leggi tutto …] della pioggia di monetine contro Bettino Craxi nel 1993 si accostano ai lanci di cavalietti e statuette contro Silvio Berlusconi, l’uomo del cambiamento che avrebbe dovuto trasformare il Paese, quello del patto firmato con gli italiani in diretta televisiva nel salotto di Bruno Vespa. Poi le promesse disattese e il tormentone dei guai giudiziari del premier. E la cosa continua, anche dopo Berlusconi. Truffa, evasione fiscale, abuso d’ufficio, lavoro irregolare, corruzione, mafia: l’illegalità in Italia ha assunto, negli ultimi quindici anni,  una fisionomia peculiare e dissimile da quella degli altri paesi industrializzati; una fisionomia in qualche modo congruente ad un particolare funzionamento del sistema politico, amministrativo e perfino legale del paese, dove le istituzioni sono leve di riduzione dell’illegalità [leggi tutto …] ma talvolta ne sono anche la causa. Secondo Ignazio Visco, neo-governatore di Bankitalia, il nostro Paese ha bisogno di riforme che eliminino i ritardi infrastrutturali. Certo questo è vero, ma soprattutto, ha bisogno di una nuova classe politica e di una più onesta coscienza.

Carlo Di Stanislao

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