Seimila i casi accertati di Aids in Sicilia. Tra il 2009 e il 2010, sono stati registrati nell’Isola 278 nuovi casi di infezione, il 71% dei quali ha riguardato gli uomini e il 29% le donne.
La provincia siciliana con l’incidenza maggiore della malattia risulta quella di Siracusa, seguita da Catania e Trapani. La prevalenza del virus Hiv e dell’Aids è comunque minore rispetto alla media nazionale. La maggior parte dei casi (71%) è di nazionalità italiana ma gli stranieri (quasi tutti africani) raggiungono il 29% del totale.
Sono questi alcuni dei dati diffusi dal dipartimento attività sanitarie dell’assessorato regionale della Salute in occasione della giornata mondiale dell’Aids, che si celebra oggi. Il rapporto tiene conto delle segnalazioni provenienti dalle 19 divisioni di malattie infettive della Sicilia.
I primi risultati mostrano una diffusione maggiore fra i maschi di età fra 20 e 49 anni; i rapporti eterosessuali (52,3%) sono la causa principale della trasmissione dell’infezione, seguiti dai rapporti omosessuali (38,8%) e dalla tossicodipendenza (6,9%).
Nonostante la diffusione delle informazioni e della possibilità di esecuzione dei test, è stata accertata una ridotta propensione allo screening, anche in chi ha comportamenti a rischio: questo fa sì che spesso, al momento della diagnosi, sia gà presente uno stadio avanzato.
La Regione siciliana, già nel 2009, ha organizzato corsi di formazione per il personale delle divisioni di malattie infettive, individuando poi un referente per ogni divisione. Nel maggio dello scorso anno, con decreto assessoriale, è stato istituito il sistema di sorveglianza sul territorio regionale, ed è stato predisposto un apposito tracciato record per la rilevazione.
“E’ molto importante – spiega l’assessore regionale per la Salute, Massimo Russo – proseguire sulla strada intrapresa, che prevede l’attenta sorveglianza dell’infezione da Hiv con la partecipazione di tutti i centri di diagnosi e cura della Regione. Va proseguita l’opera di educazione sanitaria, rivolta in particolare a quei comportamenti a rischio che probabilmente non sono percepiti come tali, in modo da evitare l’infezione o almeno diagnosticarla in fase precoce”.
Nel dettaglio, i centri partecipanti alla raccolta dei dati con il numero di nuovi casi osservati nel periodo 2009 – 2010 sono: Caltanissetta: Sant’Elia (8), Gela (5); Catania: Garibaldi (46), Cannizzaro (30), Ferrarotto (19), Caltagirone (0); Enna: Umberto I (4), Nicosia (1); Messina: Papardo (6), Policlinico (1), Barcellona (4); Palermo: Civico (34), Policlinico (31), Cervello (11), Di Cristina (8); Ragusa: Civile (9), Modica (6); Siracusa: Umberto I (34); Trapani: Sant’Antonio Abate (21).
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