Lavoro, niente limiti a romeni e bulgari

Libero accesso di romeni e bulgari al mercato del lavoro dell’Unione europea: è quanto chiede il Parlamento di Strasburgo in una risoluzione approvata giovedì 15 dicembre. I promotori della risoluzione sono Partito popolare europeo, Socialdemocratici, Alleanza dei liberali e democratici, Verdi. La risoluzione chiede ai 10 Stati dell’Unione europea (tra cui l’Italia) che hanno ancora in […]

Libero accesso di romeni e bulgari al mercato del lavoro dell’Unione europea: è quanto chiede il Parlamento di Strasburgo in una risoluzione approvata giovedì 15 dicembre. I promotori della risoluzione sono Partito popolare europeo, Socialdemocratici, Alleanza dei liberali e democratici, Verdi.
 
La risoluzione chiede ai 10 Stati dell’Unione europea (tra cui l’Italia) che hanno ancora in vigore le “misure transitorie” di abolirle e di accettare bulgari e rumeni nel proprio mercato del lavoro entro al fine del 2011. Richiesta già formulata nella risoluzione del 25 ottobre sulla mobilità dei lavoratori nell’UE. Secondo il Parlamento non sono stati evidenziati effetti negativi in quegli Stati membri che hanno accettato senza limiti romeni e bulgari. Anzi, una comunicazione della Commissione europea dell’11 novembre scorso afferma che hanno avuto un impatto positivo.
 
Oltre all’Italia, gli altri Stati ancora timorosi di un’invasione di romeni e bulgari sono Austria, Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Olanda e Gran Bretagna. Nel nostro Paese vige un doppio binario per la loro assunzione. Sono liberalizzate in questi settori: agricoltura, turistico-alberghiero, domestico e di assistenza alla persona, edile, metalmeccanico, dirigenziale e altamente qualificato, stagionale. In questi casi con i lavoratori romeni e bulgari si possono stipulare direttamente i contratti di lavoro, come se si assumessero lavoratori italiani. In tutti gli altri settori, serve un’autorizzazione dello Sportello Unico per l’immigrazione. Si tratta solo di una formalità, ma che allunga e complica la vita sia al lavoratore che all’imprenditore. I Paesi dell’Unione europea possono comunque prolungare le norme che limitano il lavoro di bulgari e romeni fino al dicembre 2013, ma solo se comunicheranno alla Commissione, entro il 31 dicembre di quest’anno, quali sono le “serie minacce” al loro mercato dell’occupazione.

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