Quando sono debole è allora che trovo la forza

Quanti pensieri. Alcuni sono improvvisi, altri difficili e complessi. Gli amici ci trovano spesso soprappensiero, distratti. C’è traffico intenso di emozioni, di intuizioni, di aspirazioni, di desideri, di preoccupazioni in ognuno di noi. Ci troviamo spesso in mare aperto, senza bussola, senza stella polare, a volte addirittura senza remi. Ma è proprio tutto vero quello […]

Quanti pensieri. Alcuni sono improvvisi, altri difficili e complessi. Gli amici ci trovano spesso soprappensiero, distratti. C’è traffico intenso di emozioni, di intuizioni, di aspirazioni, di desideri, di preoccupazioni in ognuno di noi. Ci troviamo spesso in mare aperto, senza bussola, senza stella polare, a volte addirittura senza remi. Ma è proprio tutto vero quello che diciamo di sentire quando siamo frastornati, depressi, deboli?
“Quando sono debole è allora che trovo la forza”. Non bisogna buttarsi giù. In noi ci sono risorse, punti di appoggio che sollevano il mondo. Prenderne coscienza è doveroso. Quando parliamo con la gente in più di una circostanza diciamo: ho avuto un presentimento, un’ispirazione. Come ti accorgi di avere un corpo che cambia, così avverti dentro di te uno spirito che invoca. Se i sensi ti dicono: io esisto, lo Spirito ti dà la forza di affermare: io vivo.
La differenza tra esistere e vivere è grande. I profeti, parlavano di doni che vengono dallo Spirito. Sono suggestivi. Provo ad elencarli: Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà, Timore di Dio. Impariamo a metterli in fila, non dividiamoli tra loro come non si dividono i globuli rossi dai bianchi. Vanno sempre insieme, uno dentro l’altro come le matriosche, inseparabili.
Se all’arcobaleno togli un solo colore, fai scomparire l’arcobaleno. Attraverso questi doni ci sentiamo creature, non semplici esseri viventi.
Scoprire di essere un debole, ossia un focoso, una contraddizione vivente, questa è scienza; invocare ogni giorno la forza del nostro spirito dentro ogni situazione di debolezza, questa è fortezza; diventare docili e lasciarsi muovere dalla forza del nostro intimo, questo è il dono della pietà; purificare cuore, desideri e sentimenti è porsi in diretta dipendenza dello Spirito, della nostra sacralità, il timore di un giudizio divino. Insomma, per me la vita è prestarsi, identificarsi, è amare, è Amore, è lasciarsi amare dall’Amore.

Scipione L’Aquilano

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