Dopo aver aiutato la squadra mobile di Firenze ad arrestare sei ladri, oggi si ritrova senza lavoro e senza casa. E’ questa, in sintesi, l’incredibile storia di Maxy Balasurya, 41enne originario dello Sri Lanka, residente a Firenze. Era il 2008 quando Maxy, a quel tempo addetto nell’impresa di pulizie dei mezzi Ataf, testimoniò contro alcuni suoi colleghi perché intenti a rubare carburante dagli autobus durante la notte. Una testimonianza preziosa, che portò all’arresto di 6 persone, di cui 4 dipendenti Ataf. L’allora presidente dell’azienda, Maria Capezzuoli, per salvaguardare l’incolumità del cingalese, minacciato dai colleghi, lo invitò a cambiare attività e luogo di lavoro e gli propose, anche come riconoscimento per il prezioso contributo offerto alle indagini, un posto a tempo indeterminato come manovratore di autobus nel deposito di viale XI agosto presso la Opitec, compartecipata di Ataf. Ma nell’ottobre 2010, il neopresidente Filippo Bonaccorsi decise di fronteggiare la crisi di Opitec vendendone le quote.
Maxy finisce così in cassa integrazione. Senza più lavoro, poco tempo dopo arriva anche lo sfratto per morosità dal suo fatiscente e angusto appartamento in via dei Della Robbia, dove lunedì prossimo è previsto lo sgombero con la forza pubblica. Un appartamento di tre stanze, degradato, umido e senza acqua calda per la rottura del boiler che la padrona di casa non ha mai provveduto a sostituire, ma per cui il cingalese era costretto a versare 790 euro al mese.
Da mesi, Maxy sta chiedendo un incontro ai vertici Ataf, azienda per cui ha messo a rischio la sua incolumità e che gli aveva garantito un posto di lavoro sicuro. “Mi dicono sempre di rifarmi vivo tra qualche mese”. Le sue richieste, finora, sono state accolte senza risposte concrete. Almeno fino a ieri, quando la causa di Maxy è stata denunciata dal Sunia, il sindacato degli inquilini, e l’Ataf ha convocato il cingalese in azienda per oggi pomeriggio.
“Faccio appello al sindaco di Firenze e all’azienda Ataf – ha detto Balasurya – per trovare una soluzione per tornare a condurre quella vita dignitosa che conducevo prima di quella testimonianza”. Maxy vive in casa insieme alla moglie e ai tre figli di 19, 11 e 2 anni.
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