Siria: la condanna dell’Onu contro la repressione

Con 137 voti a favore, 12 contrari e 17 astenuti, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che condanna la repressione messa in atto dal regime di Bashar al Assad in Siria. Russia e Cina, dopo aver posto il veto per due volte in Consiglio di Sicurezza, hanno votato contro il testo presentato […]

Con 137 voti a favore, 12 contrari e 17 astenuti, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che condanna la repressione messa in atto dal regime di Bashar al Assad in Siria.
Russia e Cina, dopo aver posto il veto per due volte in Consiglio di Sicurezza, hanno votato contro il testo presentato dall’Egitto in rappresentanza dei Paesi arabi e di altri settanta ‘co-sponsor’. No anche da parte di Nord Corea, Iran, Venezuela, Siria e Cuba. La risoluzione approvata dall’Assemblea Generale non ha potere vincolante come i documenti varati dal Consiglio di Sicurezza.
Tuttavia, come ha rilevato il Ministro Giulio Terzi, “è un segnale importante sul ruolo che le Nazioni Unite e la Lega Araba possono e debbono svolgere per la ricerca di soluzioni alla gravissima crisi in Siria”. “Al forte segnale politico che proviene dal massimo organismo multilaterale devono ora seguire evoluzioni concrete”, ha aggiunto Terzi, sottolineando che da parte italiana “si stanno intensificando l’azione di sostegno all’operato della Lega Araba” e gli sforzi volti a “favorire l’unità delle forze di opposizione siriane”, anche in vista degli importanti appuntamenti diplomatici dei prossimi giorni, tra cui la riunione a Roma del 5+5 e del Foromed e la riunione a Tunisi degli Amici della Siria.
“Con il voto di ieri – ha proseguito Terzi – la comunità internazionale ha dimostrato che è possibile mobilitarsi per isolare un regime che ha perso ogni credibilità e legittimità. L’Italia prosegue il suo impegno, in stretto raccordo con i partner internazionali e gli attori regionali, affinché in Siria cessino le inaccettabili violazioni dei diritti umani e si avvii un processo politico che garantisca pacificamente la transizione alla democrazia, restituendo al popolo siriano la libertà di decidere del proprio futuro”.

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