Mario Monti è arrivato con un’ora di ritardo alla riunione dell’Ecofin, per un incontro con Catherine Ashton, alto rappresentante Ue per la politica estera, con la quale ha discusso il caso dei due marò italiani detenuti in India, ricevendo dalla “ministra” assicurazioni circa l’impegno della Ue, che ha già preso contatti i con le autorità di New Delhi, ad “ intraprendere ogni possibile ulteriore passo per arrivare ad una soluzione positiva” della spinosa questione.
La Ashton, ha quanto si apprende da una nota diramata dalla stesso Monti, ha anche discusso della cooperazione in atto tra Ue e India sul contrasto alla pirateria e sulla regolamentazione del ricorso a guardie private in questo contesto, nel quadro dell’Organizzazione marittima internazionale, anche se, mentre nella nota italiana successiva all’incontro, la scorta è posta in relazione alle “forze armate” e quindi ad agenti di uno Stato sottoposti al trattamento e alle immunità previste dal diritto internazionale; in quella della Asthon si parla di contratti privati, come se gli agenti di scorta fossero dei “contractors”.
Differenza non certo di poco conto, tanto che, subito dopo , dopo il “misunderstanding”, è arrivato, pronto, un nuovo comunicato della Ashton, con la definizione corretta in ‘Vessel Protection Detachment’: distaccamenti, cioè militari, a bordo di navi mercantili.
Subito dopo, all’Ecofin di Bruxelleses, Monti apre le porte alla Tobin Tax ed afferma che il Nostro Paese “sostiene la proposta della Commissione Ue sulla tassazione delle transazioni finanziarie”. “il fatto”, aggiunge, “che non esista una tassa globale di questo genere non deve condurci alla paralisi”.
Dopo questo intervento saluta cordialmente tutti per volare a Roma per l’incontro bilaterale con la cancelliera tedesca Angela Merkel, che incontrerà anche Giorgio Napolitano, con la quale affrontare la questione della situazione finanziaria nella zona euro.
Monti, in particolare, dovrebbe insistere sulla necessità di politiche di crescita che consentano all’economia di ripartire dopo la fase dei tagli salva-bilanci.
E sulla necessità di rafforzare i “firewall” a tutela delle economie comunitarie, in particolare il fondo salva-Stati che non piace molto ai tedeschi. Al termine dell’incontro è prevista una conferenza stampa congiunta dei due leader, per le quali vi è una naturale attesa.
Intanto, da Parigi, il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, dice che ora spetta ai governi completare il lavoro della Banca centrale europea e che bisogna “approfittare di questa fase di stabilizzazione economica per continuare a progredire”.
Nel frattempo lo spread fra Bund e Btp cala ulteriormente a 313 punti base, con sensibile rispetto alla chiusura di lunedì a quota 316.
E l’Istat, oggi, pubblica una lieve accelerazione dell’inflazione, derivante dall’aumento del tasso di crescita tendenziale dei prezzi dei beni (+4,2%, dal +3,9% di gennaio 2012), soltanto in parte compensato dal calo di quello dei servizi (+2,2%, dal +2,3% del mese precedente).
Come conseguenza di tali andamenti, il differenziale inflazionistico tra beni e servizi aumenta di quattro decimi di punto rispetto al mese di gennaio, con un preoccupante aumento, però, sul carrello della spesa e sul costo della benzina.
Secondo Coldiretti a far lievitare i prezzi del paniere è stato il “grande freddo” di febbraio, mentre appare “impoverita” la tavola degli italiani, soprattutto circa la carne bovina, ma anche quella suina, i salumi, l’ortofrutta ed anche il latte, con una situazione “che potrebbe aggravarsi nel corso del 2012 per effetto dell`aumento delle aliquote Iva previsto per ottobre che con il passaggio dall`aliquota del 21 al 23 per cento”, cosa che, sempre secondo la Coldiretti , “colpirebbe alcuni prodotti di largo consumo come l`acqua minerale, la birra e il vino”.
Circa la benzina,che in Italia è più cara che nel resto d’Europa, Piero De Simone, direttore generale di Unione Petrolifera, afferma che ciò si deve “alla tassazione” e spiegato che “rispetto ad altri Paesi europei, in quest’ultimo anno i prezzi sono cresciuti di circa 20 centesimi sulla benzina e 23 sul gasolio per effetto dell’aumento di accise e iva”.
Sempre secondo lui, “i consumi stanno precipitosamente riducendosi. L’anno scorso abbiamo perso 2 milioni di tonnellate di prodotti. E negli ultimi 4 anni l’Italia ha perso 20 tonnellate. La gente di fronte all’aumento dei prezzi consuma meno”.
De Simone, infine, ha aggiunto che “il modo per risparmiare però c’è già oggi: se il consumatore si fa benzina da solo con il self service lo sconto è di 4-5 centesimi e di 10-12 fuori dall’orario di lavoro”.
Sempre nel suo discorso di Parigi Mario Draghi (forse ancor più super dell’altro Mario, nel salvare l’Italia), ha detto che la lotta all’inflazione comincia ad essere la priorità per l’Eurotower, dopo le politiche monetarie espansive ed aggiunto che le banche devono usare l’attuale fase per rafforzare la propria solidità patrimoniale e, se necessario, trattenere gli utili anziché distribuirli agli azionisti.
Ricordiamo che la Bce, con Mario Draghi, si è infatti impegnata a offrire alle banche linee di liquidità per 36 mesi all’1%; e questi finanziamenti, per oltre 500 miliardi, sono garantiti da collaterale, con la Bce che accetta tutti i titoli sovrani, non solo italiani, ma anche greci e irlandesi e perfino mutui. Grazie a queste linee di credito, le banche hanno i profitti pressoché assicurati: possono prendere a prestito per tre anni dalla Bce all’1% e investire in titoli di stato italiani con la stessa durata al 6%, titoli che poi danno in garanzia alla Bce.
Insomma, possono guadagnare il 5% senza assumersi alcun rischio: “Il rischio di credito per le banche è pressoché nullo – ha scritto l’economista Luigi Zingales su Il Sole 24 Ore – e se, ad esempio, il Tesoro italiano dovesse dichiarare bancarotta, le banche sono insolventi in ogni caso, quindi il rischio aggiuntivo se lo prende la Bce. Un regalo davvero enorme.
Da Parigi, oggi, il presidente della Bce ha parlato anche di competitività, spiegando che quella dei paesi della zona euro “è buona ma servono degli aggiustamenti”.
All’interno dell’area euro un certo numero di paesi devono ritrovare e rafforzare la propria competitività, per il bene della loro prosperità e della stabilità della nostra unione monetaria.
E fra questi, certamente l’Italia.
Ora sappiamo che gli istituti di credito possono ottenere liquidità anche dalle loro banche nazionali offrendo a garanzia quei prestiti nel loro bilancio che non sono accettati nelle operazioni con Francoforte. Ciò significa, come ha spiegato l’economista Lucrezia Reichlin, docente alla London School of Economics, già capo economista della Bce e adesso nel Consiglio di amministrazione di Unicredit, sul Corriere, che vi è di fatto “un ulteriore allentamento della qualità delle garanzie. Inoltre, qualora il rischio su queste operazioni si materializzasse, le perdite sarebbero imputate alla Banca centrale del Paese dell’istituto di credito (e quindi al suo Tesoro) e non condivise dall’Eurosistema.
Davvero un grosso rischio per aiutare le banche che dovrebbero sostenere le imprese. Si vedrà se la scommessa riuscirà, ma, di certo, a gioire al momento sono soprattutto le banche e stati ed imprese per ora sono solo “in attesa”.
Carlo Di Stanislao
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