Crbm ha organizzato insieme a International Rivers e Les Amis de la Terre l’azione tenutasi questa mattina a Marsiglia per protestare contro la consistente promozione delle grandi dighe alla sesta edizione del World Water Forum, in programma fino a sabato 17 nella città del sud della Francia. Nei pressi della stazione ferroviaria di Marsiglia oltre cinquanta attivisti provenienti da 18 paesi hanno inscenato il corso impetuoso di un fiume, imbrigliato a un certo punto da una gigantesca diga gonfiabile. Gli attivisti hanno così voluto denunciare come i mega sbarramenti stiano distruggendo gli ecosistemi dei fiumi e causando perdite incalcolabili anche a livello socio-culturale. Per questa ragione le linee guide volontarie del settore privato, comprese nel Protocollo di valutazione di sostenibilità dell’idroelettrico e promosso dall’International Hydropower Association che riunisce le multinazionale del settore idroelettrico, serviranno solo a dare una “spennellata di verde” alle reali conseguenze delle dighe sui fiumi e sulla loro fauna e flora, nonché sulle popolazioni che vivono nelle aree interessate da progetti idroelettrici.
Per questa ragione Crbm e le altre associazioni della società civile presenti a Marsiglia chiedono alle multinazionali, alle istituzioni finanziarie internazionali come la Banca mondiale e la Banca europea per gli investimenti, e ai governi di seguire gli alti standard socio-ambientali e le raccomandazioni espresse dalla World Commission on Dams, puntando su fonti energetiche alternative più sostenibili.
L’iniziativa tenutasi a Marsiglia è una delle oltre 50 condotte in contemporanea in più di 30 Paesi del globo (dagli Stati Uniti al Myanmar) per celebrare la quindicesima giornata Internazionale di Azione per i Fiumi. L’introduzione di una Giornata di Azione fu decisa nel 1997 a Curitiba, in Brasile, in occasione del primo meeting delle comunità impattate dalle grandi dighe.
Al momento non sono disponibili dati aggiornati, ma in base alle estese ricerche condotte dalla World Commission on Dams circa un decennio fa, nella seconda metà del secolo scorso gli effetti negativi dei mega sbarramenti sparsi per il mondo sono stati molto considerevoli. Tanto per citare due dati eclatanti, il 75 per cento dei progetti non aveva raggiunto l’obiettivo di produzione elettrica prefissato e, soprattutto, si calcolavano tra i 40 e gli 80 milioni le persone sfollate a causa delle grandi dighe.
“L’idroelettrico rappresenta una fonte di energia sostenibile per l’ambiente e le popolazioni solo se realizzato ad alcune condizioni, tra le quali le contenute dimensioni degli impianti e la reale partecipazione della comunità locale al processo decisionale” ha dichiarato Caterina Amicucci della Crbm, tra gli attivisti che hanno partecipato all’azione. “Il presunto basso costo dell’energia idroelettrica è tale perché le mitigazioni ambientali e sociali non vengono sistematicamente attuate”, ha concluso la Amicucci.
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