Lo scorso 16 marzo, presso la Casa d’Italia, edificio simbolo della comunità italiana in Canada, sono stati presentati due libri appena pubblicati dall’editore Guernica, in collaborazione con l’Associazione degli Scrittori Italo-Canadesi (AICW) e la rivista Accenti Magazine. Si tratta di Beyond Barbed Wire: essays on the internment of italian canadians e Behind Barbed Wire: creative works on te internment of italian canadians. Pur essendo incentrati sullo stesso tema e pur avendo titoli assonanti, i due libri sono abbastanza diversi per contenuti, impianto, impostazione e stile narrativo. Entrambi, comunque, hanno come obiettivo quello di proseguire l’opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica nazionale su uno degli episodi più dolorosi e controversi della recente storia canadese.
Behind the barbed wire (Dietro il filo spinato) è un libro di fiction, un compendio di storie, racconti brevi, poesie e mini drammi teatrali ispirati all’episodio dell’internamento. Beyond the barbed wire (Oltre il filo spinato), invece, è una raccolta di saggi accademici dal taglio storico-analitico che affrontano il tema dell’internamento da diverse prospettive: storica, letteraria, culturale. Questo secondo volume è stato pubblicato in cooperazione con il Columbus Centre di Toronto e alcuni dei saggi che vi compaiono erano già apparsi, in forma ridotta, sulla rivista Accenti Magazine, diretta da Licia Canton e Domenic Cusmano. L’intero progetto è stato finanziato dal Ministero dell’Immigrazione canadese, in particolare dal Community Historical Recognition Program (CHRP).
La vicenda storica dell’internamento va contestualizzata dentro un quadro politico e storico che è quello immediatamente successivo all’entrata in guerra dell’Italia nel secondo conflitto mondiale. Il 10 Giugno 1940, sull’onda delle vittorie riportate dall’esercito tedesco sul fronte orientale (Polonia) e occidentale (Francia), l’Italia fascista di Benito Mussolini, fino a quel momento mantenutasi fuori dal conflitto, decise di schierarsi a fianco dell’alleato nazista dichiarando guerra alla Gran Bretagna e alla Francia e, di riflesso, anche ai loro alleati, Canada compreso.
L’entrata in guerra a fianco alla Germania cambiò radicalmente i rapporti diplomatici fra l’Italia e le altre democrazie occidentali. Come scrive Filippo Salvatore in uno dei saggi di Beyond the barbed wire, fino a quel momento Mussolini e il fascismo erano stati tollerati piuttosto benevolmente dalle cancellerie e dai governi degli stati democratici, Stati Uniti e Gran Bretagna compresi. “Fra il 1922 e il 1936” – scrive Salvatore – “Mussolini fu considerato uno statista di livello mondiale, mandato dalla divina provvidenza per difendere il mondo occidentale dalla minaccia comunista. Sia il primo ministro canadese McKenzie-King che Winston Churchill, nei primi anni ’30, affermarono pubblicamente che Mussolini era il più grande leader politico mondiale”.
Un giudizio tanto lusinghiero iniziò a incrinarsi già nel 1936, in seguito alla conquista italiana dell’Etiopia. Ma fu solo con la dichiarazione di guerra del 1940 che Mussolini, e con lui tutti gli italiani, vennero degradati al rango di nemici. Il 10 Giugno, pertanto, fu un giorno nefasto anche per gli italo-canadesi. Esso segnò l’inizio del periodo più buio e triste della loro storia. Invocando il War Measures Act, una legge che permetteva di usare misure straordinarie e procedure d’emergenza in caso di guerra, il governo canadese sospese i diritti e le libertà fondamentali di circa 7000 persone di origine italiana, senza che a loro carico ci fosse alcun indizio di colpevolezza o prova di reato. Gli arresti e i rastrellamenti vennero effettuati in base a pure congetture o, peggio, sulla scorta di dicerie e informazioni false artatamente costruite da spie prezzolate.
Gli italiani arrestati e condotti nei campi di lavoro di Kananaskis (Alberta), Petawawa (Ontario) e Gagetown (New Brunswick) furono circa 700. Per molti la prigionia durò solo pochi mesi, ma vi furono casi in cui essa si protrasse anche per quattro anni. E coloro che scamparono all’arresto vennero comunque sottoposti a controlli e ad altre forme di restrizione della libertà, come ad esempio l’obbligo di presentarsi mensilmente “a rapporto” presso le sedi della polizia canadese. Le conseguenze degli arresti e degli internamenti si riverberarono, come è facile immaginare, anche sulle famiglie degli internati e, più in generale, su tutta la comunità italo-canadese. Oltre alla vergogna, le famiglie dei prigionieri dovettero subire privazioni, pignoramenti, sequestri e congelamenti di beni e patrimoni, che le gettarono in grandi difficoltà economiche.
La pubblicazione dei volumi Beyond e Behind the barbed wire getta una nuova luce su un episodio in fin dei conti ancora poco conosciuto non solo dai canadesi ma anche dagli stessi italiani. L’internamento viene analizzato in un’ottica nuova, che consiste sostanzialmente in un approccio e uno sguardo multi e interdisciplinare. “I due volumi rappresentano un ulteriore, importante contributo alla storia degli italiani in Canada” – ha detto nel suo discorso d’apertura Pasquale Iacobacci, direttore della Casa d’Italia – “dopo le opere di molti intellettuali, come la Città senza donne di Mario Duliani, il film Barbed wire mandolins di Nicola Zavaglia, l’Histoire des italiens de Montreal di Bruno Ramirez”.
“I due libri” – ha spiegato Licia Canton, una delle animatrici del progetto – “sono il risultato di un progetto nazionale pensato per sensibilizzare l’opinione pubblica su un periodo storico dai contorni ancora molto oscuri. Ci piacerebbe molto che su questi avvenimenti nascesse una nuova consapevolezza, e non solo all’interno della comunità italo-canadese. Sarebbe bello se riuscissimo a far conoscere questi fatti anche al di fuori dei confini canadesi, a cominciare magari dall’Italia”. Proprio per questo, i due libri sono disponibili gratis e il loro lancio è stato accompagnato da una serie di presentazioni e incontri itineranti svoltisi nelle più importanti città del Paese: Montreal, Ottawa, Toronto, Halifax e Vancouver.
Roberto Ciuffini
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