In tutto il territorio aquilano, colpito dal sisma del 6 aprile 2009, iniziando dal centro storico fino ai Comuni del cratere maggiormente compromessi, gruppi di esperti, volontari e vigili del fuoco hanno effettuato con grande generosità operazioni di rilevamento e quantificazione dei danni, di messa in sicurezza degli edifici e di salvaguardia delle opere d’arte. Questa drammatica circostanza, come tutti ben sappiamo, ha sconvolto e devastato una superficie molto estesa e con essa un’immensa e preziosa ricchezza artistica, onore e vanto dell’intera Regione. E’ difficile stabilire cosa s’intenda per “ patrimonio artistico e conservazione dei beni”, di un popolo o di una nazione, poiché con il tempo ha subito dei cambiamenti evolutivi, colorandosi di diverse sfumature. E’ indubbio, però, che rappresenti le tradizioni culturali e l’importanza storica di un’ intera comunità, la memoria tangibile di ciò che essa, pezzo dopo pezzo ha scoperto, teorizzato, elaborato e sostenuto creando così, una rete di molteplici contributi che trovano nella continuità e nei loro intrinseci legami, un profondo valore e la loro ragion d’essere. Restaurare beni pubblici e privati, vuol dire soprattutto conservare il loro prestigio formale e salvaguardare sia il lavoro artistico che la testimonianza storica, attraverso uno studio antico ed archeologico, dei tanti monumenti. Per la realizzazione di questo grande proposito, esso non dovrà mai essere separato dalle sue origini di cui ne è testimone, né dall’ambiente in cui si trova per riportarlo al suo antico ed originario splendore e ad un’ apprezzamento turistico e formativo del nostro territorio. Inoltre un’accurata opera di restauro, coadiuvata da interventi di gruppi esperti nel campo e supportata da un vero progetto di rifacimento, assicurerebbe migliori condizioni di vita per la gente ed eviterebbe anche ulteriori danni, crolli e lesioni dovute ad infiltrazioni d’acqua o ad eccessiva umidità, che in futuro sarebbero una vera e propria insidia per la loro conservazione ed un maggior dispendio di difficoltà e costi. Le azioni di risanamento ci permettono, inoltre, di rispolverare e recuperare una memoria collettiva: quella delle abitudini quotidiane, delle tradizioni religiose, culturali e lavorative. La conoscenza e la salvaguardia dei nostri beni architettonici, ereditati dal passato, sono momenti fondamentali per consolidare la nostra identità perduta, permetterci di vivere serenamente le contraddizioni della quotidianità e per poter fare delle scelte d’equilibrio e sintesi tra i valori del passato e le sfide del presente, prefigurando una città moderna, nuova, rinata dalle sue ceneri che torni a qualificarsi per la forza delle radici di appartenenza di noi stessi e delle future generazioni. Da ieri, 28 marzo 2012, fino al 31 si tiene a Ferrara, nell’ambito del Salone del Restauro, giunto alla sua XIX edizione, una mostra dell’esperienze di restauro del patrimonio artistico-culturale un evento di grande rilevanza per la nostra città, poiché parliamo di una valida collaborazione, di una vera sinergia tra pubblico e privato. Il cantiere aperto del restauro del soffitto ligneo di S. Bernardino è stato reso possibile dalla benefica collaborazione tra la Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Abruzzo, Fondazione Carispaq con le Soprintendenze ai beni storici artistici ed etno-antropologici e con i fondi messi a disposizione dal Monte dei Paschi di Siena. Esso permetterà a tanti cittadini e turisti, con delle visite guidate di salire fino a 25 metri d’altezza per visionare da vicino una delle opere d’arte più belle ed apprezzate dal mondo intero. Al salone di Ferrara saranno inoltre presentati il recupero del Forte Spagnolo,di Porta Napoli, delle Mura Urbiche, della chiesa di S. Pietro e dell’ex Mattatoio Comunale che dovrebbe essere la sede del Museo Nazionale d’Abruzzo. Questa splendida iniziativa ha il merito di portare turisti in città e creare possibilità di lavoro per i tanti artisti restauratori impegnati su vari fronti. Sappiamo che per realizzare ciò, ci vorranno i tempi a cui l’ Italia ci ha abituati per qualsiasi cosa, l’Italia va piano e non si può pretendere che vada più veloce all’Aquila, noto polo universitario ma non di certo industrializzata come tante altre città; non si può andare più veloce del mezzo che ci trasporta, ma possiamo cambiare strada lavorando tutti insieme, per riprenderci la nostra vita e lanciare quel messaggio di fiducia nella ricostruzione, in tempi critici come gli attuali. Poichè il cantiere rimarrà aperto anche durante le festività pasquali, non dovrà mancare in noi, la speranza ed il desiderio, che questa iniziativa abbia un notevole successo di pubblico e che sia un esempio da seguire per il recupero ed il rifacimento, anche di altre opere d’arte di cui la nostra bella città, attenta , vigile e gelosa era custode.
Maria Elena Marinucci
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